Capitolo 19

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POV BENJAMIN

Dopo un lungo sbadiglio, mi alzo completamente stordito dal letto e mi precipito in bagno, prima che possa entrarci Ace. Mi butto sotto la doccia e dopo pochi minuti mi avvolgo in un'asciugamano, arrivo allo specchio e mi do una sistemata ai capelli, mi lavo i denti e il viso. Esco dal bagno. Oggi non ho neanche la forza di sputarmi in faccia.

<Buongiorno a te> mi dice Ace, io ricambio con un sorrisino scorbutico. Non sopporto quando le persone parlano di prima mattina, appena svegli...è odioso. In questo momento della giornata ci vuole solo pace e infinito silenzio. Ace, conoscendo il mio pensiero, ogni giorno puntualmente si sveglia e inizia a parlarmi o a fare rumore, proprio per farmi innervosire. Quindi ho imparato di dovermi alzare prima della sveglia e chiudermi in bagno.

Infilo dei jeans neri e una maglietta bianca, successivamente aiuto Tommy nell'altra stanza a vestirsi, poiché la doccia se l'è fatta ieri sera.

Scendo al piano di sotto e spetto gli altri in salotto, siedo sulla poltrona proprio di fronte alle scale, in modo da osservare tutti e godermi questi ultimi minuti di quiete. Vedo arrivare Ocean. Ha i capelli raccolti in due trecce. Ovviamente posso mai starmi zitto, tenermi le cose per me e non dare fastidio alla gente? Risposta: no.

<Assomigli a Pippi Calzelunghe> la prendo in giro. La ragazza mi fulmina con lo sguardo.

<Non è vero. Tu allora assomiglia a Topolino> controbatte lei. A topolino?

<Ma io non ho le orecchie>preciso.

<Io non ho i capelli rossi> precisa a sua volta.

<Che cosa avete contro Pippi Calvelunghe tutti e due> interviene Astral, seguita da Josie e Tommy che canticchiano la sigla iniziale.

<Ecco sono qui

Pippi Calzelunghe così mi chiamo;
credo proprio che
una come me non c'è stata mai!

Ogni volta che
devo far qualcosa combino guai,
ma alla fine poi
vedo che son tutti amici miei!

Pippi, Pippi, Pippi
che nome, fa un po' ridere,
ma voi riderete per quello che farò!

Pippi, Pippi, Pippi
che nome, fa un po' ridere,
ma voi riderete per quello che farò!>

Ocean si volta verso di me e incrocia le braccia al petto, assottigliando gli occhi. Io le faccio un sorriso compiaciuto.

Come è divertente far irritare le persone.

<Ragazzi, mi sa che è meglio se incominciate ad avviarvi verso scuola> parla Michael.

<Giusto!...Andiamo piccolini. Tutti a scuolaa!> dico ironico, meritandomi gli sguardi contrariati di tutti. <Si parte, CIUF CIUF> imito il capotreno.

Dopo una breve passeggiata fino alla prima fermata, passata interamente ad ascoltare il resto della compagnia che urla per qualsiasi cosa inutile, restiamo solo io, Astral e Ocean. Così ne approfitto per tirar fuori la questione.

<Ocean hai avuto altri attacchi di panico in queste ultime ore?> le domando.

<No no, tutto bene, la situazione sta migliorando> risponde di rimando.

<Hai intenzione di dirlo ai signori?> interviene Astral. La biondina la osserva indecisa.

<Lo farò presto. Per piacere, non pressatemi però, ho bisogno del mio tempo. E' una cosa difficile per me> spiega sempre lei.

<Non preoccuparti...hai tutto il tempo> la consola l'amica e la va ad abbracciare...patetiche.

Ad un certo punto sento una pacca sulla spalla, mi giro dietro e trovo Andrew che mi osserva. Argomento 'attacchi di panico' non più trattabile.

Dal Dolore Alla FelicitàOnde histórias criam vida. Descubra agora