31 - Gene

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Sono senza parole

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Sono senza parole. La magia della mia piccola vipera è potente ed ora siamo nei ricordi della strega di nome Madeleine. Quando sono andato a cercarla, non avevo idea di chi fosse e in quale misura fosse legata a me. Non avevo idea di troppe cose. Credevo che la mia pazzia, il mio essere così "psicopatico", come molti mi hanno definito, derivasse dal fatto di essere degno figlio di mio padre. Mi sbagliavo di grosso. Tecnicamente sono suo figlio, visto che hanno usato il suo seme, ma di certo io non lo considero mio padre. E mia madre? Faceva parte di tutto questo, anzi fa parte di tutto questo. Taliha mi ha detto di averci parlato in carne ed ossa.
Sono un esperimento... sono stato fatto in provetta e questo mi porta persino a dubitare della mia natura di capo branco. Come faccio ad essere un alpha, se non sono nemmeno certo della mia vera natura?
La mano di Taliha è ancora stretta tra le mie. La osservo bene. Lei non sembra accorgersi di nulla. È così concentrata sulla scena che si presenta davanti ai suoi occhi, che non si rende conto dei miei occhi posati su di lei. È un incantesimo molto potente quello in cui siamo intrappolati. Siamo come dei fantasmi bloccati nel passato, che osservano la scena che si apre davanti agli occhi. E inoltre è come se fossimo nella mente di Madeleine perché riusciamo a sentire i suoi pensieri e le sue emozioni. E in questo momento guardo me stesso da giovane in procinto di ucciderla. È possibile avere un flash back nel flash back?

Diciassette anni fa

L'ho trovata. Questa donna di nome Madeleine è rinomata tra la cerchia dei cacciatori di streghe. Non è stato semplice trovarla, ma per fortuna ho un buon fiuto e buoni agganci. Sinceramente non avrei mai creduto di trovarla nascosta nel bel mezzo della caotica New York. Non mi piace qui. C'è puzza di smog e di borghesi spocchiosi. Troppi occhi indiscreti. Dopo aver lasciato la Siberia, ho cercato di allontanarmi il più possibile dalla mia famiglia e alla fine sono approdato nel lontano Montana. Ho conosciuto un grande lupo. Il suo nome è Carlo Montrose. Ho cercato di farmi notare da lui, ma a quanto pareva, aveva occhi solo per il suo pupillo: Reid. Odio quel lupo. Ha tutto ciò che vuole: fratelli che lo amano e lo idolatrano come fosse il salvatore della patria; una madre che gli vuole bene e lo vizia costantemente e l'attenzione dell'alpha. Carlo è uno dei leader più forti di tutto il Nord America. I suoi poteri sono immensi ed è temuto e rispettato da tutti. Sono molto forte per la mia età, so cacciare, so fiutare le tracce, so fare tante cose che molti altri non sanno fare, eppure Carlo non mi accetta. Ho deciso di farmene una ragione; prima o poi sarò in grado di sfidare un alpha e allora prenderò il suo posto e diventerà uno dei più grandi capi branco mai esistiti.
È stato proprio quando mi sono trasferito nel Montana che ho cominciato ad avere a che fare con le streghe. Due di loro mi catturarono e cercarono di rubare il mio sangue per i loro incantesimi. Mi salvai solo ed esclusivamente per pura fortuna. Da quel momento in poi ho capito che le streghe sarebbero state uno dei miei nemici e che andavano sterminate. All'epoca ero ospite di Garrett. Anche lui, come me, veniva da una situazione problematica. Era solo e nessuno sembrava volergli dare asilo. Decidemmo di vivere assieme per il tempo sufficiente a sistemarci definitivamente. Fu proprio lui ad iniziarmi alla caccia alle streghe. Da allora non mi sono più fermato. Ne ho uccise parecchie, trasgredendo all'unica regola sacrosanta per i lupi: mai toccare una femmina.
Quando sono arrivato da Madeleine, ho percepito la presenza di altri individui nella casa. Se c'è una cosa che per tutti i lupi è fondamentale, è la segretezza della razza. Entro dalla finestra, senza farmi notare e mi dirigo al piano di sopra per verificare se ci sono altre streghe. Sono solo delle ragazzine, sorelle credo. Quella che credo essere la maggiore, se ne sta con la musica sparata a palla e non credo possa sentire nulla. La secondogenita dorme placidamente. Quando arrivo nell'ultima stanza, trovo una bambina sotto le coperte. Dorme tranquillamente. C'è qualcosa in lei che mi attrai fortemente e decido di avvicinarmi. Non ho idea di quanti anni abbia, sinceramente non ho mai avuto tempo per relazionarmi con i miei coetanei, ma mi sembra di capire che sia più piccola di me. Avrà 10 anni o poco più. Si gira nel letto per cambiare posizione e adesso ha il volto proprio nella mia direzione. Continuo a guardarla e non capisco perché il mio lupo si agiti.
Esco dalla stanza, perché non è per questo che sono venuto. Ho lavorato come ladro e sono piuttosto bravo non farmi sentire dagli altri. Quando arrivo nel salone, vedo la strega accingersi a chiudere la finestra dalla quale ero entrato. Dopo che lo fa, resta immobile. Anche da questa distanza posso vedere che sta vedendo il mio riflesso attraverso il vetro.
«Chi sei?»
«Colui che ti strapperà la vita.» Ammetto che rimane calma. Molti avrebbero dato di matto dopo questa entrata in scena.
Quando si gira, mi osserva per bene e dopo qualche secondo sgrana gli occhi, come se mi conoscesse, come se sapesse precisamente chi sono.
«Tu non vuoi uccidermi; sono certa che tu sia venuto qui per una ragione ben diversa.»
«Non so di cosa tu stia parlando, strega. L'unico motivo per cui sono qua è sterminarvi tutte una volta per sempre.»
Scoppia a ridere. «Vedo che ti controllano come una marionetta.» Dice poi continuando a sorridere.
Faccio un passo verso di lei. «Non ho idea di cosa tu stia parlando, strega. L'unica cosa di cui sono certo, è il modo in cui ti ammazzerò.»
«Nonnaaa!»
Merda... si è svegliata la ragazzina.
«Non riesco a dormire! Posso stare un po' con te?»
«Non ora tesoro!» Madeleine cerca di tenerla lontana. «Ti prego, non farle del male. Non è una strega.» Adesso è passata dall'essere una strega estremamente sicura di sé, ad una che prega per la vita di qualcun altro.
«Vedo che il tuo atteggiamento è cambiato. Quello che farò con la bambina, è solo a far mio.»
Non avrei mai toccato le ragazze a meno che non fossero state streghe anch'esse. Erano troppo giovani.
Sento la bambina iniziare ascendere le scale, perciò decido di sbrigarmi e di farla finita con Madeleine. Mi avvento su di lei e le afferro il collo. Inizia a mancarle il fiato e senza voce non è in grado di pronunciare alcun incantesimo. Prova a lottare per la sua vita, ma non può nulla contro la mia forza.
«Muori, adesso. E che tutto quello che tu hai fatto, possa condurti all'inferno.»
Afferro la corda che ho sempre con me e la utilizzo come cappio. La vita lascia il suo corpo dopo poco tempo. Qui non siamo nel bel mezzo del nulla e una morte del genere scatenerebbe solo il panico. Deve sembrare un semplice suicidio e le streghe non sono le uniche a conoscere l'arte della botanica. Metto un infuso nel tè che stava bevendo e gliene faccio bere un po' così che se qualcuno dovesse mai fare un'autopsia, risulterebbe morta per avvelenamento. Sistemo la scena del crimine e faccio sparire ogni mia traccia. Proprio quando sto per andarmene, vedo la bambina scendere gli ultimi gradini con gli occhi socchiusi e un orsacchiotto tra le mani.
«Nonna?»
Non è che ci tenga particolarmente a preservare l'integrità mentale della bambina, ma non voglio che veda la scena. Mi nascondo dietro la colonna e non appena mi passa davanti, le assesta un piccolo colpetto tra le spalle e il collo. È indolore, ma fa perdere i sensi in men che non si dica. L'afferro prima che possa cadere e la riporto nella sua stanza. La depongo sul letto e le rimbocco le coperte.
Certo, non avrei mai immaginato che la bambina potesse mai essere la mia piccola vipera...

Adesso capisco tante cose; capisco perché Taliha mi ha detto che siamo legati più di quanto potessimo immaginare. Le stringo la mano più che posso, perché vorrei che mi guardasse. E lo fa. È come se entrambi sapessimo sempre quando l'uno sta chiamando l'altra. E come se tra noi ci fosse questa specie di alchimia nascosta. Entrambi abbiamo scoperto cose del nostro passato. Io ho scoperto di essere il frutto di un esperimento che tutti credevano essere andato male; ho scoperto che non è stato mio padre a rendermi sterile, bensì la stessa strega che tanti anni dopo ho ucciso con le mie stesse mani.
La mia Taliha ha scoperto che non tutti sono chi dicono di essere. La sua bisnonna non era la donna che credeva; sicuramente sarà stata una brava nonna con le sue nipoti, ma di certo non è stata una brava persona. In questo momento non conta più nulla; non conta l'organizzazione, non contano i nostri passati... Contiamo solo noi due: io e lei.
In un battito di ciglia ci ritroviamo nella mia cella. Siamo entrambi sudati, anche se lei sembra essere molto più provata di me. Sicuramente quest'incantesimo le ha prosciugato parecchie energie vitali. Mordo nuovamente il polso, riaprendo la ferita che si stava rimarginando. Quando il sangue sgorga copioso, le porgo il polso.
«Bevi, mia piccola strega. Hai consumato parecchie energie e sono certo sarai stanca. Il mio sangue ti ridarà la forza necessaria.» Esita quando avvicina la bocca la ferita, ma le prendo la testa e l'avvicino bruscamente al mio polso. Non ho problemi a farle bere il mio sangue; per quanto mi riguarda può anche prosciugarmi. Sono disposto a darle tutto ciò di cui ha bisogno.
Beve con avidità. I suoi capelli tornano di un bel viola acceso e i suoi occhi cambiano sfumatura. La tengo stretta me per tutto il tempo. Ammetto che sentirla gemere di piacere mentre beve il mio sangue, mi fa eccitare da morire.
Quando finalmente si sente appagata, si stacca da me e cura la ferita con la sua magia.
«A quanto pare ci siamo conosciuti molto tempo fa.»
« Sei riuscita a vedere anche i miei ricordi?» Le chiedo stupito e subito dopo aggiungo «Non avevo idea di chi fossi.»
«Non giustificarti. Adesso so come stanno le cose; so che Madeleine non era chi diceva di essere e so anche che nonostante non ci conoscessimo e nonostante fossi una sua discendente, hai fatto in modo che non trovassi mai il suo corpo privo di vita. Hai cominciato a proteggermi 17 anni fa e adesso sono la tua compagna. Questa è l'unica cosa che conta per me.»
Se il mio cuore potesse perdere un altro colpo, lo farebbe proprio in questo momento. Lei vuole essere la mia compagna; vuole essere mia. Io sono suo già da parecchio tempo anche se non gliel'ho mai detto. Esternare i sentimenti non è proprio il mio forte. La bacio e questa volta lo faccio in maniera dolce e delicata. Voglio che sappia che mi sto impegnando per lei, per noi, per il nostro futuro. Voglio che sappia quanto tengo a lei nonostante il mio caratteraccio e le mie pessime abitudini. Taliha risponde al mio bacio e proprio quando ci stacchiamo l'uno dall'altra, sorride e mi accarezza i canini perfettamente ricresciuti.
«Credo che io e te abbiamo una faccenda in sospeso da portare a termine.»
Tocca la punta dei canini ferendosi l'indice e poi leccando via la goccia di sangue. Fremo per l'eccitazione perché finalmente è arrivato il momento che tanto aspettavo. Finalmente sarà mia... per sempre e allora queste persone dovranno temere per l'apocalisse che sto per scatenare.

 per sempre e allora queste persone dovranno temere per l'apocalisse che sto per scatenare

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