𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 18 - parte 1

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Ai bambini vengono narrate sempre le stesse storie. Una di quelle storie mi è rimasta impressa, come gocce d'inchiostro che marchiano la carta. La conoscevo a memoria, e ogni volta che qualcuno cominciava a raccontarla, i miei occhi inchiodavano come tasselli di un puzzle frase dopo frase, con l'intento di scoprire più a fondo ogni significato nascosto.
"C'è un precipizio, è così illusorio che si dice che chiunque si ci avvicini inizi a nutrire il desiderio di volare, nonostante la consapevolezza che per quanto possiamo essere liberi, non siamo capaci di usare le ali. Tutti sapevano, però, quanto potesse ingannare anche il cuore più cristallino, lasciandolo precipitare in quel vuoto senza fondo.
Ma più quel maestoso principe si avvicinava, più il fondo gli sembrava buio. Un'oscurità uguale alla pece, da far desiderare alla sua anima di aprire il tendone che porta nell'ombra. Dietro di lui una misera pastorella scorse da un cespuglio di more, ma fu troppo tardi, perché mentre lei tentava in qualunque modo di ricordargli che non era quell'aquila che credeva di essere, lui aveva già perso l'equilibrio, ritrovandosi avvolto da una nube di vuoto che si ripeteva nel tempo, senza mai una fine."

*

59...60...61...
La mia mente riesce ad assumere la leggerezza di un soffio, il formicolio si fa strada sui miei arti mentre resisto a non grattarmi il naso.

L'ansia persiste su di me come un grande mantello in grado di ricoprire tutto il mio corpo, la paura di non farcela si espandeva come una macchia liquida ed il pensiero dello script invadeva le bolle nella mia testa.

Aprii gli occhi di soprassalto, il buio si posava sul tetto di quella stanza, «Hermione?», pronunciai con un filo di voce, colmo di speranza, senza voltare lo sguardo per paura di non vedere ciò che desideravo ardentemente.

Nessuna risposta arrivò.
Mi voltai, la sveglia digitale sul mio comodino segnava le 02:24.

Niente numero angelico, per poco.

«Che cazzo.», mormorai spostando lo sguardo in alto. Chiusi gli occhi e lasciai che trapelasse un sospiro profondo mentre la concentrazione prendesse parte nella mia mente.

32...33...34...
Ancora nessun sintomo, piccole gocce di sudore tracciano una linea sulla mia fronte mentre mantengo la concentrazione.

59...60...61...
Sento come se i miei arti si stessero sollevando. Le mie dita, leggere come petali di rosa, non percepiscono la profondità.

85...86...87...
Mi addormento.

Iniziai a salire le scale in ferro più veloce che potessi, le mie gambe chiedevano di fermarmi ma io non ne avevo alcuna intenzione. Arrivai in alto, su quella torre di astronomia ormai popolata dai mangiamorte.

Il mio sguardo si pietrificò sull'unica persona di cui mi importasse qualcosa, «Draco...», pronunciai in un accenno di respiro.

In un battito di ciglia, una luce verde accecante mi colpì in pieno petto, lasciandomi cadere sul pavimento.

Sussultai quasi perdendo il respiro ed alzai di scatto il busto dal letto a baldacchino, il cuore martellava con foga la gabbia toracica mentre la penombra degli altri letti mi fece accennare un sorriso;
Chiusi gli occhi e portai una mano sul petto, proprio dove sta il cuore.

Che se ne vada a fanculo Cory, ce l'ho fatta, sono tornata

Nella mia mente sfrecciò qualcosa, e immediatamente sollevai la manica del pigiama, controllando il mio avambraccio. Era lì. Il marchio nero era inciso sulla mia pelle allo stesso modo di una macchia indelebile e permanente su un misero pezzo di stoffa.

You saved my life | Draco Malfoy (+16)Where stories live. Discover now