𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 3

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Alzai lo sguardo, ci misi poco a realizzare che non mi trovassi nella mia stanza. Strinsi le coperte rosso fuoco incredula tentando di riversare tutta l'emozione e l'adrenalina che avevo in corpo, in modo tale da non urlare di gioia.

Mi diedi un pizzicotto sul braccio per avere la certezza che non fosse tutto un sogno, mi alzai dal letto poggiando i piedi al suolo iniziando a toccare ed annusare qualunque cosa mi si presentasse davanti in modo tale da realizzare il fatto che fosse tutto reale.

Ce l'avevo fatta.

«T/n, non sei ancora pronta?», disse una voce femminile alle mie spalle, «metti la divisa, siamo in ritardo, vuoi o no fare colazione?»

Mi voltai, si trattava di Hermione in carne ed ossa, rimasi a fissarla per qualche secondo incredula non sapendo neanche come comportarmi, «t/n? Ti hanno lanciato un pietrificus totalus, o grattastinchi ti ha mangiato la lingua?»

Scossi la testa tornando in me, «uhm- ecco-», balbettai tentennante, tentando di rimanere il più neutrale possibile, «vado a mettere la divisa», mi voltai guardandomi intorno, dopo di che girai nuovamente il busto verso Hermione, «ehm, ricordi per caso dov'è che ho messo la divisa?»

La ragazza aggrottò le sopracciglia e lasciò sfuggire una risata dalle sue labbra, «ma che hai oggi?», scosse la testa ridendo e mi indicò un armadio, «è nel tuo armadio, testa tra le nuvole»

Incurvai le labbra verso l'interno sentendo una sensazione di imbarazzo dentro il petto, «giusto», sibilai.

«Ti aspetto in sala comune, veloce che siamo già in ritardo, gli altri ci aspettano», disse, uscendo dalla camera femminile dei Grifondoro del sesto anno.

«Quindi sono una Grifondoro», mormorai tra me e me, dirigendomi verso l'armadio, «il test su Wizarding World non è poi così accurato come tutti dicono», ridacchiai e presi la divisa, indossandola con maldestria.

Scesi in sala comune raggiungendo Hermione, ancora non riuscivo a credere ai miei occhi, ogni sensazione ed ogni tocco era reale, riuscivo a avvertire qualunque odore ed qualsiasi rumore presente, lasciando che percepissi addirittura il battito del cuore martellare all'interno del mio petto con entusiasmo.

Mi guardai intorno osservando con cura ogni dettaglio più irrilevante, accarezzai il soffice divano rosso in velluto percependo la sua delicatezza sul palmo della mia mano. Alzai lo sguardo, vedendo scendere velocemente anche gli altri.

«Harry, sistemami la cravatta!», tuonò Ron accarezzandosi i capelli spettinati.

«Solo un attimo Ron, non vedi che mi sto sistemando anch'io?», battibeccò Harry, abbottonando la sua camicia bianca.

«Finalmente!», esclamò Hermione, «ed io che pensavo che fossimo noi ad essere in ritardo», sbuffò, «dai veloci, o sul tavolo non rimarrà niente, sapete anche voi che a colazione i gemelli non lasciano neanche una gelatina.»

Marciammo fino alla sala grande, sembrava che tutti già mi conoscessero come se fossi ad Hogwarts da una vita. Ci sedemmo al grande e lungo tavolo imbandito dei Grifondoro, e mentre guardavo con occhi incantati tutto il cibo presente, mi cadde lo sguardo sul tavolo dei Serpeverde.

Cercai con lo sguardo Draco, il ragazzo biondo platino per cui persi la testa da bambina sin da quando vidi la saga per la prima volta. Le mie pupille vagavano lungo tutto il tavolo cercando il suo volto pallido, ma a quel tavolo non c'era traccia di lui.

Continuai a tenere lo sguardo fisso lì, osservando per bene una seconda volta, ma vari schizzi di succo bagnarono il mio viso, facendomi sobbalzare e lasciando che fuoriuscisse un sussulto dalle mie labbra, «cazzo!»

I gemelli scoppiarono a ridere divertiti, «ti eri imbambolata, così abbiamo pensato di farti sbloccare», scherzò Fred con una cannuccia in mano.

«Non facendo una cerbottana su di me!», sbuffai e presi un tovagliolo per asciugare le gocce sulla mia faccia.

«Suvvia, è succo di zucca, mica vomito di folletto», rise George continuando a soffiare dall'estremità della cannuccia, lanciando il succo a chiunque.

Finimmo la colazione e seguii gli altri dirigendomi verso le classi. Raggiungemmo la classe di difesa contro le arti oscure, ovvero la materia della prima ora, «manteniamo i soliti posti?», domandò Harry.

-Cristo, e ora dove sono seduta?-, pensai mantenendo lo sguardo basso.

«No», disapprovò Ron, «stavolta io sto accanto a t/n»

Hermione sbuffò, «e va bene, ma solo per oggi.»

-Grazie a Dio-, emisi un sospiro di sollievo.

Non appena misi piede all'interno dell'aula, non feci a meno di notare una testa biondo platino infondo la classe. Il mio cuore balzò fino a bloccarsi in gola, trasmettendomi una sensazione di soffocamento simile ad una corda di spago che stringe il mio petto sempre di più.

Mi fermai sui miei passi stringendo la tracolla della mia borsa in pelle, fissando con occhi illuminati il ragazzo dalla testa bassa che non mi degnò neanche di uno sguardo.

«Te ne sei accorta che ti sei bloccata proprio in mezzo al cazzo, specie di Grifondoro?», sbuffò Pansy, che urtò bruscamente la mia spalla dirigendosi verso il banco su cui era seduto Draco Malfoy.

«T/n, ma che hai oggi?», si avvicinò a me Hermione afferrando il mio polso e trascinandomi verso il banco di Ron, «stai ancora dormendo?», rise.

«Oh, ehm- io- cioè-», balbettai continuando a mantenere lo sguardo fisso su Draco;
Scossi la testa e mi voltai verso i miei amici, «no, cioè sì, sono ancora stanca», dissi freneticamente mentre le mie guance diventavano pian piano bollenti.

Mi sedetti partecipando alla lezione, presi dalla toga la mia bacchetta in legno maneggiandola con cura. La osservai attentamente, lasciando che il mio tatto percepisse quanto fosse liscia e levigata.

Maneggiavo la magia come se la praticassi da una vita, rimanendo addirittura incantata da essa come quando una bambina vede per la prima volta i fuochi d'artificio.

Le ore passarono in fretta, ma ad ogni lezione a cui partecipavo non riuscivo a distogliere lo sguardo dal biondino. Durante l'ora di pozioni, spostai un attimo lo sguardo verso di lui, rimanendo incantata a scrutare ogni suo lineamento con particolarità.

I suoi occhi incrociarono i miei, improvvisamente percepii come una scossa salire lungo tutta mia schiena, all'interno del mio stomaco era come se ci fossero le onde del mare esposte ad una tempesta ed il mio petto si rizzò in una sensazione di soffocamento.

Egli alzò un sopracciglio ed io mi voltai di scatto verso la cattedra, con espressione irrigidita e colma di imbarazzo, lasciando addirittura che le mie guance continuassero ad arrossire sempre di più.

Iniziai a girare nervosamente i pollici, grattai la pellicina tentando di tranquillizzarmi, fino a far uscire del sangue, ma il mio cuore continuava a battere freneticamente, senza sosta.

Le mie pupille guizzavano tra Draco ed il professor Piton, facendo sì che questo mio nervosismo improvviso facesse fare un'espressione dubbiosa al biondo, che mentre scriveva sulla sua pergamena continuava a spostare lo sguardo aggrottato verso di me come se fosse confuso.

Le lezioni finirono ed io uscii dalla classe di corsa, senza neanche attendere gli altri. Camminai lungo i corridoi a passo veloce, mantenendo lo sguardo basso e vagando senza meta, finché una presa salda non mi afferrò il braccio facendomi voltare.

You saved my life | Draco Malfoy (+16)Where stories live. Discover now