19 - Taliha

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Gene è veramente ben informato, ma quando gli ho chiesto come faceva a sapere tutte queste cose, non mi ha risposto

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Gene è veramente ben informato, ma quando gli ho chiesto come faceva a sapere tutte queste cose, non mi ha risposto. Sfoglio il libro. Ho studiato un po' di latino, ma non sono in grado di leggere e capire tutto. «Andiamo. Non voglio rischiare che qualcuno ci veda.» Mi spinge verso l'uscita e dopo esserci sincerati che non ci sia nessuno, usciamo dalla porta. Entriamo nel furgone e partiamo. Non ci vuole molto per arrivare in aeroporto. «Allora, vuoi dirmi dove stiamo andando?»

Sembra teso e ancora non ne ho capito il motivo.

«In un luogo che credevo non avrei mai più rivisto.»

Dopo aver cambiato diversi voli, arriviamo a Letnyaa Zolotitsa. Gene mi ha spiegato che quest'aeroporto del piccolo villaggio di Pomor si trova sulla costa del Mar Bianco, nella regione di Arkhangelsk, ed è stato costruito negli anni Sessanta. Se il clima del Montana mi sembrava rigido, questo mi sembra artico. C'è neve ovunque e per un attimo maledico me stessa per non aver dato retta a Gene. Trascinare la valigia sull'asfalto innevato, non è il massimo ma ovviamente non gli darò questa soddisfazione. No... continuerò a trascinarla come se niente fosse. Almeno quello è il piano finché Gene non se la carica in braccio.

«Ce la faccio!» Gli dico subito cercando di riprendermela.

«Sì come no.» Aumenta l'andatura e mi è difficile stargli dietro.

«Vuoi rallentare?»

«Non abbiamo tempo. Dobbiamo sbrigarci o perderemo l'autobus.»

«Prenderemo quello dopo.»

«Qui non c'è quello dopo. Non siamo in America. Questo è un luogo dimenticato da Dio e se perdiamo quest'autobus, dovremo aspettare quello di domani.»

Oh cielo... provo a raggiungerlo ma questa maledetta neve non aiuta. Scivolo e finisco per terra. Cavolo, che male!

«Tutto ok?» Gene si precipita da me.

«Sì, sto bene.»

«Dovevi per forza mettere quelle scarpe?»

«Sono da ginnastica! Non ho mica messo i tacchi.»

«Sì, ma hanno la suola in gomma.» Mi dice con quel tono di superiorità.

«Tu sai sempre tutto, non è vero?» Gli rispondo con una nota di acidità mentre mi aiuta a rialzarmi.

«Sicuramente più di te...»

Lo guardo malissimo.

«In questo campo... si intende.» Aggiunge alla fine. Sta imparando... Già si ragiona.

«Spero sarai soddisfatta!» Mi dice quando perdiamo l'autobus.

«Non è stata colpa mia!»

«Ah no? Chi si è dovuto fermare per fare pipì cento volte?»

Sottomessa a teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora