Lettera, come all'antica

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Un giorno, un ora e un tempo imprecisato

Hey! (ma sarà buono come inizio "hey"?)
So che sa "all'antica", scrivere di pugno e recapitare nel segreto, quasi fosse un crimine.
Be', magari un tempo lo era, forse è da ciò che è nata l'idea della lettera...
Però, nel mio caso, ho fatto una promessa silenziosa al cielo e al tempo.
Sarà il poco e azzardato coraggio e la solida e testarda paura, ma ho preso carta e penna ritenendola una buona idea...
Sto divagando, bene.
Sai, mi sento come un quel monologo.
Quello con la lettera, la ragazza e "scrivere" ripetuti un centinaio di volte (chissà se lo conosci).
Più lo studiavo, più mi sembra scema quella innamorata che tutto faceva fuorché andare al dunque, essere "realistica".
Si, che scema a non saper mettere su carta quel guazzabuglio di pensieri, film mentali, dubbi e speranze!
Che scema a non saper dare un nome a ciò che sta fra sogno e realtà, tra incubo e desiderio!
Che scema...ma, ora la scema sono io.
E ora la capisco, non ci sono parole che bastino.
Follia, ti dico! (Dico?)
Con che aggettivo intendere il rumore del mio cuore quando mi sei vicino, con che sostantivo il pizzico alle dita se bramo sfiorarti?
E che verbo descrivere il rancore se smetti di sorridere, quale altro la nociva resa se mi allontano?
Paura, panico e ancora speranza.
Che scema, vero...eppure non c'è freno, mi scoppia il cuore galoppante e non sente ragioni.
Già, la testa ci si è messa a ragionarci, gliel'ha detto che la salita è troppo ripida.
Ma lui, il cuore, è stronzo e non dà retta a nessuno.
Ho una costellazione di ricordi in testa, se tendo il filo uno brilla prima di tutti.
Ricordo due occhi, rotti e pieni di buchi, sorridermi e scherzare come fosse ovvio e giusto, come respirare.
Li ricordo sorridere a una me che del mondo non ne voleva sapere, perché troppo grande, perché troppo assurdo.
Suona forzato, strano o/e complicato?
Forse solo sbagliato (non dovrei sprecare questo inchiostro così).
Eppure, basti tu per mutare una giornata orrenda nel suo opposto...e suona egoistico, ma l'ho visto l'urlo in cui sei incastrato e vorrei tirartici fuori, se solo mi lasciassi, ecco..."entrare".
Ma io so di non esser bella, o divertente, o matura, o coraggiosa, o intraprendente.
Non sono speciale...sono solo pelle e mente.
Sono orecchie e consigli reclinati, sono caffè e opinioni assonnate.
E sono carta, inchiostro e idee...e non sarò abbastanza, ma è tutto ciò che ho.
Tutto ciò che non odio.
Tu sei mistero, sei ritmo e fantasia, sei un brano jazz che ancora stenta a lasciare il secolo.
E ancora sei futuro che marcia e dirompe.
Sei tanto, davvero tanto e io so così poco da trovare azzardato ogni commento!
Trovo stupida questa tachicardia, tutti sanno così tanto e il sto dall'altro lato dello specchio.
Tutto mi sa di riflesso.
Come chiamare tutto questo?
Non "amore", perché è una parola troppo grossa e non mi suona ancora bene fra le labbra.
E più di "affetto" che cambia maschera da tipo a tipo.
Vedi, sta in mezzo.
Urla e non dà pace la notte, chiuso nel suo narcisistico bisogno di attenzioni.
Mi porta in paranoia e mi fa toccare il cielo con un dito...(perché sto scrivendo?)
Non c'è filo rosso sul tuo mignolo che si leghi al mio, lo so, non è importante (credo).
Volevo solo dare un volto a questo urlo spaccato.
E magari, mi guarderai ancora come fai sempre.
E magari, dimenticherai tutte queste parole profane.
E magari, solo magari, darai tu un nome a quei battiti e mi dirai che non sono la sola a sospirare...
E magari, ci sarà tempo per pensare e agire.
Forse, eravamo solo una montatura.
Tu il gatto, io la lupa.
Aspetto ancora un soprannome, ricordi?

-Un groviglio di parole che hai detto di trovare interessanti

"𝚂𝚎 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒..."Where stories live. Discover now