𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 24

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Scesi le scale più velocemente possibile, «preparati a perdere di nuovo», Fred e George mi superarono, ogni mattina facevamo la gara di chi riuscisse a scendere le scale più velocemente possibile, prima che cambiassero di posizione.

Arrivai davanti la possente porta della sala grande, respirando affannosamente a causa della stanchezza, «e anche oggi, ci devi 2 galeoni», disse George.

«A testa», precisò il gemello.

Risi, «sì, sì», li uscì dalla tasca della toga e li porsi ad entrambi, «sappiate che domani sarete voi a doverli a me»

«Certo, hai detto la stessa cosa anche ieri», rise Fred, allontanandosi verso l'entrata della sala.

«E l'altro ieri», seguì l'altro.

«E l'altro ieri ancora», terminarono in simultanea, per poi andare a sedersi al tavolo.

Scossi la testa ridendo e attesi davanti l'entrata della sala grande, aspettavo che arrivasse soltanto una persona. Lo vidi in fondo al corridoio, in un angolo vicino al giardino comune, così gli corsi in contro, «Draco!»

Lo abbracciai, saltandogli addosso. Per un attimo perse l'equilibrio, «ehy, t/n, piano!», una risata sfuggì dalle sue labbra pallide, poi ricambiò l'abbraccio accogliendomi tra le sue braccia,
le stesse braccia che mi facevano sentire al sicuro, protetta da qualsiasi male.

«Mi sei mancato tanto», gli sussurrai. Come se quel sussurro gli stessi chiedendo conforto.

Avevo bisogno della sua rassicurazione allo stesso modo in cui un bambino, immerso nella completa oscurità della notte, nascosto sotto il fortino creato con le coperte del suo piccolo letto, sussurra al suo orsacchiotto preferito di stare in silenzio, e che nel caso il mostro della notte li dovesse scovare, lui lo avrebbe mandato via con la luce della sua torcia.

Lo guardai, i suoi occhi mi trasmettevano pace e tranquillità, come fa la luna durante la notte, che li accoglie con la sua luce e la sua quiete.

Sì, i suoi occhi erano paragonabili alla luna, limpidi e loquaci, ma allo stesso tempo celavano la fragilità della notte.
A tratti vuoti, come la luna nuova;
A tratti ricolmi, come la luna piena;
A tratti si spegnevano lentamente, come la luna calante;
A tratti riuscivano a non crollare grazie a quell'accenno di luce, come la luna crescente;
Altre volte, invece, erano perfettamente divisi a metà, come il primo o il terzo quarto.
Ogni fase lunare mi accoglieva tutte le volte che decidevo di prendere un razzo e fluttuare nello spazio.
Lui non lo sapeva, ma nelle sue pupille, ritrovavo la strada di casa;
Io, nelle sue iridi, sprofondavo nei crateri lunari.

Mi sorrise, scaldandomi il cuore, «ma ci siamo visti ieri sera», mi mise giù, poggiò la fronte contro la mia e arricciammo entrambi il naso.

Amavo questo lato dolce di Draco che mostrava solo a me, mi faceva sentire davvero amata. Avvicinai il viso al suo, sfiorando i nostri nasi, lasciando che i nostri respiri si fondessero in una cosa sola. Chiusi gli occhi, nostre labbra stavano per unirsi in un bacio ed io mi sentivo leggera, come un aquilone che accarezza il cielo.

Un forte rumore frastornò le mie orecchie, facendomi sobbalzare. Aprii gli occhi, mi voltai di scatto e colpii bruscamente la sveglia, «fanculo!»

L'ennesimo sogno.
L'ennesima volta in cui mi risvegliai in un incubo.

Erano passati due mesi, ormai la mia speranza di rivederlo si stava sgretolando ogni giorno che passava, allo stesso modo di quella margherita annerita, che appassiva nel mio incubo.

E quel giorno, capii che non c'era più niente da fare.
Nella dr, ormai, ero solo un ricordo.
Il ricordo di quella ragazza Grifondoro, che morì a causa di un Avada Kedavra, per salvare l'anima del ragazzo che ha sempre amato, e tenerla lontana dal precipizio.

You saved my life | Draco Malfoy (+16)Where stories live. Discover now