14. L'Assassino e la bara

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*PRE NDA*

No, non è un nuovo capitolo, ho solo diviso il precedente in due parti vista la considerevole lunghezza. Buona lettura!

***


Aprii gli occhi e il mio primo pensiero fu: sono in pericolo. Avevo solo una notte per disfarmi del Conte Alucard, altrimenti... No. Non ci volevo pensare.

Presi un respiro e immediatamente mi resi conto di quanto fosse difficile alzarmi dal letto, di quanto fosse problematico. Mi scostai le lenzuola di seta da dosso e piantai i piedi a terra, con fermezza. Ma appena cercai di issarmi, le gambe divennero molli e la testa iniziò a girare provocando una reazione a catena di mal di stomaco e nausea. Da quando stare in piedi sembrava così difficile?

Sospirai, fissando l'orologio da taschino con preoccupazione: erano le tre del pomeriggio. Non mi ero mai svegliato così tardi in tutta la mia vita. Mi sentivo sempre più fiacco. Confuso, debole. Una candela sciolta sul punto di spegnersi.

Faticai ad alzarmi, ma alla fine riuscii a farmi forza e a muovere qualche passo. C'era un nuovo completo sul mio letto, qualcosa di pregiato sui toni del viola, che mi limitai ad indossare senza pensarci troppo, così stanco che nemmeno il mio estremo gusto per la moda ci fece caso.

Fu un pomeriggio quasi inutile: cercai di ingozzarmi il più possibile di pasticcini al cioccolato e succo d'arancia. Tornai nuovamente ad esaminare il grande portone di legno, con risultati inutili. Scoprii perfino una parte diversa del castello: un luogo che era interamente fatto di pietra. Non c'erano più i pavimenti di parquet, i pannelli di stoffa in broccato, i bei lampadari di ferro battuto. Era una specie di parte antica del castello, forse costruita in un'età differente rispetto al resto del castello. Tutto in sterile e vecchia muratura grigia, le luci non erano che semplici torce a muro. Giurai di aver sentito qualcosa di strano, di sbagliato, provenire da lì.

Il mio istinto d'assassino aveva reagito. Così avevo deciso di non avventurarmi oltre ed ero ritornato indietro nella mia stanza, barcollando. Ero così stanco che, senza pensarci due volte, tornai a dormire profondamente.


Freddo era quello che sentivo. Solo freddo. Dentro e fuori.
Mia madre... La mia dolce madre...

Senza neanche accorgermene, le lacrime avevano iniziato a scendere di nuovo. Avevo freddo. Ero fuggito e non mi ero voltato. Ero fuggito fino a quando quell'uomo dagli occhi spaventosi non era sparito. Ero fuggito proprio come mi aveva detto di fare la mamma.

Ma adesso? Avevo paura.

Non importava quanto mi stringessi nelle ginocchia, sotto il portone di quel bel negozio di scarpe. La neve scendeva fitta fitta e io avevo sempre più freddo. Ora che ci pensavo, presto sarebbe stato Natale. Con chi l'avrei passato? Con chi avrei scambiato i regali? Con chi avrei fatto l'albero? Chi mi avrebbe detto "Buon Natale!"?
Nessuno.

Ora ero completamente solo.

Non sapevo di avere altri parenti, ma non lo credevo possibile, perché la mamma non me ne aveva mai parlato. Non aveva mai parlato neanche di sé. Lei aveva il suo lavoro di cortigiana e cercava di impegnarsi al meglio per crescermi. Quando non lavorava, stavamo insieme. Mi leggeva tanti libri, mi insegnava a scrivere e a suonare il piano. Stavamo bene e non avevo bisogno di sapere nient'altro. Ma adesso?

Adesso che cosa dovevo fare?

La mamma se ne era andata ed io ero rimasto completamente solo, senza più sapere dove andare. La mamma se ne era andata. Senza accorgermene, le mie spalle furono scosse da terribili singhiozzi e io mi ritrovai ancora una volta chino sulle mie ginocchia, a piangere.
In un attimo tutte le mie paure si erano avverate: mia madre era morta, un uomo spaventoso mi dava la caccia ed io ero solo.

«Ehi.» una voce mi risvegliò dai miei pensieri, facendomi sobbalzare. Alzai lo sguardo, con gli occhi appannati e colmi di lacrime e riuscii quasi a distinguere la figura bassa di un ragazzino più grande di me di qualche anno. O forse no. Non aveva importanza. «Sei solo?» chiese. Annuii, stropicciandomi gli occhi.

Le cronache dell'Assassino 1 - Sfavillo | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Where stories live. Discover now