La vita nella bottiglia

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Il mio mondo è attraverso una bottiglia di vetro.

C'è un tappo in cima, uno di quelli di sughero grosso che se lo stappi si sbriciola come farina sulle tavolate.

Sta lassù, quel tappo nodoso, mi guarda e io aspetto che faccia qualcosa. Un passo falso, magari, ma lui mi fissa atono e basta.

Attorno a me solo pareti di vetro concave. Non so quanto spesse, quanto resistenti.

E la realtà mi giunge ovattata, distorta.

E le voci le sento lontane e confuse.

E se urlo, anche se urlassi di gola come non ho mai fatto prima, non mi sentirebbe nessuno.

Nessuno.

Che parola piena nella sua solitudine.

Ora, in questo bottiglia non è che si sta male. C'è uno strano tepore e un avvolgente silenzio. Si sta scomodi, a dire il vero, e non ci si dorme bene per nulla.

Ma se dormire porta a mondi dove va tutto bene a mo' di favola, preferisco l'insonnia che mando giù in un unico sorso.

Amara, aspra e in fine sfacciatamente dolce. Come le puttane.

[°°°]

E magari non ho neppure una vera compagnia...

Per questo appanno le fiancate trasparenti col fiato e ci incido storie che non verranno mai vissute davvero.

Ci incido dolori camuffati da sorrisi, perché le lacrime non piacciono a nessuno.

Perché i sorrisi fanno una strana magia agli occhi degli altri, attirano pensieri e ti avvolgono di illusioni.

La pioggia è bella finché non fa male. Ma nessuno chiede mai al cielo perché temporaleggia, quindi sorride e ingoglia le nuvole dense.

Qualche volta qualcuno mi nota, mentre incollo quelle sudice lettere al vetro.

C'è chi le legge e me ne chiede per sé.

C'è chi le legge e deve aver per forza la sua, sapercisi rispecchiare elegantemente.

C'è chi le vede e passa avanti, elemosinando complimenti che mi fanno venire il mal di testa.

C'è chi le critica, ma lo fa solo per farmi arrabbiare. Perché, ricordate, io sorrido. E se mai non lo facessi c'è sempre chi ha da pettegolare.

C'è, poi, chi le ruba a sua volta e la farfalla volta, fa il giro della morte e causa il tornado.

Io sono parole, richieste e pretese.

Sono il cielo che tutti fissano, analizzano, giudicano, criticano e passi avanti prego!

Come al bar, ordini il caffè e butti il bicchiere. Ha fatto il suo compito.

Fuori da questa bottiglia, li conserverei i bicchieri. Messi tutti in fila, con tanto di etichetta e data.

Magari poi diventerebbero vasi.

Ci farei crescere qualche pianta piccola, semplice. Quelle che non metteresti in appartamento...o in bottiglia.

Solo per farle sentire meno sole in questa zolla di sabbia e fango su cui l'uomo ha edificato sentendosi padrone.

Che stupido, l'uomo, a giocare a fare Dio...quanto è poco più di una merda.

[°°°]

Ci sono giorni in cui sono sola, nessuno fuori dalla bottiglia viene a trovarmi.

A farmi sentire si, un fenomeno da baraccone, ma almeno in compagnia.

"𝚂𝚎 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒..."Where stories live. Discover now