Imperfect Dreams

35 - Maneater

Non era stato un sogno, era successo davvero: aveva baciato Dan e Dan aveva baciato lui.

Era stata la sua Epifania, l'anno zero, la rinascita.

Mandando all'aria paure e pregiudizi, si era spinto contro le sue labbra stupende senza pensarci due volte. E Dan aveva ricambiato con un tale trasporto da mandarlo in black out. Bacia da dio, era stato il primo pensiero che si era sorpreso a formulare.

Si erano baciati, più e più volte: era stato inaspettato e bellissimo. Ritrovarsi avvinghiato al suo corpo sul divano di casa sua era qualcosa che mai avrebbe creduto possibile.

Quando Dan se n'era andato, si era sentito svuotato e assalito da mille dubbi: si era chiesto se anche lui avesse provato lo stesso; aveva temuto fosse stato solo un attimo di debolezza, una parentesi che si era aperta e chiusa lì. Eppure, Dan gli era sembrato preso tanto quanto lui: l'aveva riempito di baci, oltre che di dolci.

Come doveva interpretare tutto ciò? Con uno spirito libero come il suo, non voleva certo illudersi di avere la priorità sugli altri, allo stesso tempo, non riusciva a non pensare al loro prossimo incontro...

Cosa si aspetta da me?

E io cosa mi aspetto?

Imbarcarsi in una relazione segreta con un ragazzo, per di più conosciuto da poco e con una vita e una mentalità così diversa dalla sua, era folle.

Cos'avrebbero pensato la famiglia, gli amici, Sara se l'avessero saputo? Che ne sarebbe stato della loro storia? Come aveva potuto un bacio rimuovere più di due anni di relazione con la sua migliore amica e compagna di vita? Era sfumato così il suo primo amore? Poteva esistere un secondo primo amore? Come avrebbe gestito il casino in cui si era cacciato?

Su questi interrogativi rimuginava Jem mentre Benji, seduto a fianco, definiva la scaletta delle attività d'intrattenimento previste per luglio da Mark e Stan.

«Una volta suddivisi gli ospiti in piccoli gruppi, io farei partire il tour da Lucas con la presentazione dei videogiochi nella galleria dei poster. Poi saliranno al secondo piano, dove tu e Alex mostrerete le nostre postazioni e lo studio di registrazione; io e Wang li attenderemo nella gaming room per l'esperienza di realtà aumentata. Andrew gestirà gli ospiti in entrata e in uscita, intrattenendoli con la sua infallibile parlantina e il buffet allestito dal catering...»

«Sperando che l'entusiasmo non lo porti a rimpinzarsi più del dovuto» puntualizzò Jem, riconnettendosi all'ultima frase.

«Ah ah, tranquillo! Incaricherò i camerieri di tenerlo alla larga dal tavolo delle tartine e degli alcolici.»

«Soprattutto dagli alcolici! Ci serve sobrio almeno fino al lancio del videogioco.»

«Che avverrà dopo l'intro musicale e il countdown proiettato in sala conferenze. Alex si occuperà di luci, audio e video. Ho già riservato le prime file per direttivo e ospiti di riguardo. Metterei qui il personale, che dici?»

Quando Jem tese il collo verso il foglio con i nominativi segnati sui posti a sedere, Benji notò una chiazza rosso-violacea emergere dal colletto della camicia.

«Ahaaa, ora capisco!» esclamò eloquente, spostando lo sguardo dalle occhiaie al collo di Jem. Alla sua espressione interrogativa, lo scapigliato biondino gli puntò il gomito sul fianco e sfoggiò un ghigno complice.

«Ragazza famelica, eh?» ammiccò, palesando una vena di curiosità morbosa che Jem era solito attribuire ad Andrew. Gli ci vollero un paio di secondi per riprendersi.

«Oh, e-ehm... già» farfugliò, tirando su il colletto d'istinto mentre immaginava la sua faccia assumere lo stesso colore del maglioncino di Benji.

Ripensò al giorno precedente e ai brividi di piacere che i baci di Dan gli avevano fatto correre lungo la schiena. La bellezza scultorea del suo corpo, la sensualità dei suoi gesti, l'avevano rapito e trascinato in un vortice di pulsioni mai provate. Era stato come immergere in una vasca d'acqua bollente le proprie membra bisognose di ristoro dopo un giorno passato al freddo. Ripensò alle loro mani intrecciate, ai respiri concitati, alla sua bocca che scendeva lenta a marchiargli il collo...