Capitolo 6

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Sogno o realtà?

Raccolgo le mie forze e salgo sulla mia R6, un freddo tagliente penetra le mie ossa, tremo come una foglia. Il tragitto verso casa mi sembra interminabile, il cielo tetro sembra inghiottirmi. Finalmente giungo a casa, parcheggio la moto nel garage e mi appresto a salire le scale del mio appartamento. Suono il campanello ma nessuno viene ad aprirmi la porta, cerco le chiavi nella tasca destra del giubbotto ma non le trovo, tasto nella sinistra e non trovo niente nemmeno lì. Cerco in tutte le tasche che ho addosso e qualcosa cade per terra. Dal rumore prodotto sembra una boccetta di vetro o d'acciaio. Il mio corpo è pervaso da spasmi, ho freddo e dolori muscolari, cerco di abbassarmi e recuperare l'oggetto che mi è caduto. Non sapevo nemmeno di possedere una cosa simile o forse non ricordavo, dato il mio stato attuale. Riesco a trovare le chiavi e finalmente entro in casa. Mi dirigo nella mia stanza, poggio la boccetta sul comodino e mi metto sotto le coperte. Continuo a tremare, sento freddo, troppo freddo. I dolori sono paragonabili a delle spine che trafiggono la mia carne e si conficcano nelle mie ossa. Non trovo riposo, scivolo giù dal letto e cerco di andare a prendere un analgesico. Mi trascino a fatica fino al bagno. Mi aggrappo al lavandino e inumidisco con la mano destra la mia fronte. Riempio un bicchiere d'acqua e mando giù la pillola. Sollevo lo sguardo e cerco di guardare il mio riflesso allo specchio, ma ciò che vedo mi terrorizza...
Fiamme avvolgono il mio viso, il mio corpo è legato ad una croce di legno scuro, sghignazzi e risate rimbombano nella mia mente...
Tento di tappare le mie orecchie, mi sembra di avere una locomotiva piantata nel cervello.
Voglio scappare, ma non posso. Il mio corpo brucia, si scioglie come neve al sole e io assisto alla mia morte, una morte lenta, sofferta, atroce...
Di fronte ai miei occhi una bocca ben delineata si apre e si chiude a suon di risate demoniache. Il mio sguardo ora si è trasformato in quello di un felino selvatico e io continuo ad essere, sempre, lo spettatore passivo che non può far altro che osservare la sua mutazione...

Un grido sordo squarcia il silenzio della notte. Tocco con tutte e due le mani la mia gola, un senso di soffocamento opprime le mie vie respiratorie. Apro gli occhi, ma appena lo faccio lo specchio dell'armadio di fronte al mio letto si frantuma in mille pezzi, ricoprendo il pavimento di piccoli cristalli appuntiti. Sono attonito, le mie mani coprono il mio viso e soprattutto i miei occhi, quei piccoli pezzettini di vetro emanano una forte luce bluastra e mi stanno accecando. Sollevo le coperte e cerco di coprirmi fin sopra la testa, i miei occhi bruciano e quel bagliore è insopportabile.
"Fai ciò che ti dico e non te ne pentirai"
Una voce. Mi sembra simile, se non la stessa di pomeriggio, alla donna che mi ha parlato sulla scogliera. Non riesco a vedere, cerco di spiare da sotto le coperte, ma il bagliore continua ad accecarmi.
"Prendi la boccetta tra le mani, controlla è lì di fianco a te"
Effettivamente la boccetta era di fianco a me, ricordo di averla appoggiata da qualche parte, ma non nel letto. La prendo tra le mani e la voce continua a parlare.
"Ripeti con me: la tua anima lascio riposare, nelle notti la lascio volare, il tuo ricordo possa tornare, ma senza tormentare...
Ora, sul tuo palmo metti un po' del contenuto della boccetta, soffiaci sopra e chiudi subito il pugno, obbedisci e vedrai che non ti succederà niente"
Tento di fare tutto ciò che la voce ha detto. Mi fido di quella voce, non so come riesca a donarmi calma. Ascolto ciò che dice e come un automa eseguo ogni gesto detto.
"Ora stenditi e chiudi gli occhi, il rumore del mare sarà per te una dolce ninna-nanna accompagnata dal canto dei gabbiani".

Sono sulla scogliera, di fronte a me un mare calmo, con solo qualche piccola e dolce onda che si infrange su quelle rocce, schizzando di tanto in tanto goccioline d'acqua salata. In lontananza percepisco una dolce melodia, il canto di uno stormo di gabbiani, che si avvicina alle mie spalle. Ora sono sereno e rilassato e riesco a godermi il mare.

La Verità Che Uccide Where stories live. Discover now