38 - Gene

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Ho freddo

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Ho freddo... Tanto freddo. Sono da solo nella mia stessa oscurità. Credo di essere morto o almeno l'ho pensato fino a quando non ho sentito la sua voce. All'inizio mi è sembrato un debole eco, poi il timbro ha iniziato ad essere più intenso e vicino. Non ho capito nulla di quello che stava dicendo. Quel che so è che ho sentito tanto dolore. Mi ritrovo all'interno della mia anima nera come la notte e stavolta non c'è più la luce della mia Taliha a rischiararmi la strada. Questa volta sono da solo. Inizio a camminare e a poco a poco la passeggiata diventa una debole corsa e subito dopo una maratona. Mi sembra di correre in cerchio; mi sembra di correre all'infinito.

Buio... C'è solo il buio.

Mi viene da piangere perché se il mio corpo si è abbandonato e sottomesso alla morte, la mia mente è ancora troppo legata a lei. Non ho intenzione di lasciarla; voglio vivere.

Per lei.

Per me.

Per noi.

Inizio a mutare e quando assumo la mia forma animale, ululo così forte che i muri invisibili della mia anima finiscono in frantumi. Quando alzo lo sguardo, c'è una figura davanti a me ma non è colei che attendevo.

«Ciao, Gene.»

«Mamma... che ci fai qui?»

«Taliha ci ha uniti. Ti sta riportando in vita.»

Mia madre si avvicina con passi svelti e sicuri. Anche lei, come me poco fa, inizia a correre e quando arriva ad un passo da me, mi abbraccia. 

Non mi aveva mai abbracciato prima d'ora. Non so spiegare le sensazioni che provo in questo momento.

Felicità? Forse.

«Mi dispiace per tutto, figlio mio.»

Mi stringe ancora più forte, come se non volesse lasciarmi più andare. «Sono stata una sciocca e una debole. Ho sacrificato te per un amore impossibile. Ho creduto che allontanarti da me, mi avrebbe avvicinato a lui.»

Non riesco a proferire parola. Vorrei dirle qualcosa, ma non so cosa.

«Dopo che te ne sei andato di casa, ho curato le ferite di tuo padre e poi anche lui mi ha lasciata. Ho passato il resto della mia vita a pentirmi di tutto. Mi sono disintossicata e ho smesso di bere. Ti ho cercato. Quando tutti quanti ti davano la caccia, ho condotto le mie ricerche personali, ma non ti ho mai trovato. Volevo rimediare al male che ti avevo fatto da bambino, ma non ne ho mai avuto la possibilità.»

«Come fai ad essere qui, mamma?»

Sinceramente non riesco ancora a capire come sia possibile che riesco a vederla e a toccarla.

«Sto morendo, Gene. Tuo padre mi ha sparato, ricordi?»

Prima che me lo dicesse, non ricordavo assolutamente nulla. Adesso i ricordi cominciano a farsi più nitidi e, a poco a poco, prendono forma. Vorrei chiederle altro, ma mia madre continua con la sua spiegazione.

Sottomessa a teWhere stories live. Discover now