𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 18 - parte 2 🔴

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Lo seguii fino alla torre di astronomia, piegata a me stessa dalla stanchezza e con il fiatone che mi avvolgeva come una coperta pesante. Alzai lo sguardo, lo vidi lì, in piedi, che mi dava le spalle, «ti ho detto di starmi lontano, Evans. Cosa cazzo non capisci di questa misera frase?», mi guardò accennando una risatina sarcastica, «vuoi che ti faccia lo spelling, come si fa con i bambini delle elementari?»

Il mio cuore non riuscì a schivare quella frase, e intanto il buco allo stomaco si propagava, diventando sempre più grande e difficile da controllare, «perché continui ad ignorare quello che ti dico, senza riflettere neanche un secondo alle mie parole!?», il tarlo mi stava divorando, lentamente, anche quei pezzettini in frantumi, non dandomi la possibilità di ricomporli.

«Basta.», sputò severo, guardando altrove e mantenendo i pugni serrati come se avessero delle catene attorno.

«Ti prego Draco.», supplicai, lasciando che il cuore della pastorella perdesse lo scudo e si prendesse una coltellata, «dammi una possibilità, lasciati comprendere dall'unica persona che è in grado di farlo»

«Basta, ho detto.», continuò duramente, ringhiando con lo sguardo che spostò verso di me.

Ed il principe, ormai con i talloni sull'orlo del precipizio, colpì ancora una volta, con la spada, il cuore della giovane e miserabile donna.

«Draco, devi credermi», mi avvicinai lentamente a lui, «sei stato tu a chiedermi di sapere, io ero ricoperta dal timore che tu non potessi mai capire, ma infondo sapevo che fossi l'unico in grado di comprendermi...», deglutii, incrociando il suo sguardo gelido, «ecco perché alla fine mi sono convinta a dirti quel famoso segreto»

Stava lottando.
Stava lottando contro se stesso.
Stava lottando contro tutti gli spettri che lo invadevano all'interno.
Contro i quali lo stavano spingendo sempre di più verso il precipizio senza fondo.

«Ti ho detto di smetterla, cazzo! Basta!», torreggiò minaccioso verso di me, i suoi occhi stavano bruciando il mio sguardo ma io rimasi immobile, come una statua di marmo impiantata al suolo.

I nostri visi erano vicini, talmente tanto vicini che i nostri respiri si sfioravano a vicenda, accarezzandosi delicatamente mentre noi stavamo continuando ad alzare quella nube di rabbia nell'aria, «basta.», mormorò, come se si stesse arrendendo a se stesso.

Non distolsi lo sguardo dai suoi occhi color ghiaccio, in quel momento ero sicura di me stessa, e sapevo che non sarebbe stato un suo semplice "basta" a farmi smettere di lottare per lui.

«Io ti conosco bene, Draco, ma tu non conosci bene me.», esordii, mentre dentro al mio petto martellavano inspiegabili sensazioni, «e sappi che salirei in capo al mondo per aiutare qualcuno a cui tengo davvero, e non demordo così facilmente.»

«Quindi no», continuai, «non la smetto. E sbagli se credi che io mi arrenda e ti lasci precipitare così. O precipitiamo entrambi, o non precipita nessuno.»

Strinse i denti, mi guardò esitante, come se quello che stessi dicendo fosse riuscito ad accarezzare quella parte del suo cuore intoccabile da nessuno. Ma durò ben poco, perché il suo orgoglio spinse ancora più a fondo.

«Basta, cazzo!», violentemente mi fece scontrare contro il muro, serrandomi contro di esso mentre le sue mani erano poggiate ad entrambe le estremità della mia testa.

Sussultai, lo guardai sbigottita, «Draco...», accennai con un filo di voce, supplicandolo con un semplice sguardo.

Tentavo di trattenere le lacrime con tutta me stessa, ma persi quella battaglia ed una lacrima calda rigò la mia guancia. I nostri sguardi si penetravano a vicenda, e mentre la sua espressione furiosa era inchiodata al mio viso, notai che stesse scrutando ogni mio lineamento con occhi diversi.

You saved my life | Draco Malfoy (+16)Where stories live. Discover now