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Mind over matter- Young the Giant

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Melany Thompson

«Harry, davvero. È il caso che io torni a casa, sono le quattro del pomeriggio» annuncio per l'ennesima volta dopo avermi trattenuto a casa sua per tutto quel tempo.

Oggi ho scoperto troppe cose e la mia testa barcolla da tutte queste nuove informazioni. Harry non mi ha detto di aver dimenticato Louis, ma non mi ha nemmeno detto di esserne ancora innamorato, per questo non ho voluto pressarlo ulteriormente e ho cambiato argomento, cominciando a chiacchierare riguardo ai luoghi che aveva visitato negli anni.
È rimasto scioccato quando gli ho detto di aver visto solo una decina di città, la maggior parte delle quali in Europa, mi ha ripetuto almeno dieci volte che devo visitare l'Oriente e tutti gli States.

Abbiamo passato l'intera giornata finora a parlare e non abbiamo nemmeno pranzato per via dell'abbondante colazione preparata da lui stamattina.

«Facciamo così, ti riaccompagno a casa solo dopo aver fatto una passeggiata a Central Park. Non ci vado da tantissimo» chiede come se fosse un bambino che fa i capricci.
Alzo gli occhi al cielo divertita e decido di accettare.

Prima di uscire, però, recupero la borsa e le scarpe che avevo la sera prima, Harry mi reperisce una maglietta e un pantalone che misteriosamente mi calza a pennello.

«Li ha comprati Sophie quando è stata qui ed erano troppo piccoli, immaginavo ti stessero» ammonisce fiero di aver indovinato, ma a quell'affermazione mi si gela il sangue.

Mi sento terribilmente in colpa di aver dormito da Harry, nel suo letto, anche se non con lui, ma dove dorme con la sua ragazza e di star indossando proprio i vestiti di lei. Ma peggio ancora, ho mancato di rispetto a James, mentre lui è fuori per lavoro, io mi ubriaco e dormo a casa del mio cantante preferito. Sono una pessima fidanzata.

«Quindi? Dai, vestiti che andiamo» mi ricorda e io faccio come dice non appena esce dalla stanza.

Non avrei nemmeno dovuto accettare di andare anche a Central Park con lui

Dopo essermi sistemata e preparata un attimo, raggiungo Harry alla porta e saliamo nella sua macchina parcheggiata proprio di fronte al suo appartamento.

Mentre percorriamo il tragitto verso il famoso parco di New York mi racconta del suo primo viaggio con gli altri componenti della band. Ricordo tutto grazie al film documentario che uscì quando ero molto fan del gruppo.

Non appena parcheggia l'auto nei pressi del parco, ci incamminiamo passeggiando lungo il sentiero principale.

«Senti, ma ho notato che riesci a ricordarti davvero molte cose, anche piccoli dettagli quando siamo al lavoro, hai una specie di dote?» mi chiede improvvisamente facendomi ridacchiare dal modo in cui si è espresso

Ho sempre avuto la memoria fotografica fin da piccola, ho la capacità di ricordarmi ogni minima cosa che guardo e di mantenerla viva nella mia mente per davvero molto tempo. Ricordo ogni cosa e a volte è stressante, perché le cose che vorrei dimenticare almeno per metà non riesco a togliermele dalla testa e, soprattutto quando ero adolescente, mi hanno sempre tormentato giorno e notte.

«Uhm, ho solo la memoria fotografica, ricordo perfettamente tutto ciò che vedo.» gli spiego e lo sento mormorare "figo" mentre lo ispeziono per bene cercando di memorizzare ogni singolo lato del suo viso illuminato dai raggi del sole.

Fa freddo oggi, ma c'è un sole meraviglioso e colpisce perfettamente gli angoli più belli del viso di Harry. Gli occhi verdi puntati verso il verde del parco sembrano formare una perfetta armonia sincrona, il naso a punta emerge decorando le sue guance rosee. Le labbra carnose formano un perfetto arco dell'amore attorno al viso. Lo chiamo arco dell'amore, perché neanche Cupido è degno della sua bellezza e perciò di adornare le sue labbra.

The dawn of destiny. H.S.Where stories live. Discover now