Capitolo 34

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<Allyson...forza alzati> una voce mi parla ed apro gli occhi
È tutto buio, è il solito posto, é il mio incubo, ma stavolta a parlarmi non è mio padre...
<Dai, fa presto> Jason mi porge una mano
<Tu..tu non puoi essere qui> balbetto confusa
<Devo aiutarti Allyson> continua a dire facendomi segno di alzarmi
Non dovrebbe esserci lui, non dovrebbe far parte di tutto questo, ma penso di essere stata proprio io a lasciarlo entrare.
<Ally, ascoltalo, devi scoprire la verità> stavolta spunta fuori anche mio padre ed è lui a parlare
<Quale verità?> domando prendendo la mano di Jason e riuscendo ad alzarmi, ma nel momento in cui lo faccio, scompaiono entrambi e le mie gambe iniziano a tremare.
La testa mi gira, non riesco a vedere nulla e alla fine cado, come ogni volta, come tutte le volte...

Apro gli occhi di soprassalto e faccio un lungo respiro per calmarmi. La luce del mattino mi arriva dritta negli occhi e sono costretta a chiuderli per qualche secondo.

Li riapro mettendomi seduta e ci metto qualche secondo prima di ricordarmi dove sono e perché.

Ieri alla fine si era fatto troppo tardi, così ho accettato di restare a dormire qui. L'idea di dormire nello stesso letto con lui mi imbarazzava da morire, ma stavo troppo male per pensarci.

Lui mi ha tenuta stretta tutta la notte, non mi ha mai lasciata e penso sia stata una delle sensazioni più belle della mia vita.

Vedere questo letto vuoto adesso, però, mi ricorda come stanno le cose. Jason arriva e va via quando gli pare ed io gli sto continuando a permettere di farlo.

Mentre Jason continua a sparire, io mi sto legando sempre di più a lui, lo sto facendo entrare totalmente nella mia vita, nei miei pensieri, addirittura nei miei incubi...

Sono sempre più confusa da ciò che sogno quasi tutte le notti. Sembra che mio padre voglia farmi capire qualcosa e sembra che Jason sia l'unico che possa aiutarmi a superare il mio dolore, ma non capisco perché proprio lui.

Scuoto la testa cercando di scacciare questi pensieri e mi alzo dal letto. Ho troppe cose a cui pensare, devo capire cosa significa quel referto, se è reale e soprattutto perché mia madre mi ha mentito.

Mi guardo allo specchio, indosso solo una felpa grigia di Jason che mi arriva poco più su del ginocchio e ho i capelli legati in una crocchia disordinata.

Ovviamente non potevo dormire con quel vestito così Jason mi ha prestato una sua felpa che probabilmente terrò, come ho già fatto in passato.

Esco dalla stanza e mi dirigo verso il salone dove trovo Jason vicino ad una finestra intento a parlare al telefono mentre fuma una sigaretta.

Indossa un pantalone di tuta grigio con una t-shirt bianca che fascia alla perfezione le sue braccia muscolose e piene di tatuaggi.

Giuro che prima o poi capirò il significato di ognuno di questi!

<Chiamami se ci sono problemi> dice serio a qualcuno dall'altra parte del telefono e attacca

È di spalle, non si è ancora accorto della mia presenza, così dico un semplice <Buongiorno> per attirare la sua attenzione.

Si volta di scatto ed i suoi occhi mi scrutano attentamente. Subito arrossisco sotto il sguardo, ma cerco di nasconderlo per non farglielo capire.

<Con chi parlavi?> chiedo vedendo che resta in silenzio

<Nessuno> taglia corto spegnendo la sigaretta ed ecco che ritorna il solito Jason antipatico.

È assurdo come passa dal consolarmi e abbracciarmi una notte intera, a rispondere a stento alle mie domande.

You are the light to my shadowWhere stories live. Discover now