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CHARLES

Mi dirigo verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
Il chiarore della luna illumina la stanza per via delle lunghe finestre di vetro presenti.
Mi fermo davanti una di esse per ammirare l'ambiente al suo esterno.
Il suono dei grilli, il canto dei gufi, il fruscio del vento e foglie che cadono dagli alberi mi danno un senso di pace.
Nonostante la villa di Lando si trovi in città, quando sei nel suo giardino, soprattutto di notte quando tutto tace, sembra di essere immersi nella natura.
Esco respirando e inebriando il profumo dei fiori che circondano la villa. 

Mi siedo su una panchina nascondendo le mani nella tasca della felpa.
Fisso il vuoto per qualche secondo, ritrovandomi a vagare con i ricordi.
Ci sarà il gran premio del Bahrain la settimana prossima e visto i trascorsi delle ultime gare devo allenarmi il più possibile per riuscire a concludere in una buona posizione.
A Monaco, in casa mia, ho fallito per l'ennesima volta finendo contro il muro.
Quel giorno avevo mille pensieri per la testa e la visione di quel bacio che si materializzava di continuo davanti ai miei occhi, così forte e irruente da farmi perdere il controllo. 

Non ho mai pensato di morire, anche quando sentivo che tutto mi stava sfuggendo di mano, persino quando sono andato talmente vicino alla morte da averla sfiorata.
Il mio lavoro è questo, rischiare ogni singolo giorno per qualcosa che ti faccia sentire realizzato, libero, che speri qualcuno apprezzi anche da lassù, anche se non sempre riesci a dare il massimo.
Mi sono sempre aggrappato a frammenti di vita, seppur malandati, seppur rotti.
Ho sempre pensato si trattasse di spirito di sopravvivenza ma solo in un secondo momento mi sono accorto che era desiderio di vita.

In infermeria mi hanno diagnosticato una lieve commozione celebrare, qualche livido sulla spalla causato dal forte impatto, che ho avuto sulla mia pelle per un bel po'.
Quel giorno non ho voluto allarmare nessuno, rivolgendomi alla stampa come se nulla fosse successo.
Non volevo dare ai tifosi o a chiunque altro motivo di preoccuparsi o di cui parlare, anche se non si è fatto altro per interi giorni.

"Anche tu non riesci a dormire?"

Qualcuno in grado di risvegliare la mia atrofizzata coscienza, traghettandola ancora una volta nel mondo reale, mi si avvicina.

"Me ne stavo andando, puoi sederti qui"

Evito la sua domanda sbrigativo e mi incammino verso l'entrata

"Charles, aspetta"

Stringo la mascella e mi volto.

"Da oggi sarò nel team Ferrari per il resto della stagione. Non puoi continuare ad evitarmi per sempre"

Nel team? Questo mi mancava, a quanto pare sono sempre l'ultimo a sapere le cose.

"Pensi davvero che la mia preoccupazione sia quella di evitarti?"

Non do troppa evidenza al fatto che mi abbia appena annunciato una cosa simile. 

"Io non ho detto questo"

Abbassa lo sguardo.

"Chiara, tra noi è finita e per quanto io possa odiare il fatto che tu e Carlos sarete sempre in qualche modo presenti nella mia vita, me ne farò una ragione"

"Mi dispiace per ciò che ti ho fatto passare ed hai ragione ad avercela con me. Ho agito d'impulso perchè mi stavo convincendo del fatto che tu non mi amassi come invece avevo iniziato a fare io..." 

"Chiara sei una stupida... Hai davvero rovinato tutto perchè pensavi che non ti amassi? Sei riuscita ad andare avanti molto facilmente rimpiazzandomi con Carlos e dovrei essere io quello che non ti amava? Hai preferito la strada facile: un ragazzo gentile, dolce, premuroso, che avrebbe saputo amarti come volevi essere amata piuttosto che un ragazzo incasinato e caotico che voleva solo amarti come avresti meritato. Ma non glielo hai permesso. Gli hai rubato la possibilità che aveva, che si era guadagnato, per darla ad un altro. Sei stata egoista."

Red is my skin  || CHARLES LECLERCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora