9 - The Sublime

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Attraversarono la Clore Gallery con le sue pareti variopinte e il parquet lucido a passo lento, soffermandosi il tempo necessario per ammirare e commentare gli olii su tela di JMW Turner.

Venice, the Bridge of Sighs.
Snow Storm: Hannibal and his Army Crossing the Alps.
The Shipwreck.
The Burning of the Houses of Lords and Commons.

Walker gli aveva chiesto di dividersi in gruppi da due-tre e girare Londra alla ricerca di tracce del romanticismo inglese. Il frutto delle ricerche andava poi rielaborato in una relazione da consegnare e una presentazione da esporre in classe.

A Jem era subito venuto in mente Turner e i suoi dipinti esposti al Tate Britain. Cercò di convincersi che quel fulmineo collegamento mentale fosse legato più alla sua nota fama di pittore romantico e meno al fatto che fosse il pittore preferito di Will.

Non potendo fare affidamento su Andrew, aveva chiesto a Dan se gli andasse di lavorare insieme al progetto. Lui aveva accettato, con immenso dispiacere della platea di colleghe che si erano accapigliate per averlo, neanche si trattasse di scegliere l'accompagnatore al prom del liceo.

«Potremmo iniziare mettendo alcune di queste opere in una slide e presentandole brevemente, evidenziando la varietà di soggetti rappresentati e i parallelismi nelle atmosfere e nello stile» stava proponendo il biondo.

«Mmm, sì. Si potrebbe fare» concesse Jem prendendo appunti sul suo taccuino. «Io partirei dalla mitologia per poi passare ai luoghi del Grand Tour, Londra, le guerre napoleoniche e la rivoluzione industriale» disse indicando Rain, Steam and Speed - The Great Western Railway. «E concluderei con le sue più emblematiche rappresentazioni del sublime: come la sua sensibilità e sperimentazione artistica lo spingano a riprodurre su tela la fascinazione per l'incontrollabile forza degli elementi naturali. Le nubi dense e vorticanti per il vento impetuoso, le onde minacciose del mare in tempesta, i colori vividi di quei tramonti dal sapore impressionistico e il loro riflesso sull'acqua...»

«A quel punto, potremmo lanciare un questionario interattivo per capire se sono stati individuati gli elementi romantici nei quadri proposti.»

«Mmm, mi piace. E poi, volendo, si potrebbe fare un confronto tra la sua interpretazione del mondo e quella dello storico rivale Constable...»

«Guarda che non abbiamo tutta l'ora per noi» scherzò Dan mettendo un freno al suo slancio operativo. «Non vorrai strafare! Io penso che quello che ci siamo detti sarà più che sufficiente per fare un lavoro dignitoso e mantenerci entro i dieci minuti di presentazione.»

Dopo una prima occhiata indispettita, Jem realizzò che aveva ragione: doveva darsi una regolata se non voleva rischiare di andare fuori tema.

«È vero. Giusta osservazione» ammise infine a denti stretti.

«Ebbene sì, ho anche un cervello» ironizzò Dan, sollevando le sopracciglia chiare nella sua direzione.

«I-io non...» farfugliò Jem colto in contropiede «non ho mai pensato il contrario!»

«E allora perché quella faccia sorpresa?»

«Quale faccia?»

Dan gli lanciò un'occhiata scettica mentre scendevano la scalinata esterna lasciandosi alle spalle il bianco e neoclassico tempio di arte inglese dal sedicesimo al ventesimo secolo. «Comunque, a proposito di sublime, mi è venuto in mente un posto qui a Londra che penso potrebbe piacerti. Sei mai stato a St Dunstan in the East?»

«No. Perché, cosa c'è?»

Le labbra di Dan si curvarono in un sorrisino criptico.

«Se hai un po' di pazienza, lo vedrai con i tuoi occhi.»

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