𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 22

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Chi cazzo sei?...

Dimmi il tuo segreto

Spesso la mente gioca brutti scherzi

Ti ho fatto un regalo

Tanto siamo sotto la stessa alba, giusto?

Posso disegnarti?

Allora da oggi sei la mia alba, t/n

Mi hai salvato la vita.

Quindi riconosci che aggiungo un po' di colore alla tua vita?

Questo fiocco di neve è come te

Guarda le ali di questa farfalla...ci rappresentano

Saresti una musa perfetta

Perché ti comporti così?

Basta.

Ti amo, t/n.

Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,
Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo, Ti amo,

Ti amo.

*

«Avada Kedavra.»

Un bagliore verde si propagò su tutta torre.
Quella luce era talmente accecante quanto il sole guardato ad occhi nudi.
Come quando da piccola sfidavo me stessa a guardare il sole per più tempo possibile, senza distogliere lo sguardo, ma poi finivo per voltarmi e non vederci più per qualche secondo.

Ecco, quella luce mi aveva accecata allo stesso modo.
Ed io, mi voltai, strizzando gli occhi pur di non venire accecata.

E le mie gambe tremarono fino a cedere,
E le mie orecchie iniziarono ad ascoltare il vuoto più totale,
Ed i miei occhi videro il buio,
Ed il mio petto iniziò a bruciare,
Ed il mio cuore, in quella realtà, cessò di battere.

*

Un sussulto rumoroso mi fece alzare con uno scatto, facendomi portare istintivamente una mano sulla parte sinistra del petto. Il cuore sembrava impazzito, martellava all'interno della gabbia toracica come se stesse supplicando disperatamente di uscire.

Gli occhi spalancati, le gambe che tremavano nonostante fossi stesa sul letto ed il buio della notte che mi inghiottiva in quella stanza in cui ero interamente sola, se non in compagnia del chiaro di luna.

Con lo sguardo fisso nel vuoto, la mia mente inchiodò come tasselli di un puzzle ogni istante di quella scena, lasciandomi percepire, tassello dopo tassello, cosa fosse realmente accaduto.

«No...», accennai con un filo di voce, «no no no. Cazzo, no.»

L'agitazione iniziò a mangiarmi, espandendosi velocemente e mischiandosi al sangue che scorreva caldo nelle mie vene.

Mi stesi di nuovo sul letto, assunsi la posizione a stella e tentai di non farmi prendere dal panico. Cercai di assumere la concentrazione necessaria per poter manifestare, tentai di ascoltare il silenzio della notte ed il rumore della stelle, fino ad arrivare al brusio dell'universo.

1...2...3...
98...99...100.

Nessun sintomo.

Nessun formicolio alle gambe, continui pruriti in ogni parte del corpo, i miei arti che continuavano ad essere tesi.

Non riuscivo a stare calma, non riuscivo a smettere di coprire la mia mente da tutti quei pensieri.

Quel groviglio,
Quel famoso groviglio di spago intrecciato che abitava la mia mente,
Adesso quei fili erano diventati cotone,
Ancora più fini, ancora più difficili da sciogliere, sempre più impossibili da comprendere.
Se prima nutrivo la speranza che con un po' di impegno e sacrificio riuscissi a scioglierli, adesso non mi donavano tregua.

Ma soprattutto, non riuscivo a dare una risposta alla domanda che martellava nella mia testa da quando mi sono risvegliata nella cr: sono davvero morta?

Quel bagliore verde che fuoriuscì dalla bacchetta di Bellatrix, che come una fulmine si scagliò contro il mio petto esile, lasciandomi scontrare contro il pavimento, priva di ogni respiro, con il buio che pian piano mi inghiottiva e l'universo che mi respingeva da quella realtà.

Mi portai le mani su entrambe le estremità della nuca, stringendola in una reazione di nervosismo, «dai, cazzo!», tentai di rigettare quel pensiero fuori dalla mia mente, dovevo concentrarmi, non poteva essere davvero finita.

Aprii il cassetto del mio comodino e presi gli auricolari. Il filo era aggrovigliato, un cumulo di nodi che si era creato da solo, senza che nessuno li avesse toccati. Li lanciai sul letto, mi portai le mani tra i capelli ed emisi un verso infastidito.

Grovigli e nodi, dappertutto;
Non ne potevo più, ormai le mie giornate erano caratterizzate solo da questo.
Non riuscivo a sfuggirgli.
In quell'istante, anche la corda più grossa, sembrava essere un nodo impossibile da sciogliere.

Seduta sul letto a gambe incrociate, con la luce del comodino accesa e la concentrazione puntata verso quegli auricolari, riuscii finalmente a scioglierli. Tirai un sospiro sollevata e li attaccai al cellulare, mettendo dei preliminari.

Mi stesi nuovamente sul soffice materasso, ormai freddo, assumendo la posizione a stella e assicurandomi che nessuno dei miei arti si toccasse. Chiusi gli occhi, feci dei respiri profondi e mi concentrai.

Quei suoni leggeri mi cullavano, mi sentivo come se stessi fluttuando nei meandri della galassia, nuotando tra le immensità della via lattea.

52...53...54...
L'unica cosa che avverto è del prurito sul naso, tento di non cedere e non grattarmelo, anche se sta distraendo la mia mente.

60...61...62
Arriccio il naso in preda al prurito;
Sbuffo rumorosamente e ricomincio da capo.

16...18...22?-
Dove ero arrivata?
Per Dio, ho perso il conto.

48...49...50...
Ancora niente, nessun sintomo. Mi concentro sulla leggerezza del mio corpo, ma invano.

85...86...87...
Mi addormento.

You saved my life | Draco Malfoy (+16)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora