27 - Taliha

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Voglio solo tornarmene a casa; non mi piacciono queste persone

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Voglio solo tornarmene a casa; non mi piacciono queste persone. Sono esseri spregevoli, pericolosi e privi di ogni moralità. Ho studiato il Grimorio da cima a fondo e anche se non ho detto nulla a Victoria, ho già imparato qualche incantesimo. Devo dire che è più semplice di quel che credevo. Non so se la pietra che porto sempre con me e che mi ha dato mio nonno, centri qualche cosa, ma non appena la tocco, sento un'energia vitale fuoriuscire da me. Ho trovato alcuni incantesimi abbastanza elementari e sorprendentemente sono riuscita a controllare sia la terra che l'aria. Ho provato ad utilizzare anche alcuni incantesimi di acqua e di fuoco, ma con scarsi risultati. Non mi fido di nessuno qui dentro e per quanto mi riguarda sono tutti nemici. In questo momento mi manca terribilmente la mia vita monotona di New York. Rimpiango persino quel codardo di Philip. Almeno sapevo sempre cosa aspettarmi da lui. Da quando mi sono trasferita nel Montana, la mia vita è stata stravolta come un giro sulle montagne russe. Tutto ciò che credevo impossibile, si è rivelato parte della mia stessa realtà. Ho scoperto dell'esistenza dei lupi, ho compreso la mia vera natura e poi... poi c'è Gene. Un assassino, un pazzo, totalmente fuori controllo ma irresistibile per me. Odio ammettere a me stessa tutte queste cose, ma Gene ha completamente stravolto la mia vita. Mi fa sentire viva come non mai; costantemente sul filo del rasoio. So bene che stare con lui può condurmi in un'oasi di estasi e piacere o nel baratro della disperazione. Stare con lui significa puntare tutto ciò che ho: all in. Non ho ancora capito come funzioni questa storia della compagna di vita. O meglio... ho capito la teoria, ma devo ancora provare con mano cosa significhi questa cosa nella realtà e nella vita quotidiana. Mi sembra di essere in una relazione tossica con lui; dice che sono sua, ma non abbiamo mai passato del tempo come una normale coppia. Non riesco neanche a pensarci come coppia; non ce lo vedo a portarmi un mazzo di rose o a farmi un regalo di tanto in tanto. Non credo sia tipo da anniversari e cene romantiche a lume di candela. Non mi sembra affatto un tipo da relazione stabile eppure adesso siamo legati da un qualcosa di più grande dell'attrazione fisica. Non sono un lupo, ma ho sentito qualcosa oggi. Ho sentito qualcosa spezzarsi in lui; non era dolore fisico, era qualcosa di più profondo, qualcosa legato alla sua anima. Vorrei tanto vederlo perché mi manca. Mi manca la sua sfacciataggine, la sua arroganza, la sua sicurezza; mi mancano i suoi scatti pazzoidi e la sua voglia di me. Forse sono anch'io una folle, ma non mi importa. Ho sempre voluto che la mia vita seguisse la giusta direzione, ma forse con Gene posso essere veramente me stessa e fregarmene di quello che gli altri hanno sempre voluto da me.
«Sembra che tu abbia la testa fra le nuvole. Spero che almeno tu abbia avuto il tempo necessario per studiare.» Luca si siede sul divano vicino a me. Siamo nel salone centrale e tutti ci guardano. So bene che il mio futuro e quello di Gene dipendono dal nostre capacità di adattarci alla situazione, perciò penso che sia il caso di dargli il contentino.
«Sono solo un po' stanca e sì, oggi sono riuscita a controllare l'elemento dell'aria.»
Se il suo sorriso potesse parlare, mi direbbe cose spaventose.
«Bene Taliha... molto bene. Mostrami allora i tuoi progressi.»
Tutti i presenti nella sala, mi puntano gli occhi addosso. Con molta probabilità sono appena diventata il giullare di corte. Il clown più ricercato di tutto il circo. Bene, gli darò quello che vogliono ma lo farò alle mie condizioni.
«Lo farò solo se acconsentirai ad una mia richiesta.» Luca mi guarda fisso negli occhi e a quanto pare non gli piace affatto il mio tono di voce. Mi guarda come se mi stesse studiando.
«Attenta, mia cara streghetta. La mia pazienza ha un limite.»
«Sono certa che un piccolo incentivo possa solo che spronarmi a fare meglio quello per cui mi avete rapita, non credi?»
Se ne sta zitto per un paio di minuti, ma poi mi fa cenno di continuare.
«Voglio vedere Gene. Voglio assicurarmi che stia bene.»
Luca scoppia a ridere. A quanto pare scatena l'ilarità di tutti gli altri. Solamente Victoria, seduta nell'angolo più remoto della sala, se ne sta zitta e mi guarda con occhi vuoti.
«Non è un problema accontentarti, al contrario era proprio mia intenzione farvi riunire.»
Si alza e mi tende una mano. L'afferro e mi aiuta ad alzarmi come un falso gentiluomo. «Vieni, ti condurrò personalmente da lui.»
Lo seguo scortata come sempre dalle guardie con il mio Grimorio sempre sottobraccio. Camminiamo per un bel po' e quando alla fine raggiungiamo un'altra immensa sala che sembra l'ingresso di una porta aerei, mi si gela il sangue. Davanti a me ci sono una grande quantità di lupi di ogni età. Molti di loro hanno i volti deturpati e altrettanti sono privi di qualche arto. Ci sono parecchi cuccioli che, impauriti e con la coda fra le gambe, si nascondono tra le carcasse di lupi morti.
«Che cosa fate a questi lupi?» Sono sconvolta da quello che vedo; trattare le persone in questo modo... è una cosa inumana.
«Non badare a loro. Non contano niente.»
Proprio in quell'istante, vedo un signore piuttosto in là con l'età, cercare di rialzarsi con scarsi risultati. Una delle tante guardie a pattugliare il perimetro di questa sala, lo colpisce con un bastone. Credo che questo anziano abbia un braccio rotto perché lo tiene in maniera innaturale. Lo colpisce un'altra volta e capisco che non ha neanche il fiato per urlare.
«No, fermo!» Mi avvicino alla guardia ma mi fulmina con lo sguardo. Non lo considero minimamente e mi avvicino al povero anziano. Non appena mi accovaccio vicino a lui, si ritrae come se fosse spaventato da me; come se avesse paura che potessi menarlo o colpirlo come l'uomo dietro di lui. «No, non abbia paura. Non voglio farle del male.»
«No, no... va via.» Mi supplica l'anziano.
«Voglio solo aiutarla.» Provo a dirgli ma immediatamente la guardia lo colpisce un'altra volta e stavolta l'anziano grida per il dolore. Se continua così, finirà col rompersi anche l'altro braccio. Mi alzo e avanzo verso Luca con occhi severi. «Digli di smetterla! Gli sta facendo male!» Luca non fa nulla, mi guarda e sorride con occhi diabolici. Tutti i lupi attorno all'anziano, si allontanano sempre più, come se avessero paura che possa toccare anche a loro. La guardia continua a picchiarlo ancora e ancora fino a quando l'anziano cade tramortito per terra. Sono sconvolta e sembra che il mio corpo sia incapace di muoversi. Ho dei brividi per tutto il corpo e quando vedo del sangue sgorgare dalla sua testa, sento una lacrima solcarmi la guancia. Adesso il corpo del povero anziano è sdraiato in una posizione del tutto innaturale e non si muove. Proprio quando penso che lo abbiano ammazzato di botte, muove leggermente la gamba. Adesso che lo ha ridotto così, la guardia si allontana soddisfatta con il bastone macchiato di rosso. Mi volto nuovamente verso Luca. «Siete dei mostri. Non avete pietà nemmeno per la vostra stessa gente.»
Mi si avvicina terribilmente e mi prende il mento con le dita. «Abbiamo imparato dalla migliore...» Mi sussurra. Poi mi lascio andare, si volta e continua a camminare. Lo seguo perché so che mi sta portando da Gene. Mi giro nuovamente per osservare l'anziano, ma ci sono dei lupi attorno a lui nella loro forma animale che mi fissano. Non saprei decifrare il loro sguardo; non saprei dire se è di stima, o di odio per quello che sono, ma quel che è certo è che questi lupi hanno un disperato bisogno di aiuto tanto quanto me e Gene.
Dopo esserci allontanati da tutti gli altri, noto che lungo il perimetro ci sono delle piccole aperture e con delle porte elettriche. Luca si ferma davanti una di queste e con la mano indica l'ingresso. «Benvenuta nella tana dell'alpha. Potrai rimanere qui fino a quando lo desidererai. In realtà siamo piuttosto felici che tu voglia passare del tempo con Gene.» Si allontana e quando è abbastanza distante, mi dice ridendo sommessamente «Non stuzzicare il cane che dorme...»
Che vorrà dire?
«Le guardie ti faranno entrare e uscire.» E detto ciò, se ne va.
Una delle guardie, con il volto completamente sfigurato, mi afferra per un braccio e mi spinge verso l'entrata di questa specie di cella. È molto bassa e stretta, fatta appositamente affinché possa entrarvi un lupo. Sono costretta a mettermi a quattro zampe e quando le guardie attivano l'apertura, entro e tutto mi aspettavo di vedere, tranne quello che avevo davanti.
Gene è nella sua forma animale e il suo pelo è completamente intriso di sangue. Non sembra nemmeno accorgersi della mia presenza; ha un collare nero piuttosto spesso con una luce ad intermittenza rossa che lo stringe fino a quasi a soffocarlo. È incatenato al muro come se fosse una bestia.
«Gene...»
Adesso si accorge della mia presenza. Volta il muso di scatto e i suoi occhi sono di un blu così profondo da risucchiarmi in essi. Mi avvicino, ma quando lo sento ringhiare e guardarmi fisso nello stesso modo in cui si guarda una preda, mi blocco. «Gene!» Lo chiamo urlando perché è come se non fosse più in sé. Questo serve quantomeno a fermarlo. Nei suoi occhi vedo un improvviso barlume di lucidità e quando si ritrae come se fosse inorridito da ciò che stava per fare, il suo collare emette scariche elettriche che lo costringono a guaire e ad accasciarsi per terra. Mi getto su di lui. «No!» Non appena lo tocco, sono costretta a ritrarre la mano. È come se il suo corpo fosse diventato un conduttore di elettricità. Alza il muso e mi guarda fisso. Non appena le scosse finiscono, provo a toccarlo di nuovo e quando non sento più le scariche elettriche, mi accascio su di lui. Lo stringo forte e inizio a piangere. Non era mia intenzione reagire in questo modo, ma non appena l'ho visto mi sono sentita come asfaltata; come se il muro delle mie certezze stesse iniziando a sgretolarsi a poco a poco. Lentamente il corpo ricoperto di peli del magnifico lupo ai miei piedi, inizia a mutare. Lo tengo abbracciato per tutto il tempo. Resto con gli occhi chiusi perché ho paura di quello che potrei vedere. Quando la mutazione finisce, riesco a sentire il suo corpo tonico e perfettamente palestrato. Il calore che emana è sufficiente a scaldarci entrambi. È sudato e i suoi respiri sono abbastanza pesanti. Ho tante cose da dirgli su di lui, su di me, sul nostro passato in comune. Vorrei parlare di tante cose ma non riesco a dire nulla. Rimaniamo in questa posizione per un tempo che non saprei quantificare. Lui non ricambia l'abbraccio; a dir la verità non si muove di un millimetro, come se avesse paura di qualcosa. Quando le lacrime finiscono, resto lo stesso abbracciata a lui. Respiro al ritmo del suo cuore e per un attimo mi sembra di vivere in paradiso. In questo esatto momento sono felice; non esistono né Luca, né i lupi, né le streghe... ci stiamo solo io e lui.
Quando finalmente riesco a sollevare lo sguardo, mi specchio nei suoi occhi. Osservo poi minuziosamente il suo corpo pieno di tagli, lividi ed escoriazioni. «Sei ferito...» allungo una mano per sfiorargli una ferita, ma mi blocca il polso in una morsa d'acciaio.
«Devi andartene.»
Non avrei mai pensato che questa fosse la prima cosa che avrei sentito da lui. «Io... non resisto. Va via.» Mi spinge fuori dalla portata delle sue catene.
«Perché fai così?» Non ne comprendo il motivo. Provo a riavvicinarmi ma mi ringhia minacciosamente contro. Mi immobilizzo perché so bene che non bisogna scherzare né con lui, né con il suo lupo.
«Se resti qui, non riuscirò a mantenere la mia promessa. Va via, ti prego.»
Le lacrime che finalmente pensavo di aver terminato, si riaffacciano copiose. Ci sta provando. Gene sta tentando in tutti modi di rispettare e mantenere la promessa che mi ha fatto e sono fiera di lui perché so bene che fino a qualche tempo fa non avrebbe mai pensato di provare a resistere ai suoi impulsi. Improvvisamente non mi importa più di nulla; adesso mi sembra di essere libera... libera di assecondare i miei istinti, libera di lasciarmi andare con Gene, libera di sottomettermi a lui. Quando mi riavvicino, allunga una mano come per fermarmi. Lo ignoro del tutto e mi incammino con passi lenti, guardandolo sempre fisso negli occhi. Il suo corpo trema dalla voglia di saltarmi addosso; riesco a vedere le vene del suo collo pulsare violentemente. La ferita sul petto attira improvvisamente il mio sguardo. Starà soffrendo moltissimo. Alzo una mano e l'appoggio delicatamente sull'escoriazione. Con l'altra stringo il mio ciondolo e cerco di mettere in pratica ciò che ho imparato finora. Non ho detto tutta la verità né a Luca, né a Victoria. Ho imparato molti incantesimi di guarigione perché ero certa che mi sarebbero serviti prima o poi. Chiudo gli occhi e mi concentro e quando sento la mia energia legarsi a quella di Gene, pronuncio l'incantesimo.
«Cura dolor et sana vulnus.»
Cura il dolore e guarisci la ferita.
Non è stato molto difficile imparare questi incantesimi; la maggior parte di questi sono scritti in latino e avendolo studiato al liceo, non è stato un problema.
Quando riapro gli occhi, vedo la pelle di Gene iniziare a muoversi e i profondi tagli sul suo corpo iniziano a rimarginarsi. Lui è stupito come me e non appena il processo di guarigione si completa, si tocca il petto incredulo. Metto una mano sopra la sua.
«Mi stai uccidendo, mia piccola vipera. Non stuzzicare me, il mio lupo o la mia libido.»
Prova ad allontanarmi ancora una volta, ma non voglio andarmene. Non dopo tutto quello che ho saputo sul suo passato. È vero, Gene ha commesso atti atroci: ha ucciso la mia bisnonna e mia nonna. Dovrei avercela a morte con lui, ma non ci riesco. Una parte di me, comprende perfettamente i motivi che l'hanno spinto ad agire così.
«Ti voglio, Gene.»
Si immobilizza. Mi fissa con occhi illuminati dalla lussuria e dal desiderio. «Non potrò fermarmi, Taliha. Lo capisci?»
«Non voglio che ti fermi. Voglio che tu la smetta di parlare e che mi baci.» Non devo attendere molto prima che metta in pratica quello che ho detto. Mi tira verso di sé e mi divora con le labbra. Le nostre mani si aggrovigliano nel disperato tentativo di afferrare qualsiasi cosa possa essere afferrato. Mi prende in braccio, si gira e mi appoggia su una specie di davanzale. Istintivamente lo blocco con le gambe e Gene sembra apprezzarlo parecchio. Mi ringhia praticamente in bocca. Sto per baciarlo di nuovo perché ammetto di avere una dipendenza dai suoi baci ardenti, quando noto che i suoi canini sono spezzati. Lo tocco sulla guancia e poi con le dita lo sforo sul labbro.
«Cosa ti hanno fatto...» Lo bacio delicatamente da una parte all'altra del labbro. Questa cosa lo manda in estasi perché lo sento sospirare e tremare di piacere.
«Mi stai uccidendo mia bellissima e talentosa vipera.»
«Adoro quando mi chiami così...»
«Lo so...»
Mi sistemo su di lui ed è difficile rimanere impassibile con la sua asta puntata dritta su di me. Mi struscia il pene sui jeans e la frizione data dal tessuto spesso, mi manda in visibilio. Mi riprende in braccio e mi fa sdraiare sotto di sé. Mi sbottona i pantaloni troppo lentamente e quando li tira giù, bacia ogni lembo di pelle che scopre. Quando li leva del tutto mi guarda famelico. Mi afferra le ginocchia e le apre con violenza. Si avvicina lentamente alla mia apertura e ci soffia sopra. La reazione caldo freddo mi provoca brividi in tutto il corpo.
«Gene... ti prego.»
«Mmm... c'è qualcuno che è più famelico di me oggi.» E mi lecca il clitoride. Mi tappo la bocca perché sinceramente non voglio che gli altri lupi lì fuori mi sentano. Gene continua a succhiarmi, leccarmi e succhiarmi ancora. Sono tutta un tremore e ora voglio di più. Proprio quando sto per dirgli che voglio fare l'amore con lui, mi mette due dita dentro e va a stimolare proprio il mio punto G.
«Oh sì... ti prego continua.» Proprio quando finisco di dire questa frase, si interrompe. Mi prende in braccio come se fossi una bambina e mi posiziona contro il suo petto. Appoggio la testa all'indietro tra il suo collo e la sua spalla. Mi riallarga le gambe e riprende a giocare con il mio clitoride. Con la mano libera gioca con il mio seno e quando mi tira il capezzolo, gemo di piacere. «Oddio... Sto per venire!»
«Tu vieni solo quando te lo ordino io, chiaro?» Ed ecco il solito dispotico. Mette di nuovo due dita dentro di me e inizia a muoverle ad un ritmo troppo veloce per me. Mi sussurra all'orecchio parole che nemmeno sento e proprio quando mi lecca l'orecchio, vengo. Lo faccio in maniera violenta, con spasmi che mi costringono a chiudere le gambe. Gene me le riapre con forza e sfrega sempre più velocemente solo il clitoride. Io urlo di piacere; credo di non aver mai urlato così in tutta la mia vita. Proprio quando ricado indietro e appoggio la testa al suo petto, mi sussurra con voce suadente: «Sei stata una strega cattiva... hai disobbedito agli ordini e credo che adesso sarò costretto a punirti.»
Oddio sì... ti prego.

 ti prego

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