29. L'Assassino e la loro fine [Finale libro 1]

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Guizzai come un fulmine nei vicoli, i passi che mi rimbombavano dentro come i rintocchi di una pendola, mentre una forza pulsante mi pervadeva ogni singola cellula del corpo, ogni fibra nel cervello, nel sangue. Attraversai le strade e scavalcai muri, veloce come una scheggia, nient'altro che un'ombra scura in quella mattina dorata.

Scostavo con spallate i nobili che passeggiavano, che si affrettavano verso la piazza principale, prima dell'inizio di quel terribile spettacolo. Non appena si giravano per capire chi li avesse spintonati, io ero già sparito lungo altre vie, altri palazzi, altri sentieri illuminati dal sole.

Sempre più svelto, correvo verso il nucleo oscuro che si ergeva fra il temibile Palazzo del Re e il Teatro Reale. Volevo solo arrivare al patibolo e salvare Yul: ogni altro obiettivo era secondario. Alaister aveva detto che il luogo era ben sorvegliato, ciò significava che dovevo superare tutte le guardie che circondavano la piazza, che si tenevano strette intorno al palco della condanna, che sorvegliavano i prigionieri.

Non mi importava, eliminarli sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Continuai a respirare affannosamente, precipitandomi più veloce di quanto potessi fare, spingendomi al limite delle forze. Saltai su una carrozza, mi aggrappai al balcone di una casa e salii, fino a raggiungere uno degli eleganti tetti verde smeraldo. Calpestai le tegole, rimasi in piedi per qualche minuto, immobile, mentre la brezza salmastra che veniva dal fiume Tibor mi faceva dondolare il cappuccio scuro, calato sulla testa.

Tornai a correre, ancora più rapido e silenzioso, uno scalpiccio sulle tegole in ceramica. Saltai da un tetto all'altro, solo per arrivare ancora più in alto, per riuscire a vedere quella piazza cittadina e analizzare la situazione. Mi issai su di un comignolo, saltai sui davanzali e mi aggrappai ad altri tetti, fin quando non raggiunsi il punto giusto da dove poter scrutare il patibolo.

La folla era fitta: un'enorme macchia scura che si espandeva per le candide strade di pietra bianca di Skys Hollow. E lì, al centro di tutto quanto, il patibolo. Edificato come un altare di pietra ospitava il boia con l'ascia in mano, insieme ad una fila di ribelli e criminali che aspettavano soltanto di essere decapitati.

Fecero salire un uomo incappucciato, gli scoprirono il volto. Lui iniziò a dimenarsi, ma la testa gli venne sbattuta sulla pietra, il collo venne scoperto e, inevitabilmente, l'ascia piombò.

Ritornai alla mia corsa, mi calai sul tubo di una grondaia, trascinai i piedi sulla pietra, cadendo così velocemente che le suole delle scarpe fumavano contro i muri. Atterrai silenziosamente in una stradina adiacente alla grande piazza. In quell'istante, una figura scura iniziò a salire sul patibolo, fieramente.

Mi fiondai fra la folla: ero poco più di un'ombra incappucciata fra la gente nobile e umile, tutti insieme per assistere allo spettacolo. La differenza di classe si cancellava davanti al gusto sadico di incitare le brutalità. O davanti alla paura per quel tiranno che aveva ordinato le esecuzioni pubbliche.

Mi feci spazio a forza di spallate, con passi sempre più repentini, mentre il parlottare delle persone intorno a me non era che un sibilo confuso e la vista del patibolo mi veniva coperta dalle teste e dai corpi dei cittadini. Poi la calca si aprì a ventaglio e le guardie iniziarono a corrermi incontro, scorgendo una figura sospetta che continuava ad avanzare imperterrita verso di loro. Mi sbarrarono la strada, le mani ferme sulle spade non ancora sguainate, come a percepire la minaccia.

Feci scattare i pugnali dai polsi, li infilai nei colli delle prime guardie che avevo davanti e quelle caddero a terra. Scagliai le due lame nascoste negli stivali e il gemito delle guardie agonizzanti mi fece comparire un ghigno malvagio sulle labbra. Smisi di correre, limitandomi a camminare col mento alzato, sotto lo sguardo dei cittadini sbigottiti. Con gli occhi fissi sul boia, sguainai le spade, facendone roteare una sulla testa. L'arma sibilò, mentre la guardia più vicina mi si lanciava contro.

Le cronache dell'Assassino 1 - Sfavillo | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz