9. L'Assassino e il Re dei Pirati

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Due giorni e circa quattro ore più tardi, mi asciugai col torso della mano la fronte, madida di sudore, coprendomi il viso dal sole con il cappellino da marinaio, di un delizioso blu oltremare.

Erano le prime luci dell'alba e la Baia del Teschio era già in fermento: gli ubriachi se ne stavano al di fuori delle osterie, cercando in tutti i modi di smaltire la sbronza mentre erano stravaccati sulla strada. Le prostitute cacciavano via i clienti che si erano trattenuti troppo a lungo, oppure i curiosoni che si erano fermati a sbirciare verso la finestra le donne che si riassettavano dopo una nottata di faticoso lavoro. Altri semplicemente parlottavano nei vicoli scuri, con fare losco.

Diverse barche erano ormeggiate al molo e qualche marinaio con tenute simili alla mia, tirava cime e stringeva nodi. Sospirai. Il caldo era incredibile per essere fine primavera. Certo, non era nulla in confronto all'afa del Deserto Rosso, ma era un tipo diverso di calore. Era umido e appiccicoso, come se l'aria avesse avuto l'intenzione di incollarsi alla mia pelle senza più staccarsi, opprimente.

Per non parlare della puzza. Il tanfo di pesce sembrava insostenibile e arricciavo il naso più volte di quanto non lo facessi. Per il resto, la cittadina costiera del regno di Darlan non era molto particolare: le casettine grigie e fatiscenti; le osterie e i pub vecchi e puzzolenti, dalle insegne ciondolanti di legno, carichi di risse represse e litigate a suon di pugni; i bordelli di un pietoso livello, rigorosamente uguali agli altri; e botti ricolmi di birra fuori dai locali. Solo il paesaggio sembrava dissentire sull'ambiente poco elegante, con il mare blu ed esteso e le pittoresche colline verdi ai lati della costa. Era la prima volta che vedevo il mare e mi sembrava incredibile che l'acqua potesse essere così tanta.

Sbuffai, tappandomi il naso. Questa volta non avevo un piano ben preciso, nessuna linea d'azione e pochissime informazioni.

Scelsi un'osteria a caso e ci entrai svogliatamente. Dentro mi colse un odore di acre, sudore e birra, che il caldo sembrava accentuare. I tavoli di legno erano malamente disposti nella stanza e un uomo se ne stava disinteressatamente a spazzare per terra, togliendo resti di vetri e altro che non volevo sapere cosa fosse. Ero completamente solo, se non fosse stato per una figura avvolta in un mantello, intenta a bere con indolenza da un boccale di birra. Mi sedetti davanti al bancone sbattendoci sopra una moneta d'argento.

«Una birra.» dichiarai, nel silenzio di quell'umida mattina. L'uomo col mantello mi lanciò un'occhiata fugace da sotto al suo cappuccio, senza rivelarsi. L'oste mi servì con aria di sufficienza, annoiato a morte. «Ditemi» esordii. «che cosa sapete sul Re dei Pirati?» parlai, senza mezzi termini. L'oste che stava asciugando dei grossi boccali di vetro si bloccò. Spostò lo sguardo su di me e alzò un sopracciglio.

Feci scivolare sul bancone una seconda moneta d'argento, che sparì in un attimo. «Non so cosa vuoi sapere.» fece, sbattendo il boccale vicino agli altri, ormai asciutti. «Ma, fidati, non è un buon argomento.» Allungai un'altra moneta, seccato.

«Perché chiedi di lui?» domandò l'uomo al mio fianco, che non aveva detto una parola fino ad ora. Aveva una voce roca e intensa, che aguzzò la mia curiosità, ma non riuscii a scoprire nulla, coperto com'era. Mi strinsi nelle spalle.

«Sono nuovo di qui.» replicai. «Volevo semplicemente informarmi riguardo alla persona più celebre del posto.» Finsi un'aria disinteressata.

«E pagheresti solo per questo?» ribatté la voce, con una punta di divertimento. Beccato.

Scrollai le spalle. «Mi hanno detto che è un argomento difficile da trattare.»

«E avevano ragione! Porta male parlare di Lui, mozzo!» riprese a parlare l'oste barbuto. Doveva averne passate tante per essere così superstizioso. E comunque non ero un "mozzo". Poggiai altre due monete sul bancone, inclinando la testa. E allora, con un gesto fulmineo, l'uomo col mantello le afferrò. Se le rigirò fra le dita come un prestigiatore, passandosele da una falange a quella accanto senza mai farle cadere.

Le cronache dell'Assassino 1 - Sfavillo | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Where stories live. Discover now