15 - Taliha

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Sono passate due settimane e visto che la biblioteca è ancora sotto sequestro, ho deciso di rimanere a New York per schiarirmi le idee e per dare sostegno a Teresa

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Sono passate due settimane e visto che la biblioteca è ancora sotto sequestro, ho deciso di rimanere a New York per schiarirmi le idee e per dare sostegno a Teresa. Il giudice le ha rimandato di un altro mese la causa e a quanto sembra il suo ex marito ha ottimi agganci ai piani alti.

«Ti rendi conto? Quello stronzo del mio ex marito ha detto che io l'ho tradito nel nostro letto!»

Capisco quanto sia ferita, ma deve avere pazienza. Ho fiducia nella giustizia e sono certa che la verità verrà fuori.

«Ma adesso basta parlare di me. Perché non mi racconti delle notti bollenti che hai passato senza di me?»

Si è fissata con questa storia e sì... ammetto di averle raccontato della notte di fantastico sesso con Gene, ma ahimè subito dopo si è rivelato quello che non ha mai nascosto di essere.

«Perché invece non mi mostri le piantine che ti ha inviato al sindaco?»

«Dio quanto sei noiosa! Ecco a te.» Mi mostra le piantine e rimango esterrefatta da quello che vedo. 1000 m² di gallerie sotterranee proprio sotto la biblioteca e adesso sono di nostra proprietà. Dovevo tornare lì. Dovevo vedere se quello che tanto cercavano si nascondeva lì sotto, proprio sotto i nostri piedi. Mi agitava un po' il pensiero di rivedere Gene, ma dovevo farlo. Si trattava della mia vita e strega o no, avevo il diritto di conoscere la mia storia.

«Tornerò nel Montana. Voglio andare a vedere queste gallerie e poi vorrei sollecitare la polizia a sbloccare il sequestro.»

Teresa sogghigna maliziosa. «Sì, sì, certo. Vuoi andare lì per vedere delle vecchie gallerie... ammettilo che vuoi vederlo.»

«No, ti sbagli.»

«Oh certo. Perché non lo dici ai tuoi occhi a forma di cuore?»

«Stronza...»

«Ahahah.»

Tre ore dopo sono sul volo diretto per il Montana. Mi colpisce sempre percepire la differenza di clima e la quantità di persone che vedo per strada. Prendo un taxi fino a casa e quando vado per aprire la porta... «Brutto figlio di puttana!» Ha cambiato la serratura! Non ci credo. Sento un gran quantitativo di rabbia fossilizzarsi dentro di me. La testa mi gira e sento un gran mal di testa. Stringo i pugni talmente forte che le unghie mi bucano la pelle. Ne ho abbastanza della sua tirannia; ne ho abbastanza di lui e dei suoi comportamenti da uomo delle caverne. Dopo questo pensiero, apro i pugni di scatto e una scarica elettrica fuoriesce dalle mie mani. Sento un gran rumore e quando mi volto, vedo tutti i lampioni della città fulminarsi e bruciare.

«Oddio...» sono stata io? Mi dileguo prima che qualcuno possa vedermi. Cammino a passi svelti inizio a camminare con andatura sicura in una via secondaria. Mi si affianca una moto.

«Adesso che scopre che sei qui, ti terrà rinchiusa in una torre.»

«Deve solo provarci!»

Jax smonta dalla moto e viene ad abbracciarmi.

Sottomessa a teWhere stories live. Discover now