Capitolo 5

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<Astral> sussurro al suo orecchio timidamente. <Dobbiamo andare a scuola> le dico a bassa voce. Lei mugugna qualcosa.

<Astral> acquisisco un po' di decisione e lei sobbalza dal letto.

<Ocean! Ma che ti dice la testa?> chiede  disperata.

<Dobbiamo andare a scuola, inoltre è il mio primo giorno, non voglio fare tardi...sono una ragazza diligente> le faccio un sorriso a trentadue denti. Mi alzo e ripongo un quaderno e delle penne nelle nuovo zainetto comprato.

<Per piacere, fai presto> la ammonisco.

<Preparati... io vado a vedere se Josie e Tommy hanno bisogno di aiuto> continuo e raggiungo la loro cameretta. Questa è una delle regole che mi ha elencato Alice il giorno prima. Josie e Tommy, essendo i più piccoli, necessitano di una mano per prepararsi.

Esco nel corridoio e ricordo la guida di Astral fatta qualche giorno fa sulle porte. La prima a destra è la camera di Ace e Benji, la seconda a destra è quella sua e mia, a sinistra vi è una sola porta, che segna l'entrata della cameretta di Josie e Tommy, dopodiché vi è un'unica altra stanza a fine corridoio, ovvero la camera da letto di Alice e Michael.

<Buongiorno piccoli> dico con tono calmo e amorevole, appena entrata nella stanza.

<Ocean!> esclama Josie e mi da un breve abbraccio.

Tommy invece si strofina gli occhi e si lascia stringere da me...è troppo tenero!!!!!!!

<Dovete fare la doccia?> domando dolcemente.

<Sì, mi aiuteresti?> sussurra Josie. Le accenno un sì con la testa, osservo il bambino al suo fianco, in attesa della sua risposta.

<Mi aiuta Benji> Tommy.

<Piccola, noi nel frattempo andiamo a farla> le prendo la mano a la accompagno in bagno.

Apro l'acqua per farla riscaldare e l'aiuto a togliere il pigiamino. Josie entra e incomincia a bagnare il suo corpo.

<Ti piace stare qui?> chiede di punto in bianco.

<Mi piace stare con voi> sorrido mentre la insapono per bene.

<E...ti piace Benji?> mi interroga.

<Ma...ma>

<E' bello, vero?> continua. <Io vorrei essere la sua fidanzata, ma lui ritiene che sia troppo grande per me...in ogni caso resto la sua fidanzata> scherza gioiosamente.

Non capisco il collegamento, che centra Benjamin?... Però, in effetti, è proprio carino, ma il suo carattere è davvero pessimo.

<Sì, hai ragione, è bello...ma antipatico> Lei ride ed esce dal box.

Indossa un accappatoio, apre la porta e arriva fino al lettino. Nel frattempo Tommy si intrufola nel bagno. Nella camera arriva Benjamin. Io non gli do peso minimamente, ma ci pensa Josie a farlo per me.

<Ehi Benji, Ocean ha detto che sei bello, ma antipatico...>

Quando troverete un bambino che non dice tutto quello che gli passa per la mente senza filtri, chiamatemi, perché voglio conoscerlo.

Faccio tutti i colori dell'arcobaleno, ma non lo do a vedere e continuo a frugare nel cassetto in cerca di vestiti da far indossare alla scimmietta.

Sento il ragazzo sghignazzare sotto i baffi.

<Benjamiiiiiin, uffa, vieni... ho freddo> dal bagno esce un bambino sgambettante, in mutandine di spiderman, che trascina il compagno fino alla doccia, poi si ricorda che la porta è rimasta aperta, per cui ritorna indietro e la chiude.

I piccoli saranno pure senza alcun filtro, ma la loro spontaneità li rende indescrivibili.

<Noi ci vestiamo e andiamo a fare la colazione> le sussurro dolcemente. 

Un brontolio strano attira la mia attenzione. La guardo stranita.

<Che c'è?...Ho fame!> chiarisce Josie. Al che io scoppio a ridere e la porto in cucina per sfamare il suo pancino.

Quando siamo tutti pronti, ci avviamo verso la scuola, che io non ancora conosco. Dopo una piacevole camminata arriviamo davanti ad un' enorme struttura: 'I.C. INFANZIA-ELEMENTARI-MEDIE'. Un istituto bello, grande e parecchio tinteggiato, con giardinetto, mini parco giochi e campetto all'esterno (ben tenuto) con tanto di piccola 'tribuna'.

Qui lasciamo Ace, Josie e Tommy; noi invece continuiamo per un altro po'. Io e Astral chiacchieriamo, invece Benji avanza da solo. Qualche metro dopo un ragazzo castano lo affianca. Si gira e con una mano alzata, in segno di saluto, e un larghissimo sorriso, dice <Ciao Astral>.

Poi si volta e ricomincia a parlare con il compagno, per un momento smette di camminare e si gira nuovamente verso me e la ragazza al mio fianco...sembra che si sia appena accorto della mia presenza.

<Uh la novellina... sono Andrew. Lei è, madame?> si inchina e mi pone la mano.

<Di certo non 'La novellina'> affermo ridendo, <Sono Ocean> mi presento, porgendogli la mano, che mi viene baciata.

Che 'galantuomo'... sembra interessante.

<Certo, Ocean!> conclude.

'Sei molto più simpatico del tuo amico, come lo fai a sopportare ?' Penso, ma suppongo di averlo detto ad alta voce, beccandomi un'occhiataccia da Benjamin e delle risate spontanee dagli altri due.

<Ops...mi leggete nella mente oppure l'ho detto anche a voi?>. Tutte a me capitano, l'avete notato anche voi??

<Non siamo in grado di leggerti nella mente...non ancora> precisa Astral.

<Siamo arrivati, così finalmente puoi levarti di torno> annuncia stizzito Benji. L'amico lo guarda male.

<Tra poco suonerà la campanella e dobbiamo raggiungere le nostre classi> smorza Andrew. Il ragazzo corvino va via, senza salutare, seguito a ruota dall'amico, che almeno saluta con un cenno della mano.

<Ho lezione con loro, ma prima ti accompagno da due ragazze che frequentano più o meno i tuoi stessi corsi>.
Sorrido per la sua premura, devo ancora abituarmici.

<Grazie tante...non so cosa dire per esprimere la mia graditudine>.

Raggiungiamo due ragazze, una con gli occhi neri e i capelli scuri e l'altra con i capelli castagnini e gli occhi cerulei .

<Ehi ragazze, lei è Ocean...vi avevo accennato del suo arrivo>. 

<Ciao Ocean, piacere sono Asia> si presenta il volto con gli occhi color petrolio; io le sorrido amichevolmente.

<Io invece sono Sharon> si presenta anche l'altra ragazza, porgendomi la mano che le stringo .

Il suono della campanella ci fa  scattare  sugli attenti. Così salutiamo Astral e ci addentriamo nei corridoi del grosso plesso. Prima di tutto però, le due ragazze mi accompagnano in segreteria per recuperare il foglio del miei corsi e per compilare qualche scartoffia.

Il mio imbarazzo è visibile in ogni millimetro del mio corpo: dagli occhi, dall'espressione, dalla voce e dal portamento, eppure loro fanno di tutto per farmi sentire il più possibile a mio agio.






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