Plenilunio bastardo

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Sorge la luna e narcisista si specchia.
Il fiume sotto al ponte la vanta e la agghinda di complimenti, quanti i granelli di polvere nel vento.

È tonda, come la natura la fatta.
È tonda, solo perché un dio l'ha voluta donna per capriccio.
Sennò l'avrebbe fatta diverse, ma lei ama essere perfettamente così com'è in questa notte.

Il cielo è il suo palcoscenico, avida e ingorda dispensa il pallore di un raggio.
Tale solo ai sorrisi strappati di forza o d'inganno.
Silenzio. Lo stesso che teneva geloso fra le grinfie l'arché dell'universo quando decise di iniziare a esistere.
Silenzio, quasi pensare fosse un atto profano.

E poi, nell'intervallo d'un sospiro, irrompe il canto d'un lupo e il grido di donna.
Per un flebile istante, proprio come fu per il Big bang.
Un secondo che si stanca di chinare la testa al fato, un colpo di mano ed ecco.
Non si torna più indietro.

Sopra al ponte si vede bene il paese relegato.
Quando la luna bacia il culmine della notte, quel l'angolo di mondo è teatro di tragedia.
È incontro tra incanto e maleficio.

Vi è un ragazzo, uno come i tanti frutti del capriccio divino, uno dei tanti solo agli occhi disattenti.
Sotto al sole gagliardo si tinge di pelle, di pensieri e di ragione.
Sotto al sole reprimere ringhi e sacrilegi.

Veste abiti, perché la civiltà lo impone.
Perché la storia in cui è stato scaraventato si è arrogata il diritto sul giusto e sbagliato.
E la pelle è motivo di scandalo agli occhi dell'uomo comune...
Per lui, il sole e il giorno sono prigione.
Lui che sogna correre e sentire la terra viva invece che le suole delle scarpe.

E ancora, sotto al sole si aggira un cuore di femmina fra pelo e zampe.
Un manto bianco, una postura china e l'impossibilità di ammirare il cielo.

Chi crederà mai che anche un cane detiene la divina follia?
Chi mai si curerà dei suoi sogni e desideri?
L'uomo, come bestia, ammazza già abbastanza occhi fraterni...
Non ha tempo per le altre bestie del vicinato.

Ma lei è femmina e canide, è eleganza e bestialità camuffata da svago e responsabilità.
Lei è pensiero e parole e arte.
Però, il sole e il giorno la relegano alla postura china d'un animale.
Il cielo dolce e lontano, il ringhio costante sulle labbra.

Ma si sa che la notte è la miglior confidente...
Sarà anche diva, sarà un po' puttana, ma ascolta ogni lagna che nella cocente notte suona consona.

Tale fu, tale è, che ascoltato pianto e guaito i due mutarono natura.
Il silenzio cessò di esistere.

Lui corre senza suole, il vento fra il grigio pelo che non necessita vesti.
Le zanne che saggiano i ringhi e i guaiti.
Gli occhi d'un lupo che vede il mondo per la prima volta, selvaggio.

Lei ora vede il cielo, vasto e rubato dalla tonda luna.
E lei è bianca, tutta bianca, come quella pietra prediletta incastonata nel creato.
Bianca di dita, di ciglia, di piedi. Bianca lungo la schiena e fino all'ultimo ciuffo di capelli.
Ed è calda, perché la pelle freme nel vento sotto ai vestiti.
Ed è diversa, come sarebbe sempre dovuta essere.

Assurdo!
Lui corre su quattro zampe e lei su due.
Lui non vede il cielo e lei lo loda.
Lui ulula e lei grida.
Assurdo!

E tutto suona giusto, giustissimo.
Come la neve una mattina di gennaio sui rami spogli, a far da coperta sullo scontato legno.
Suona come una follia, la divina follia impressa fra le gialle pagine d'un dio bacchico.

E corrono e urlano e vivono.
La notte il loro parco giochi, la loro cavia da laboratorio. E nessun può fermarli.
Piede bianco e zampa grigia sulla gelida pietra del ponte.
Corrono, ma il tempo sembra essersi fumato qualcosa di pesante tutto d'un tratto, perché ogni cosa va lenta nonostante.

Il respiro udibile, così come il cuore che batte all'impazzata.
Batte come lo facesse per l'ultima volta, pompa il sangue frizzante fra le vene sottili, che per poco non le spacca.

E i loro occhi, che di cielo non hanno nulla, si ammantano l'uno dell'altra.
Ed è un nuovo Big bang, più forte, più violento.
Fa un tale casino che ragionare è contraddittorio e di terza mano.
In quegli occhi, per un battito, vi si rivedono non lupo e donna, ma uomo e cane.

È istinto che supera i limiti imposti dall'Io a suggerirlo.
O forse solo il dio bastardo della fortuna che si è lasciato scappare una soffiata.
Fatto sta che i loro cuori battono sulla stessa frequenza ed è tutto più semplice da capire, come impossibile da spiegare.
Sembra che l'universo lì abbia voluti così, diversi la notte, solo per fargli collidere gli occhi e godersi lo schianto.

Le parole sono uno strumento sciocco e incompleto, i fatti sono plastici ed eterni.
Ecco perché la morte non è un pugno di parole.
Ecco perché l'amore si fa sua pari sull'altra estremità della bilancia.

Lupo e donna corrono l'uno di fianco all'altra e con uno sguardo si dico d'una vita intera.
Non c'è tempo per fermarsi, se ci fosse il dubbio e la paura tornerebbe a fare da spine sotto la coscienza.

Lupo e donna si sorpassano, si sfiorano fra le dita di lei e il manto di lui.
E la tonda luna sarà loro ambasciatore la notte a seguire.
Farà uno strappo alla regola e resterà tonda e narcisista ancora un po'.
Igniorerà la legge e farà sì che quel misero contatto occhi-ad-occhio si ripeta.

Rivuole il fracasso dello schianto, rivuole godersi la chimica dietro quell'atomica.
Anche lei è dipende dal loro amore di sguardi e non detti.
Anche lei del caldo sole vede solo l'ombra e il ricordo d'una eclissi.

Già, uomo e cane che varicano il divieto imposto dall'amicizia.
Loro ossessi come lupo e donna da un amore quasi pagano, quasi scandaloso.
Fatto solo di sguardi, perché di tempo e occasioni non ne hanno.
Fatto di illusioni, perché l'onirico che li attrae è come l'adrenalina in circolo.
È utopia senza dialettica.

Il ragazzo ama la donna di pelle bianca che smette di avere quattro zampe.
E viceversa, lei ama le quattro zampe grigie che smettono d'esser due e di portar scarpe.

Magari, se uno dei due rompesse l'incanto...
Se uno restasse o animale o umano...
Forse, noterebbe come quell'amore non è solo onirico e ribellione.
Non è solo pelle e ululati.

Ma cos'è, perché ci si possa fare olio su parola su carta su tela?
Cos'è, se non tutto nel semplice e niente nel complicato?

Ora, questa notte, sul ponte di pietra ci sta anche il rosso delle lacrime e dei lamenti.
Paura è più forte della sorella Coraggio, fa lo sgambetto e piange sul latte versato...
Povera scema!

È una tragedia, quindi?
Come Catullo e Lesbia, come Achille e Patroclo?
Come lo stereotipo di Romeo e Giulietta, che non da onore a questa storia...
Ma chi lo sà davvero?

Loro, fra pelle e manto, sono bianco e grigio sotto gli occhi del destino.
Ma la fortuna veste nero e gioca a far da stronza con chi è vittima d'un sentimento non terreno.
Attende che il tempo e il fato siano distratti per barare a questo gioco.

La luna è tonda perché donna.
L'amore rosso perché ferito corre e si guarda con la metà di sé, quella persa
col primo vero bacio fra uomo e bestia.

Quando anche il Bing bang era solo il pensiero del dio.
E il vento il prediletto del tutto.

"𝚂𝚎 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒..."Où les histoires vivent. Découvrez maintenant