Parlavamo di...auto?

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La giornata era proprio iniziata male.
Lo aveva capito appena sveglia, annusando l'aria.
C'era qualcosa di...insolito.

"Forse sarei dovuta restare a letto" Si disse, dopo l'ennesima pacca sulla testa da parte di Teras.

Il ragazzo torna a concentrarsi sullo schermo del telefono, immerso fra codici e algoritmi.
O giù di lì...

Lukes getta la spugna, sospirando pesantemente.

La situazione continuava ad essere una merda completa. Anzi, dal suo punto di vista -ovvero, tra l'ignara e l'esperta stampo fan serie TV- tutto stava lentamente precipitando sulla decadenza.

Non c'è un palese clima pesante, ma nemmeno tutta quella spensieratezza tipica di una combriccola.

Monarkes si alza dal suo angolino di pavimenti, leggera come una bambola si appollaia sulla sedia di plastica lì accanto, sprofondando di guancia sull'alta spalla di Teras.

«--no, dai...--parlare...-» Sente a stento, fra i bisbigli della coppia.

Automaticamente distoglie sguardo e attenzione.
Il concetto "litigio" non era parte di sé e della sua concezione.
Lei semplicemente lì sviava gli scontri.

Lukes incazzata, davvero, era uno spettacolo tanto raro come un colpo di fulmine.

Perché una coppia che si vuole quel "bene speciale" entra tanto in disaccordo?

Perché...tutto quel malessere a sporcare il candore di quel agapè?

Lo sguardo le ricade a sinistra, su due sedie disparte vi erano curvi Strateghe e Ailuros.

Anche fra loro c'è puzza di bruciato...

«Tutto okay, Lukes?» Sente solo l'ovattata parvenza delle parole di Pareisaktes, né viso, né occhi.

Esce dal suo repertorio uno dei migliori sorrisi falsi, ritto fra quelle labbra piccole, tonde e costantemente schiuse «Si, va tutti benissimo...» Mente ancora.

[°°°]

«Dividiamoci in due macchine» Teras fa ruotare fra le dita le chiavi della scintillante poche grigia.

«Noi con te!!» Esclamano all'unisono Monarkes e Strateghe, già intente ad aprire la porta sigillata dal meccanismo.

Ailuros abbassa per una frazione di secondo gli occhi, un istante tanto breve da giocare al tempo un tiro mancino.

«E chi con me?» Azzarda, un tappo su quel tono rotto.

«Vengo io» Si fa vanti Lukes, sorridente.

A ruota Pareisaktes.

Ailuros annuisce, un ghigno divertito increspato sulle labbra con un grigio sulle iridi chiare.

[°°°]

I sedili davanti sono abbastanza comodi.

Il primo timido silenzio pallido e stretto.

La città, di colpo, non aveva più quel carattere tanto emozionante.
Solo un agglomerato di case e casupole casuali.

Ninnoli su di una tavola d'oro.

Quanti viaggi ha già fatto, in una sera sola, su quel sedile?

Perché, poi, era sempre quando la strada le si avvolgeva alla spalle che tutto acquisiva senso?

Anche per Elleiros era, più a meno, andata così...

"Quanto vorrei baciarlo" Ricorda di averlo pensato, ma non sa se quella sera o in un'altra.

"𝚂𝚎 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒..."Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang