Ha sottinteso «Ogetto»

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Continua a grattarsi gli occhi.
Continua a voler urlare. Con forza, senza freni.
Urlare di gola fino a rompersi la trachea alla radice. Dimenticare anche come si respira.

Si sente un oggetto.
Si sente una bambola a cui dovrebbero bastare 4 lusinghe e un minimo di attenzione per star bene.
Come un cane, che se gli tiri la palla torna da te scodinzolante.
Come se dovesse ritenere un premio quell'affetto, un gesto caritatevole e non da tutti. Qualcosa di cui, normalmente, non ha il minimo diritto. Così sembra.

Se lui la vede così, lei non vuole il suo affetto.
Non vuole più i baci.
Non vuole più le sue dita.
La sua voce, che ora ricorda il freddo delle unghia sulla lavagna.
Il suo volto il cui solo ricordo suscita un covo di rabbia.

Si sente tradita.
E stupida per essersi fidata.
E stupida per non sapersi spiegare bene.

Resta fredda, quando è ferita.
Resta chiusa e non lascia entrare nessuno.
Il lucchetto inizia a fare la ruggine, tanto la marea di inutili fottute lacrime l'ha corroso. Che inutile pensiero...
Tanto lui non capirebbe.
Tanto lui non saprebbe dirle nulla di utile.
Non ha in dotazione il conforto, il mettersi nei panni altrui. Le lascerebbe sprecare fiato per far finta di nulla.
Metterci una toppa bella sopra per nascondere lo squarcio.
Che senso ha?

Si chiede cosa dovrebbe farsene di qualche stupido, odioso complimento, quando non le giovano a nulla.
Sono foglie secche, fanno rumore una volta sola e non cambiano il mondo.
Non le servono e si ci trova ad annegare.
Un'alta marea e nessuna barca o trave a sorreggerla.

Lei è stupidamente debole.
Lo è sempre stata ed odia ammetterlo.
Lei non chiede aiuto, perché non capirebbero.
Lei non prova a spiegare, perché non capirebbero.
Lei non prova a cambiare le cose, perché non funzionerebbe.

Resta un continuo ruotare intorno alla risposta, senza sapere che lo è.
Resta un dolore sordo che appare la notte e la ingrigisce di giorno.
Diventa rabbia col cianciano trascorrere del tempo.

Come la spieghi una matassa così?
Come cerchi di far capire agli altri un problema, se il problmema non ha un nome, né un aspetto preciso...ma c'è.

Ed è antico. Molto più di quel che sembra.
Ed è preciso, un parola genera l'universo.

Odia con ragione.
Disprezza lo specchio con ragione.
Una ragione profonda in lei, qualcosa di arpionato a una primordiale paura.

«Bella» e derivati, sono un acido potentissimo.

Ma lui non conosce il significato di fine.
Non sa leggere tra le righe, non ci prova neppure.
Si nasconde dietro le sue difese di miele e si crede apposto...
Non vede il sangue sulle sue dita, non lo sente colare lungo i gomiti, lentamente, da molto tempo.
Lui vede "perfetta" la sua bambola, non serve cercare altro...

Lei si guarda allo specchio ed è certa che lui non lotterà mai per lei.
Non farà mai una follia perché la ritiene giusta.
Non cercherà di far sembrare tutto più vero.
Più giusto.
Qualcosa che vada oltre quelle poche azioni che, fin ora, si è fatto bastare.

Si cullerà del minimo che a lui basta.
Farà finta che vada tutto bene, di non capire.
Non ci sarà mai se lei ne avrà bisogno, non lo capirà neppure.

Come non l'ha capito fin ora.
Come non ha mai voluto chiedere né lo farà mai.
La comodità dell'ignoranza prima di tutto.

E lei cede ai senti di colpa e si chiede se la sua rabbia sia giusta.
Se il suo dolore sia sensato.
Se le sua azioni saranno partite da qualcosa di ragionevole, o è un vuoto silenzioso che sta giocando d'astuzia.

Se lo chiede mentre si raggomitola e aspetta che spegnano l'interruttore.
Aspetta che di lei si interessi davvero il prossimo sconosciuto senza volto.
Il prossimo caso non programmato.

Si sente su una ruota panoramica, qualcun altro ha la leva per farla scendere.
E lei vorrebbe scendere.
Ma tenerla lì sa comodo, come un oggetto sulla mensola in bella vista.

Quindi, si è ridotta ad essere solo...«utile a convenienza».
Come parlare a un muro e aspettarsi la risposta.

Poi ti chiedono perché sei così. Dura, schietta, fredda.

Non ti aspettare che sia buona sè la tratti così.
Non pretendere.

Non ti hanno insegnato che ha giocare col fuoco ci si brucia?
Sarà buona lei, ma da incazzata non l'hai conosciuta.
E potrebbe non piacerti.

Ma orai è tardi, si è promessa di smettere di calare la testa.
Li vedi i denti e le corna?

"𝚂𝚎 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒..."Where stories live. Discover now