Capitolo 33

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Continuo a fissare il mio cellulare incapace di muovermi o parlare. La mia mano trema, il mio cuore cessa di battere per qualche secondo ed il mio respiro diventa irregolare.

Cosa vuole questa persona da me? Chi è ? Come fa a sapere dove sono?

Queste tre domande risuonano nella mia testa. Proprio non riesco a capire e l'ansia inizia ad impadronirsi di me.

<Cos'hai?> chiede Jason provando a sbirciare sul mio cellulare

Subito lo spengo e prendo un bel respiro. Non voglio che lui lo scopra, infondo non so ancora nulla di questa storia e dirglielo, non migliorerebbe la situazione.

<Nulla> riesco solo a dire cercando di mostrarmi calma

<Allyson sei diventata improvvisamente pallida> sbotta subito dopo <Dimmi che cazzo hai!> urla innervosendosi

<Non sono affari tuoi> taglio corto riponendo il cellulare nella tasca del cappotto

Lui si avvicina ancora di più a me e prende il mio mento tra le sue dita facendomi alzare lo sguardo. Punta i suoi occhi nei miei ed è inutile dire che basta questo per far iniziare a tremare le mie gambe....

<Quando si tratta di te, sono sempre affari miei!> dice con tono duro, quasi come per mettere in chiaro un qualcosa che in realtà continuo a non capire

Per alcuni secondi credo di essermi solo immaginata le sue parole, ma quando realizzo che non è così, una felicità mista ad una grande rabbia inizia ad impadronirsi di me.

Che cazzo di problemi ha questo ragazzo? Un giorno dice di non voler stare con me e mi ordina di uscire dalla sua vita ed il giorno dopo questo....

<Devi smetterla di comportarti così!> urlo arrabbiata allontanandomi da lui

<Non mi comporto in nessun modo> taglia corto irrigidendosi

< Invece si Jason, ti comporti come se ti importasse davvero qualcosa di me!> continuo ad urlare fuori di me

Sono stanca, stanca dei suoi sbalzi d'umore, stanca di non capirci mai nulla. Non può continuare ad entrare ed uscire dalla mia vita come nulla fosse...

<Ma a me importa cazzo> stavolta urla anche lui e tira un calcio alla ringhiera facendomi sussultare

Siamo entrambi furiosi, entrambi fuori di noi e ho paura che la cosa possa degenerare...

<E allora perché continui a mandarmi via?> stavolta uso un tono più calmo, urlare non servirà a chiarire la situazione

Lui non risponde, scuote semplicemente la testa e porta le mani al viso in segno di disperazione.

Passano minuti interminabili in cui nessuno dei due parla e capisco sempre di più che lui non riuscirà mai a spiegarmi nulla.

<Devi dirmi cosa è successo> ordina serio puntando nuovamente lo sguardo su di me

<Non lo farò se non rispondi alla mia domanda> ribatto incrociando le braccia al petto

Non starò più al suo gioco, se Jason non vuole darmi risposte allora io non sono tenuta a darle a lui.

<Allyson...> mi rimprovera

You are the light to my shadowWhere stories live. Discover now