Capitolo 12

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POV ASTRAL

Ritorno in camera mia e mi butto sul letto, vedo la sveglia sul comodino... 23:36, ho ancora del tempo per fare una doccia, così domani mattina non dovrò farla con i pinguini.

Prendo il pigiama e l'intimo e corro in bagno. Apro l'acqua calda e lascio che si riscaldi, intanto mi preparo per l'immersione. Una nuvola di vapore caldo si appoggia sulla mia pelle, umidificandola. Una volta finito mi avvolgo in una grande asciugamano. Indosso anche il pigiama e esco dal bagno.

Noto che Ocean è rannicchiata nel letto, come al solito in boxer e in reggiseno sportivo. Mezza  nuda, senza coperte e con massimo 10°C. Le salgo il lenzuolo e le do la buonanotte anche se lei non può sentirmi.

Mi rifuggo sotto le coperte  calde  del mio lettino e chiudo gli occhi, prendendo sonno quasi istantaneamente.

Un singhiozzio mi disturba, controllo la sveglia, sono le 2:00 del mattino. Il suono proviene dal letto di Ocean. Affianco la mia compagna di stanza per capire cosa la turba.

<No> sussurra la ragazza nel sonno.

<No, mamma> ribadisce.

Le accarezzo il volto e lei lo allontana come se fosse scottata, aggrottando la fronte e arricciando il naso.

<Mi fai male> continua. Che le sta succendendo?!

<No, mamma> replica, cominciando a piangere.

No, non piangere, piccola.

<Noooo> ancora.

<Ocean, 'no' cosa?> chiedo preoccupata, non sapendo che fare. <Ocean, che c'è che non va?> ripeto.
<Ocean!> la scuoto per svegliarla.

Spalanca gli occhi e scatta a sedere, si guarda intorno disorientata. Mette le mani fra i capelli e la testa fra le ginocchia piegate. Inizia ad innaspare.

Io la osservo in preda all'agitazione. Cosa la fa stare tanto male? Perché fa così? Cosa dovrei fare? 

Si volta verso di me, continuando a boccheggiare a fatica. Il suo sguardo implica aiuto. Lei circonda il suo collo con le mani, non riuscendo più a respirare, come se questo gesto potesse aiutarla a sturare la gola.

D'istinto indietreggio spaventata, preoccupata, allarmata. Mi paralizzo. Mi si ghiaccia il sangue nelle vene.

Lei piange. Sussurra 'aiuto' con un filo di voce tanto sottile da potersi spezzare. Sento che inizia a mancare fiato anche a me. Sento che iniziamo a bagnarsi gli occhi pure a me. Non so cosa fare, non ne ho la più pallida idea. Non tollero di vederla così. Non merita di soffrire in questo modo...nessuno lo meriterebbe.

Combatto con tutte le mie energie la parte inconscia che paralizza ogni singolo muscolo del mio corpo. Mi precipito nell'altra camera e scivolo a terra al letto di Benjamin

<Benji> parlo nel suo orecchio, per non svegliare Ace.

<Benjamin> ritento con la voce spezzata. Il ragazzo apre gli occhi e mi mette a fuoco. 

Dai miei occhi scendono delle lacrime che tento invano di reprimere. Il labbro inferiore trema come una foglia d'autunno. Le mie mani iniziano a traballare.

<Che succede?> chiede atterrito.

<Ha iniziato a singhiozzare, poi ha messo le mani nei capelli, non respira, io...io> balbetto incapace di continuare Una marea di lacrime mi bagnano il viso. 

Benjamin lo afferra tra le mani <Tu cosa?> quasi urla preoccupato.

Io indico fuori la porta, con il suo sguardo segue frettoloso la mia mano, mi fissa negli occhi, quasi per chiedermi se fosse Ocean il problema, io confermo con un cenno della testa. 

Dal Dolore Alla FelicitàWhere stories live. Discover now