17.

1.1K 79 58
                                    

Canzoni consigliate:

playlist di Spotify su idkmels1 "pov: you're in the dawn of destiny ff"

Lasciatemi una stellina e un commento a fine capitolo, vi lovvo, continuo ad amare quando commentate le singole parti.

-------

*nessuna prospettiva* - flashback

Milano, 15 Febbraio 2022

La ragazza camminava velocemente sul cemento bagnato, le sue vecchie vans sbattevano schizzando acqua dappertutto. Aveva sicuramente commesso un errore scegliendo di indossare delle scarpe di tessuto con la pioggia, ma a lei non importava se sarebbe tornata a casa fradicia, tanto lo era già.

Milano era una città che le piaceva molto, ma quando pioveva diventava il suo più grande nemico. Quel giorno era dovuta andare lì per questioni universitarie, la sede principale della sua costosa università era proprio situata nel centro della città della moda, per questo motivo era pieno di gente che si spostava di fretta.

Quel giorno, Milano era molto affollata, e lei si spingeva tra le persone coperte dai loro ombrelli ingombranti. Anche lei ne possedeva uno, ma era piccolo e ciò aveva permesso alle enormi gocce cadenti di toccarla continuamente, la sua condizione estetica in quel momento non era molto presentabile per un colloquio con il rettore dell'università, ma era inevitabile, si sarebbe comunque scomposta, con o senza pioggia.
Le sue mani stavano stringendo la fredda asta di ferro e il vento non aiutava a trattenere al meglio la presa, infatti, di tanto in tanto, inclinava l'ombrello in avanti, controvento, in modo da non far rovesciare l'oggetto protettivo al contrario.

Quando aveva trovato l'edificio, era entrata cercando di asciugarsi il più possibile nell'attesa che chiamassero il suo cognome e si era seduta su una di quelle sedie scomode, appoggiando l'ombrello inzuppato per terra, facendo attenzione a non bagnare troppo il lato del pavimento su cui era stato adagiato con cautela.
L'avevano chiamata e aveva fatto il suo colloquio, guadagnandosi qualche sguardo indiscreto da parte del rettore per come era ridotta a causa del brutto tempo. Quando era uscita da quell'ufficio infernale, aveva tirato un sospiro di sollievo; la imbarazzava rimanere seduta a rispondere e a porgere domande agli uomini più potenti di lei, perché sapeva che in un modo o nell'altro avrebbero avuto loro la meglio, su qualsiasi cosa. Era per questo motivo che non avrebbe mai permesso, in un futuro, di avere qualcuno pronto a decidere le sue mansioni, avrebbe rinunciato a tutto pur di essere il capo di se stessa.

Una volta raggiunto nuovamente l'esterno, non notava più troppa gente, c'erano alcuni hotel, macchine, bici e una persona qua e là.

Lei stava smanettando nel tentativo di riaprire il suo ombrello ormai mal funzionante;
non poco distante da quella ragazza disastrosa, c'era un uomo che lei conosceva bene seppur non l'avesse mai visto, era simmetricamente dal lato opposto del marciapiede, stava parlando vivacemente al telefono, era appoggiato alla struttura dell'albergo in cui alloggiava, abbastanza attaccato alla parete da non bagnarsi quasi per niente.

Lei era lì, davanti a lui, ma senza vederlo. Lui era lì, davanti a lei, ma senza conoscerla e guardarla, o probabilmente l'avrebbe guardata pensando che fosse una bella ragazza, o forse non avrebbe pensato che lo fosse data la sua brutta stoffa in quel momento.

Erano lì entrambi, lei troppo impegnata a coprirsi per correre verso casa, lui troppo impegnato a fare la star.
Non sapevano ancora che il destino aveva già scritto la loro storia, fin dal principio.

Era soltanto troppo presto.

fine flashback
——-
Melany Thompson

The dawn of destiny. H.S.Where stories live. Discover now