22 - Gene

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Ho sbagliato a venire qui; l'ho capito nell'esatto momento in cui l'ho visto

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Ho sbagliato a venire qui; l'ho capito nell'esatto momento in cui l'ho visto. Per un attimo mi sono sentito lo stesso ragazzo spaurito di tanti anni fa. Quando mi ha guardato con quegli occhi vuoti ho percepito la stessa identica paura. È incredibile come alcune emozioni possano rimanere sopite per così tanti anni per poi riaffiorare come se nulla fosse successo. Mio padre non è cambiato poi molto, forse ha qualche ruga in più, ma nel complesso è rimasto lo stesso identico stronzo. Quando ha detto quelle cose alla mia Taliha, ho perso la testa. Nessuno può pensare di insultare la compagna di un lupo e restare impunito; se poi è un tipo come mio padre a parlare in quel modo, non c'è altra opzione se non affrontarlo. Quando ha puntato gli occhi su di lei, ho sentito il sangue ribollire dentro di me. Non avevo idea che anche lui facesse parte di quest'organizzazione; per la prima volta dopo non so quanti anni, mi sono lasciato ingannare. Quando Taliha ha rilasciato quell'immenso potere senza riuscire a controllarlo, ho pensato seriamente di morire, il che non sarebbe stato male visto come ho condotto la mia vita finora, ma che io sia dannato se lascerò la mia compagna in balia di questi bastardi. L'ho sentita urlare il mio nome; mi chiamava con la voce pregna di paura per la mia vita. Era preoccupata per me. L'ho sentita prendermi la mano e avrei tanto voluto dirle che sarebbe andato tutto bene, l'avrei voluta rassicurare ma non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi. Adesso che lo faccio, sento una nuova rabbia agitarsi nel profondo della mia anima. Sento un turbinio di emozioni che si scatenano dentro di me e cosa più importante, il tempo che ho concesso a Taliha, sta per scadere. Il mio lupo ringhia dalla voglia di lei; la vuole marchiare, così come io. Ho un autocontrollo decisamente migliore rispetto a quello di Reid, il quale stava per commettere uno degli atti più atroci per un lupo, ma anche io ho un limite e ci sono terribilmente vicino. Sono incatenato al muro in una stanza minuscola che sembra una cripta.

«Bene, bene, bene... Ce ne hai messo di tempo per svegliarti.»

Merda.

«A quanto pare ti stai indebolendo. Più aspetterai a rivendicarla come tua e più ti spegnerai come una misera candela sotto la pioggia.»

Di male in peggio. Quello che diceva aveva perfettamente senso; più tempo aspettavo a marchiarla e più il mio corpo si indeboliva. Quando Taliha è stata in grado di attivare ogni oggetto metallico intorno a sé, mi ha colpito con non so quanti coltelli. In altri tempi sarei guarito nel giro di mezz'ora, ma sono piuttosto debole al momento.

«Hai perso la parola?»

«Aspetta che mi risvegli del tutto e avremo molte cose di cui parlare.»

Si fa una risata. Adesso che finalmente riesco a mettere a fuoco il tutto, lo vedo seduto su una sedia mezza rotta con il bastone da passeggio e le gambe incrociate. In questo momento mi sembra più vecchio.

«Fai parte di questa organizzazione dunque.» Gli dico.

«Da anni ormai.»

«Credevo fossi un lupo solitario e che non ti interessasse avere compagnia

Sottomessa a teOù les histoires vivent. Découvrez maintenant