Capitolo 26

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La sveglia disturba il mio pensare. Sono in piedi già da un po' a riflettere sulle parole dette da Alice il giorno precedente. Una chiamata dai miei genitori. Sono indecisa. Non so se voglio sentire la voce dei miei genitori, non so se voglio sentire come stanno, non so se voglio sentire cosa pensano. Forse è più corretto dire che non voglio sapere che non sono pentiti, dispiaciuti per avermi, da un giorno all'altro, allontanata. E questo pensiero mi distrugge. Ma infondo infondo, anche io trovo dei vantaggi ad aver cambiato vita, perché quella prima di quel giorno, quel fatidico giorno, non potevo definirla vita. Però e pur vero che quelle persone mi hanno creata, ed è impossibile potergli voltargli le spalle con tale facilità. Magari dovrei rispondere, sì forse dovrei proprio. Potrei ascoltare le loro voci, e anche se non saranno tristi e malinconiche, mi farà piacere farle sentire in colpa, rinfacciandogli che io sono felice, che adesso sono felice!

<Oc! Ocean!!> mi chiama la voce di Astral, sventolandomi una mano davanti alla faccia.

<Cosa?! Dove?! Quando?!> urlo allarmata.

<Calma, non è successo nulla! Ti vedo un po' rintontita stamattina. Vestiti e bevi due o tre litri di caffè, ti faranno bene> mi consiglia e io faccio come detto: mi vesto, carico lo zaino e scendo in cucina, riempio il bicchiere di caffè e siedo a tavola, godendomi la tranquilla solitudine mattiniera. Ovviamente questa quiete viene distolta dai passi di qualcuno che scende abilmente le scale. A presentarsi è Ace, che mi saluta con un cenno ed un gran sorriso. Io uso la stessa modalità.

Lui siede a tavola e poggia prudentemente il suo cellulare davanti a sé, incrocia le mani e mette i gomiti sul tavolo, fissando il display intensamente.

<Aspetti la tua chiamata?> domando distraendolo.

<Ehm...> mugugna perso, poi realizza <Sì, esatto...>. Io annuisco, non sapendo come continuare.

<Tu?> chiede, come per scrupolo, perché la sua attenzione è rivolta solo ed unicamente al cellulare...e non lo biasimo.

<Sì, aspetto anche io....> rispondo privata di decisione.

<Ehi ragazzi> interviene Josie, che mantiene la mano di Astral.

<Ehi piccola...vuoi fare colazione?> faccio gentile.

<Ovviamente...potrei avere del latte al cioccolato e qualche biscotto?> chiede cortesemente.

<Certo, te li preparo subito!> mi precipito alla cucina, metto a riscaldare i latte con del cacao e poi preparo dei biscotti su un fazzoletto. Dopo ciò le porto tutto e la bambina inizia a mangiare golosamente.

<Buongiorno> saluta un'altra voce...quella di Benji, seguita dal 'ciao' di Tommy e i passi di Alice e Michael.

<Ragazzi muovetevi, è quasi ora!!> grida gioiosa la donna. Io le faccio un cenno convinto con la testa.

<Tommy, tu cosa vuoi?> domando al piccolo.

<Potrei avere del succo di frutta?> dice lui.

<Lo prendo io!> ci informa Ace, che versa la bevanda nel bicchiere e poi la pone al bambino.

Appena tutti sono pronti, partiamo per la passeggiata quotidiana e iniziamo le lezioni.

All'ultima ora della mattina ho il corso con Sharon e Asia...e Logan. Quando entro in classe, lui non è ancora arrivato, come del resto anche le altre. Prendo un posto in ultima fila, lascio libero quello accanto e con il mio zaino occupo i due posti avanti per le mie due amiche. Le vedo entrare e sventolo la mano in aria per chiamarle. Subito mi vedono e si vengono a sedere: Asia al mio fianco e Sharon avanti. Entra anche Logan, mi rivolge un'occhiata priva di emozioni e prende posto in un banchetto in prima fila. In tutto ciò nessuno dei due ha salutato l'altro.

Dal Dolore Alla FelicitàWhere stories live. Discover now