Capitolo 2

175 10 1
                                    

Mi ritrovo in un piccolo parcheggio di una villetta e noto che, oltre alla Range Rover, vi è un furgoncino bianco. Proseguo, guidata dai signori Whittemore, raggiungendo un giardinetto collegato al parcheggio da un cancello. Una grande struttura  si presenta nel mio campo visivo... è davvero graziosa!

La donna, vedendomi esitante davanti al portone, mi invita ad entrare con un dolce gesto della mano.

<Tra poco arriveranno gli altri ragazzi, che tornano da scuola. Nel frattempo devi sapere le poche, ma importantissime, regole che bisogna rispettare finché tu resterai sotto il nostro tetto...non sono molto rigide, non preoccuparti> prende la parola l'uomo, lasciando continuare la signora. Le regole non mi spaventano, anche se non sono solita rispettarle la maggior parte delle volte, però ho sempre saputo mettere dei limiti a tutto...sono una persona autonoma e responsabile.

<La mattina si va a scuola e dopo si torna a casa, ovviamente. Il pomeriggio si fanno i compiti e corsi extracurriculari. Massimo alle 23.30 al letto, i telefoni si lasciano in salotto a caricare. Per quanto riguarda ospiti, carta libera dalle 16:00 alle 19:30, qualunque evenienza avvisare, mi raccomando: è necessario accordarsi con gli altri ragazzi. Se non si torna o non si rimane a casa per pranzo o cena, bisogna informarci quanto prima possibile. Per qualsiasi uscita tra compagni serve che tu lo faccia presente...noi dobbiamo sapere che tu starai bene. Riceverai una sorta di paghetta settimanale, che potrai spendere come ti pare o conservare. Abbiamo proposto ai tuoi genitori una tua chiamata al mese, sempre che tu lo voglia, in altre circostanze i tuoi non sono autorizzati a rispondere e tu a chiamarli. Ah dimenticavo ... non si chiede della storia altrui, a meno che l'altro non ne parli di sua spontanea volontà. Semplice, no???>

Un risolino spunta sulle mie labbra, <Tutto chiaro> affermo.

La donna fa per girarsi, ma sembra ripensarci <Trascuravamo l'ultima dettaglio...che teste di zucca...puoi chiamarci Alice e Michael> aggiunge e io annuisco, sorridendo cordialmente.

Sentiamo bussare e l'uomo si precipita al citofono per aprire. Dalla porta entra un gruppo di ragazzi e bambini tutti felici e sorridenti, che appena vedono la mia figura, iniziano a scrutarla attentamente.

<Ragazzi, come vi avevamo accennato, lei è la vostra nuova compagna... si chiama Ocean presentatevi e siate ospitali!> dice il signor Whittemore.

<Io e Michael andiamo a preparare il pranzo> ci informa Alice, lasciando noi ragazzi nel salotto. Una piccola bimba dai capelli rossi e dai vivaci occhi verdi si avvicina a me e si punta un dito sul mento, come a indicare di star pensando.

<Hai un nome buffo, ma ricorda i tuoi occhi...bello!!!> esclama, abbracciandomi le gambe perché troppo bassa.

Una pseudo-risata cornicia il mio viso, stranito e non abituato a questi avvenimenti. Dopo essersi staccata dall' 'abbraccio' inizia a presentarsi <Sono Josie e mi piace il gelato al cioccolato>.

Tutti iniziamo a ridere per la sua spontaneità, Josie si guarda intorno senza capire, ma dopo poco si aggiunge anche lei alla risata.

Quando ci calmiamo, si ricomincia con le presentazioni. Un ragazzo castano sui 14 anni si fa avanti <Sono Ace... a questo punto... mi piace giocare a calcio> conclude.

<Sono Astral, amo leggere e ADORO la pizza> dice spiccata una ragazza bruna coi capelli ricci. Dalle sue gambe fa capolino un bambino.

<Mi chiamo Thomas, ma puoi chiamarmi Tommy, a me... piace stare qui> parla timidamente, facendosi prendere in braccio dalla ragazza bruna...che dolce!

Solo ora noto un altro ragazzo seduto su una delle poltroncine, intento ad squadrarmi da testa a piedi. Faccio per chiedergli il suo nome, ma vengo interrotta dalla voce della signora Whittemore che ci chiama per il pranzo. Noi raggiungiamo il tavolo e dopo poco lui fa lo stesso. Chiacchieriamo mentre assaggiamo le deliziose pietanze, ma il ragazzo continua a stare in silenzio, ascoltando poco interessato.

<Allora... vi siete presentati, ragazzi?> interviene Alice.

<Sììì, ci siamo presentati, ma Benji non l'ha fatto... si è solo limitata a guardarla.> dice Josie con nonchalance. 

Così si chiama Benji...interessante.

<Ma come?!... Che scostumato, presentati a Ocean immediatamente> sentenzia Michael.

Io divento paonazza e mi compongo sulla sedia. Il ragazzo alza gli occhi al cielo e pronuncia con indifferenza <Mi chiamo Benjamin>.

<Devi dire cosa ti piace, bello mio> lo prende in giro Astral.

<Ma che ne so io, mi piace essere lasciato in pace... va bene adesso?!>

Wow...che tipino scontroso...evviva, fantastico! Si inizia col botto.

Io gli sorrido, ma lui si alza da tavola e va' via. Ma che gli è preso?? Ho fatto qualcosa di male?!

Astral, come se mi avesse letto nei pensieri, mi sussurra all'orecchio <Non prenderla sul personale, fa sempre così, deve solo... abituarsi all'idea>.

Io la guardo incerta e dispiaciuta.

<Ok ragazzi... a fare i compiti!> esclama  Alice agli altri, mentre io e Astral la aiutiamo a sparecchiare. In questo modo, ne approfitto per conoscerle un tantino meglio e per far capire che tipo di ragazza sono.

La donna, a prima vista, è una persona solare, gentile e premurosa, che ama divertirsi e che sicuramente tiene alla sua famiglia 'allargata'... spero di trovarmici bene, ora che non ho più speranze di ritornare nel mio paese natale e da quelle schifezze dei miei genitori... e forse è meglio così.

Una volta finito, la signora chiede alla bruna di mostrarmi la camera che condivideremo. La ragazza mi guida in corridoio al secondo piano e spalanca la seconda porta sulla destra. Spiega che quella prima della nostra è di Benjamin e Ace, l'entrata di fronte la nostra stanza è la cameretta dei piccoli, Tommy e Josie, e quella in fondo al corridoio è la stanza dei signori Whittermore...cara Ocean, se sbagli porta farai una figura di  merda colossale, ti ho avvertito.

Entro nella mia nuova cameretta e trovo uno spazio caloroso e accogliente, praticamente diviso a metà e ogni lato ha il suo letto a una piazza e mezza, scrivania, armadio e una poltroncina.

<Tu non hai vestiti da indossare, vero??> Astral interrompe le mie riflessioni.

<Giusto... e ora?!> a pensarci, stamane, non mi hanno dato neanche il tempo di prendere il necessario.

<Grandiosooo, domani è domenica, perciòòò... shopping!!!!!!!!!!!!!!!> urla entusiasta, al che la mia faccia assume una smorfia di disgusto. Odio infinitamente lo shopping, misurare tutti quei vestiti, sceglierli...che stress.

<E' necessario> dice lei ancora entusiasta.

<Hai ragione... uffa!> mi guarda compiaciuta. Lei mi piace, potremmo diventare amiche. 'Amiche'...non uso spesso questa parola.

Astral mi parla per tutto il pomeriggio della scuola, dei fighetti della squadra di football, tra cui anche mister mipiaceesserelasciatoinpace, delle ragazze che girano loro intorno e delle coppie più belle del mio futuro istituto. Mi istruisce riguardo alcune dinamiche: la mattina bisogna aiutare i più piccoli a prepararsi, si arriva e si torna da scuola a piedi...ma per me questo non è assolutamente un problema. Una volta esauriti gli argomenti riguardanti le mura scolastiche e casalinghe, si inizia a parlare delle passioni in comune, come leggere i libri, scoprendo che entrambe ci siamo appassionate alla lettura con Wattpad, mangiare come dei porci e vedere film e serie tv.

La mia prima giornata qui si è conclusa con una buonissima cena di Alice e altre chiacchierate con la mia compagna di stanza, prima di andare a dormire... la riccia sembra estasiata al pensiero di avere una amica con cui fare, beh quello che si fa con le amiche, e anche io sono felice di avere una persona con cui scambiare anche un singolo pensiero...non mi è mai capitato.   

Dal Dolore Alla FelicitàOnde histórias criam vida. Descubra agora