Capitolo 10

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Mi giro impulsivamente, un po' inquietata...

e ritrovo lo stesso Benjamin che ho visto il primo giorno: serio, scontroso e cupo, abbandonato dalla familiarità che avevamo instaurato.

Mi tira con sé, io cerco di oppormi con tutta la mia forza di volontà, ma il ragazzo è decisamente più forte di me, ragion per cui riesce a trascinarmi dentro una della classi vuota, senza banchi, o almeno senza banchi utilizzabili.

<Dobbiamo parlare> dice chiudendo la porta dietro di sé (facendola sbattere).

Vorrei tirargli tanti di quei pugni ma mi accontento di agire in altro modo.

<Non è molto carino rapire la gente, ne sei consapevole?> ironizzo.

<Ti sei accorta della colossale figura di merda che mi hai fatto fare?> grida.

Ma come si può essere così ottusi?!

<Sì, infatti mi dispiace tanto, chiedo perdono. Continua pure a difendere la tua reputazione, non preoccuparti> lui resta spiazzato, io faccio per andarmene <E' l'unica cosa che davvero conta> aggiungo con disprezzo. Faccio per andarmene.

<Volevo solo scherzare...> si giustifica il ragazzo, ma lo dice quasi ridendo.

Mi volto tempestivamente e lo osservo delusa.

<No, Benjamin, tu non giochi, tu imbrogli. Siamo arrivati al tempo in cui la propria reputazione è più importante del rispetto verso il prossimo e le persone vengono usate e manipolate come burattini, senza emozioni. Sei convinto di poter utilizzare le ragazze a tuo piacimento, ma non è così. Non ti vergogni di avere addosso le lacrime di tantissime ragazze che hai fatto soffrire per un tuo capriccio. Ah no, scusami, il tuo cervello certe situazioni non le capisce. Ti comporti come un bambino, viziato e capriccioso. Parlo a nome di tutte quelle poverine che hai illuso, alle quali sicuramente hai distrutto il cuore e che naturalmente avranno pianto per colpa tua. Avranno compreso troppo tardi che tu non vali neanche una delle lacrime sprecate per te> detto questo vado via, lasciandolo nella classe con lo sguardo impassibile.

A volte comportarsi di merda è l'unico modo per non farsi mettere i piedi in testa.

Dopo essere arrivata a mensa, con un aria francamente avvilita, raggiungo i miei amici al tavolo.

<Ciao ragazzi> dico fiaccamente, ma vengo ricambiata con la stessa allegria di sempre.

<Sai dov'è Benji?> chiede Andrew, scuoto la testa.

<E' successo qualcosa, Ocean?> esprime leggermente preoccupata Asia, sotto l'occhio attento di tutta la compagnia.

<No, no, ma devo andare un attimo al bagno> mi alzo e mi dirigo nella toilette.

In realtà non devo andare in bagno, ho solo voglia di starmene un po' in pace.

Mi rifletto nello specchio e sento aprire la porta. La slanciata figura di Astral compare dietro di me, io la osservo dallo specchio.

<Cosa è successo?> domanda tranquilla, come se potesse immaginare quello che potesse essere accaduto.

<Niente di nuovo...ho discusso con Benjamin> rispondo con la stessa calma.

<Che gli hai detto?>

<Dunque...solo che lui pensa solo alla sua immagine e che i sentimenti non sono dei giocattoli> affermo.

<Ci sei andata giù pesante> ridacchia la riccia.

<Praticamente gli ho detto che è uno stronzo> continuo.

Dal Dolore Alla FelicitàWhere stories live. Discover now