Pensando e forse troppo

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Voglio giocare col tuo cuore.

Ma non con mani di demone, ma con quelle d'una bambina.

Voglio colorarlo con i pastelli a cera.

Voglio stamparci sopra le labbra.

Se me lo lasci fare, ti regalo il mio.

Anche se rotto e graffiato.

Magari ci cavi fuori l'arte che non sono riuscita a notare.

Magari si scopre avere la stessa voglia del mio, la stessa chiazza.

E allora rideremmo, come da regola.

[°°°]

Se esistesse un noi...

Avremmo un solo paio di occhi, un po' annebbiato un po' diverso. Di quel castano mare che mi piace tanto.

Se esistesse un noi...

Avremmo un solo paio di labbra. Un po' più rosse delle mie, un po' di tonde delle tue.

Se esistesse un noi...

Avresti le mani fra i miei ricci e io fra i tuoi ciuffi, come un tormentone inevitabile.

Se esistesse un noi...

Parleremo del mondo allo stesso modo, perché è il nostro mondo che va oltre tutto il resto.

Con le nostre non-regole e le nostre verità.

E, in un certo senso, tutto questo esiste già.

Non ora, un po' prima, un po' ci sarà.

Quindi, cosa aspetti a sottolineare "noi"?

[°°°]


Mi fa ridere...

Il velo che ci evita il panico e la realtà che lo amplifica.

E tu sei bloccato sul posto e ti muovi nell'ombra.

E io abbasso la voce e faccio tutto di fretta.

Però, davanti al mondo, quando nessuno guarda...

Tu ed io siamo lì, calore a calore.

Sono scivolata giù e tu ti sei messo comodo.

E volevo toccarti le dita, volevo poggiarti la testa sulla spalla.

E forse suono sdolcinata, ma volevo sentirmi piccola contro di te.

Ma...il cuore mi ha spaccato la gabbia toracica e mi sono accontentata.

Tu, ti sei accontentato?

Non farlo...ti prego.

[°°°]

Viziarti è divertente.

Specie se dici che non l'ha mai fatto nessuno.

Mi fa sentire come l'unica meritevole, come fosse una caratteristica solo mia.

Lo concedi a me e basta.

Mi fa impazzire, quasi come le notti insonne che poi restano macchie sporche.

So così tanto e così poco da darmi i nervi.

Scrivo solo per lasciarmi un filo per uscire dal labirinto.

Io ti vizio...voglio essere viziata anche io.

Fai una qualsiasi cosa che mi piace, basta che la fai tu.

Basta che quegli occhi sorridano, basta che il mondo si sciolga e...

Ti voglio felice, cazzo.

Felice nel senso vero del termine.

Dimmi come.

Metto un cosmo a soqquadro per quella risata vera.

[°°°]

Ho sognato che stavamo su un divano in una stanza bianco vuoto, una finestra appesa al nulla.

Tenevi la testa poggiata sul mio petto e dormivi su di me.

Il divanetto troppo stretto per metterci diversamente, ma nessuno si stava lamentando.

Io ti accarezzavo i capelli, ci disegnavo dentro e sorridevo come una bambina.

Non importa come li muovessi, creavano morbide onde e ne restavo estasiata.

La pelle era calda, come il sole estivo sulla sabbia alle sette di mattina.

I piedi nudi, l'alba alla finestra timida su quel bianco nulla.

Tu dormivi tranquillo, come i bambini privi di pensieri o responsabilità, e io col sorriso sulle labbra.

E sapeva tutto così giusto da provare invidia.

Solo noi e l'alba.

Il mondo sciolto nei suoi capricci, così pallido e lontano da risultare allucinazione.

Ti ho lasciato un bacio sulla fronte e ti sei svegliato, mi sono scusata e hai riso impastato nel sonno.

Hai mormorato un «smettila» e mi hai stretta di più, come fossi fatta di nuvole e dovessi svanire in un battito di palpebre.

Non avevamo gli occhiali, ma tu non eri sfocato come tutto il resto.

Eri bello come sei sempre e nessun altro.

Ero bella come mi fai sentire tu e nessun altro.

Bugie, ma non per i nostri occhi castano mare.

Ah! C'era anche odore di mare, vero!

Veniva da fuori la finestra e sembrava un quadro.

Il quadro del mondo che gioca a fare il dispettoso.

Ma noi eravamo troppo presi dal silenzio per dargli conto.

E lì, in quella bugia onirica, ho raccolto le mie incertezza e ne ho fatto origami.

Nessun dubbio, o paura.

Affrontare un "no" con la celata paura di ottenere un "si".

Ecco tutto.

Il foro fra cuore e polmoni s'è ricucito, ha promesso di star zitto per un po'...

Ora voglio che si realizzi tutto.

Mi devi un desiderio, ricordi?

Lo hai detto tu...

Desidero il tuo sorriso ogni mattina, da qui alla fine delle promesse.

Di qui al prossimo sole.

Mi vizi?

Mi fai sentire ancora bambina?

Mi sento una nuvola che ha abboccato all'amo, il pescatore è un casino ma mi piace proprio per questo.

Sei un casino da cui nasce un mondo in cui adoro perdermi.

Pezzo a pezzo.

Non ho fretta, aspetto...

Ma tu sbrigati a smettere di avere paura.

Sbrigati a giocare le tue carte migliori, vinci e consolami.

Al perdente spetta un bacio, l'ho deciso ora.

"𝚂𝚎 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒..."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora