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Canzoni da ascoltare quando leggete (trovate la playlist su spotify su idkmels1)

prima parte: Since I left You - Joy Crookes

seconda parte: Fine Line - Harry Styles (slowed+reverb)

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Nessuna prospettiva. - flashback

Tutte quelle luci e quel frastuono la stavano accecando, sentiva di star per perdere i sensi, era vicina ad un crollo, forse ad un attacco di panico, non poteva credere che stesse succedendo proprio a lei e alla sua famiglia.

Era questo ciò che si provava a cadere in un burrone senza speranze?

Il continuo rumore di scatti e le domande che le facevano senza sosta la stavano facendo impazzire. I flash delle costose fotocamere proseguivano la loro missione a renderla ancora più vulnerabile mentre si spingeva con forza tra i corpi sudati, alcuni di loro indossavano una mascherina chirurgica e anche lei. Non si fidava ancora a toglierla definitivamente, specialmente in quelle situazioni affollate.

Non riusciva a pensare ad altro se non a quel corpo disteso sull'asfalto, impregnato di sangue, non aveva pianto, non poteva fingere di essere sollevata, ma aveva dentro di sé qualcosa di rotto che non le permetteva di stare serena.

Lui se lo meritava.

Voleva scappare da quella situazione e lasciarsi tutto alle spalle, anche se sapeva non fosse possibile in quel momento. Le faceva male il petto, sarebbe voluta scomparire, ma non poteva.

Appena era entrata in casa, non c'era nessuno, solo la sua gattina e la sua cagnolina che tanto amava, forse più di tutti. La sua gattina era corsa a salutarla appena aveva varcato la porta, però lei non si era fermata a coccolare il suo animaletto come faceva sempre; era corsa in camera sua, si era seduta sulla sedia girevole accanto alla scrivania, i suoi occhi fissavano l'oggetto metallico accanto al portapenne, per qualche ragione continuava solo a guardarlo, contemplando se afferrarlo o lasciarlo dove si trovava.

Qualcosa nella sua testa le fece allungare il braccio, afferrando l'oggetto tagliente, restava lì a guardarlo indecisa sul da farsi, lo rigirava tra le mani toccando con il pollice la lama; per un momento aveva sollevato la testa deglutendo la saliva incastrata lungo la gola.

Proprio in quell'istante, i suoi occhi si erano soffermati sulla fotografia appoggiata sulla mensola. Il ragazzo era raffigurato mentre sorrideva e lei non riusciva a guardarlo e a procedere ciò che stava per fare. Non lo conosceva, non aveva mai potuto conoscerlo, ma si era chiesta cosa avrebbe fatto lui al suo posto e cosa le avrebbe detto se l'avesse vista in quella situazione, con quella lama in mano, pronta a ferirsi nuovamente.

Aveva deciso, improvvisamente, di sostituire l'oggetto stretto tra le sue dita con quello che aveva appena guardato con ammirazione, per questo motivo aveva afferrato quella cornice, stringendosela addosso, mentre finalmente sembrava che stesse provando qualcosa quando le lacrime avevano cominciato a rigare il suo viso.

Piangeva soltanto, mentre continuava a stringere quella vecchia cornice con l'immagine di un ragazzo che non aveva mai conosciuto, se non per la sua musica, che l'aveva sempre fatta sentire meglio.

L'aveva visto da vicino solo un paio di volte a qualche suo recente concerto, ma avrebbe voluto tanto ringraziarlo di persona, poterlo abbracciare e dirgli quanto l'aveva salvata sul punto di crollare.

Continuava a piangere quando aveva deciso di far partire dalle casse del suo computer quella canzone, l'avrebbe trasportata in un altro mondo e sarebbe stata meglio sentendo quelle parole.

The dawn of destiny. H.S.Where stories live. Discover now