𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 11

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Ero seduta sul pavimento del ponte di legno insieme a Draco, era la notte della festa e l'aria era notevolmente fresca. La leggera brezza che accarezzava le mie guance mi spostava ciocche di capelli sul viso.

Stavamo in silenzio ad osservare la luna in lontananza, immersa da sola nella completa oscurità, mentre le cicale cantavano in sottofondo cullandoci in quell'atmosfera.

La sua mano fredda avvolgeva la mia mentre il rumore dei nostri respiri uniti nell'aria trasmetteva mille emozioni. Sulle mie labbra era stampato un sorriso che non riuscivo a distogliere, i miei zigomi facevano male, ma in quel momento non riuscivo a smettere di mantenere quella curva sul mio viso.

Il suo pollice accarezzava delicatamente la mia pelle, lasciando che ad ogni attimo che passava il mio stomaco entrasse in subbuglio. Le mie orecchie erano bollenti e la mia mente non riusciva a pensare ad altro che a quel momento.

In quell'istante non mi importava più di nulla, se non di lui.

Di noi.

Ero riuscita a realizzare un sogno che mi portavo dietro sin da quando ero bambina. Un sogno che a primo impatto sembrava pari al riuscire a sfiorare le stelle ed abbracciare la luna. Uno di quei sogni che una volta realizzati, mi portano a credere che sul deserto possa cadere la neve.

Uno di quelli che mi portano a credere l'impossibile.

Voltai lo sguardo verso di lui, la sua pelle bianco latte creava un contrasto con i suoi capelli biondo platino ed i suoi occhi interamente gelidi. Osservava la luna, come se i suoi pensieri fossero tormentati da qualcosa.

«Che hai?», domandai, rompendo il silenzio e lasciando che il ragazzo si distogliesse da quell'intreccio creato nella sua mente.

Le sue pupille spostarono il loro sguardo al suolo, smettendo di guardare il cielo, mentre il mio petto percepiva un senso di vuoto che riusciva a trasmettere Draco con una solo espressione, «non è niente», rispose in modo secco e spento.

Roteai il busto verso di lui, «Draco.», lo guardai con espressione di supplizio, come se in quel momento l'unica cosa che desiderassi era che lui si aprisse con me, «ti conosco meglio di quanto credi, so che c'è qualcosa»

Contrasse la mascella continuando a mantenere lo sguardo davanti a se, in quel momento era come se attraverso i suoi occhi si riuscissero a vedere tutti i fantasmi che abitavano all'interno della sua anima.

Portai una mano vicino al suo viso e con l'indice sfiorai la sua guancia soffice, lasciando che si voltasse lentamente verso di me, abbracciando il mio sguardo, «solo pensieri», rispose mordendosi le labbra dall'interno.

Emisi un sospiro e guardai davanti a me, «è il fatto delle case che ti crea questi pensieri, non è così?», tornai a guardarlo, «il fatto che io sia una Grifondoro e tu un Serpeverde»;

Dalle sue labbra lasciò uscire una leggera risatina, io aggrottai le sopracciglia, «che c'è?», domandai confusa.

Scosse la testa facendo un mezzo sorriso, «niente, è che è così assurdo...», esitò un attimo, «non mi conosci, eppure entri nei miei pensieri come se mi conoscessi da una vita»

Risi, feci per dire qualcosa ma mi interruppe;
«E no», continuò il ragazzo, «smetti di dire quella tua solita frase», accennò una risatina.

Ridacchiai e alzai le sopracciglia, «beh, Malfoy», scherzai, «a quanto pare anche tu stai imparando a conoscermi»

Le sue labbra accennarono un leggerissimo sorriso, ma stette in silenzio, facendo cadere nuovamente la quiete su quel ponte.

Il suono che determinava il coprifuoco varcò quella linea di tranquillità che si era creata in quel momento. Ci alzammo entrambi e subito voltai lo sguardo sui suoi occhi, «dobbiamo tornare», disse, mantenendosi leggermente distaccato.

You saved my life | Draco Malfoy (+16)Where stories live. Discover now