18. L'Assassino e la festa d'estate - p.2

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Sentii il peso dello sguardo blu notte di Yul sulla schiena, mentre i miei passi incombevano sempre più vicino al divano di velluto dove il nostro obiettivo stava stravaccato in cerca d'attenzioni. Gli occhi dei quattro cortigiani mi individuarono ancora prima che lo facessero quelli di Joseph Martin, lanciandomi uno sguardo inceneritore che stava per "non pensare neanche di avvicinarti".

Invece fu esattamente ciò che feci, dimenticandomi che l'assassino dai rossi capelli mi stava scandagliando, dimenticando che io stesso fossi un sicario, per immergermi nel ruolo del pudico e amabile nobile, di famiglia marchese. Fiancheggiai leggermente, un movimento sinuoso e appena percettibile che doveva esser dettato da un'educazione nel portamento, ma che mi faceva apparire in qualche modo... Appetitoso.

Di sicuro avrei sollecitato l'appetito di quel maiale tracotante, che mi guardava con alterigia e al contempo lussuria facendo arieggiare il calice di champagne sotto al naso, mentre l'altra mano era arpionata sulla natica di una cortigiana.

«I miei ossequi, signor Martin.» cinguettai, profondendomi in un pomposo inchino e ringraziando che i segni di strangolamento fossero ormai guariti: sul mio collo non restava che una leggera ombra giallastra, invisibile sotto le luci della sala da ballo. Il motivo era che avevo appositamente evitato di indossare un fazzoletto intorno al collo e i primi bottoni della camicia erano aperti, sbottonati abbastanza per offrire uno scorcio della mia pelle e del mio petto mentre restavo inclinato in avanti.

Indugiai abbastanza perché potesse guardare, prima di raddrizzarmi con un sorriso timido. Non ero affatto svestito, al contrario dei cortigiani che lo circondavano, ma molto spesso era meglio celare che scoprire per attizzare il desiderio. E capii di esserci riuscito quando svuotò il bicchiere in un sol colpo, lo liquidò al cortigiano ai suoi piedi e con la mano libera mi tirò per un passante dei pantaloni, avvicinandomi a lui. Ero certo che se non avesse già avuto una cortigiana in grembo, ci sarei stato io sulle sue ginocchia.

«Posso fare qualcosa per voi?» gongolò, gli occhi scuri insistenti su di me, quasi sperassero di sentirmi chiedergli di levarmi i vestiti. Aprii le labbra in un sorriso raggiante, il sorriso di una groupie come potevano esserlo le tizie che ronzavano intorno a Lord Cain, cioè Yul.

«Appena ho sentito che il signor Joseph Martin era presente alla festa, ho capito che non avrei potuto assolutamente perdere quest'occasione.» esclamai, mentre la sua guardia mi scrutava con un misto di durezza e di indifferenza, diversamente dai cortigiani, che mi guardavano con aperta ostilità.

Avrei fatto loro un occhiolino, giusto per ripicca, ma non osai scivolare fuori dalla parte. «Sapete, mio padre desiderava davvero fare la vostra conoscenza, ma purtroppo stasera è malato.» Aggrottai la fronte, appoggiandomi drammaticamente una mano sul petto. «Perciò...» Mi guardai intorno e, come se non avessi notato fino ad allora l'ingombrante presenza della gente seminuda che lo circondava, avvampai. «Oh cielo. Non avevo capito di essere di tanto disturbo.»

Feci un passo indietro e la mano che mi teneva per il passante dei pantaloni ricadde sulla gamba del suo proprietario. Mi misi le dita sulle guance, sistemandomi meglio il giglio bianco dietro all'orecchio in un gesto che comunicava disagio, mentre distoglievo lo sguardo e facevo finta di non guardare per ricercare il perduto pudore. Martin tolse la mano dalla coscia della donna sopra di lui.

«Non arrecate nessun disturbo, anzi.» ammiccò rassicurante, ravvivandosi con una mano la chioma biondo cenere per togliersela dalla fronte abbronzata. «Vi prego di scusarmi, non vi ho ancora chiesto come vi chiamate.»

«Valentine Ellis. Figlio del marchese Abraham Ellis.» tubai, mordendomi il labbro inferiore, le guance rosse, l'aria innocente di un ragazzino che ancora non conosceva il piacere delle mani di un uomo sul proprio corpo. «Ma davvero, non vorrei importunarvi, quindi...» E lentamente mi feci scivolare via la maschera dorata, rivelando completamente il mio volto.

Le cronache dell'Assassino 1 - Sfavillo | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Where stories live. Discover now