31 - Missed Calls

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Sceso in strada, Jem alzò gli occhi al cielo grigio che ammantava Londra, chiuse le palpebre e inspirò l'aria umida di quell'ultimo giorno di aprile. Sebbene fosse già primavera inoltrata, le giornate continuavano a essere uggiose e la temperatura non accennava a salire oltre i sedici gradi.

Imboccò la trafficata Brixton Road, diretto alla stazione metro. I rumori della City erano tornati a inondargli le orecchie: le ruote di auto e tram rigavano l'asfalto nero e il via vai di pedoni originavano quell'inesauribile flusso vitale che era la cifra della capitale inglese.

Fu strano trovarsi immerso nella caotica normalità dopo quella notte disinibita e l'ancor più surreale risveglio sul divano di Dan. Gli sembrò di essersi svegliato solo in quel momento, circondato da persone e autoveicoli che sfrecciavano nel suo campo visivo.

Le sue labbra s'incresparono al pensiero di Dan in tenuta casalinga che gli serviva con disinvoltura la colazione e si preoccupava per lui. Si strinse nelle spalle e, con aria sognante, mise le mani nelle tasche della giacca. Estrasse il cellulare per controllare eventuali aggiornamenti, e solo allora si accorse che era offline.

Ecco perché nessuno mi ha ancora scritto...

Spenta l'icona dell'aereo, venne travolto da una raffica di notifiche.

7 missed calls. 15 messages.

Chiamate perse e messaggi, scritti e vocali, da parte di Andrew, Benji, Lucas... perfino Stan!

"DOVE cazzo sei?!"

"JJ, che fine hai fatto?"

"Siamo tutti qui, manchi solo tu!"

"Stiamo per cominciare. Ti aspettiamo?"

Jem strabuzzò gli occhi, si batté il palmo sulla fronte e imprecò contro se stesso. Provò a chiamare Andrew, ma senza successo.

Possibile che fosse già in sala riunioni? E se l'incontro fosse alle dieci e lui ricordasse male?

Gli occhi saettarono sullo schermo del telefono: le 09:45.

Cazzo!

Si precipitò giù per le scale della metro, scansando in malo modo le persone sulla sua scia e pensando già alle facce di Mark e Stan.

Come aveva potuto sbagliare orario? Si era lasciato incantare da Dan al punto da dimenticare i suoi impegni?

Scostò agitato i capelli dalla fronte sotto al tabellone del prossimo treno, calcolò il tragitto di lì a Oxford Circus e dovette presto rassegnarsi all'evidenza che non sarebbe mai arrivato in tempo.



La riunione era iniziata da dieci minuti nella sala finestrata su un lato e adornata con piante agli angoli e poster di videogiochi nelle tre pareti circostanti. I posti attorno al tavolo rettangolare in vetro erano tutti occupati dal team di creazione e produzione.

Tutti tranne uno.

A un capo del tavolo, Mark e Stan stavano condividendo lo stato dell'arte sugli obiettivi prefissati per la realizzazione del nuovo videogioco, analizzando la performance complessiva e gli imprevisti emersi in fase di lavoro.

«Ahi ahi, prevedo un bel cazziatone» sussurrò Benji all'orecchio di Andrew, il quale si limitò scrollare le spalle. «Vorrà dire che se lo sarà meritato» borbottò, scuro in volto.

Toc toc.

Due colpi secchi interruppero la presentazione dell'ultimo report di vendite proiettato sulla lavagna multimediale da Mark. Quest'ultimo irrigidì la mascella mentre gli occhi dei presenti schizzavano dal suo grafico alla porta.

Imperfect DreamsWhere stories live. Discover now