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La mattina seguente, come concordato nella telefonata, mentre l'intera famiglia Anderson era radunata attorno al tavolo della cucina per fare colazione, Ginger comunicò a Jennifer l'intenzione di recarsi negli Studi di Abbey Road per recuperare gli effetti personali che aveva lasciato lì e le disse anche di avere bisogno del suo aiuto; nell'udire quelle ultime parole, la più piccola si bloccò con la tazza a mezz'aria e spalancò gli occhi verdi.

"Vuoi davvero recarti lì?" domandò, mentre la maggiore imboccava il piccolo Demi ed allo stesso tempo si assicurava che Keith non rovesciasse nulla della propria colazione sulla divisa scolastica "pensavo che avresti chiesto a mommi di sistemare questa faccenda. Insomma... Voglio dire... Lo sai che cosa significa andare lì... A meno che tu non sappia per certo di non trovare..."

"Se agissi in questo modo, apparirei come una vigliacca ed io non lo sono. Non ho commesso nessun errore, non sono stata io a rovinare tutto" ribatté la rossa, in tono deciso e fermo, preferendo evitare di scendere nei dettagli perché i bambini erano presenti e non voleva turbarli ulteriormente: negli ultimi giorni, Keith aveva iniziato ad essere piuttosto taciturno mentre Demi Richard mostrava sempre più spesso segni d'insofferenza perché non vedeva il padre da due mesi "non ho motivo per non entrare a testa alta, perché non ho nulla di cui vergognarmi. In ogni caso, voglio che mi accompagni perché così risolverò tutto quanto il prima possibile: meno tempo passo in quel posto e meglio è"

"D'accordo" mormorò Jen, senza aggiungere altro perché non potevano proseguire la conversazione in totale libertà; la ragazza non disse più nulla mentre terminava di consumare la colazione, ed il suo silenzio proseguì anche mentre accompagnavano Keith alle lezioni scolastiche, ma non appena il bambino sparì al di là del cancello dell'asilo riprese il discorso laddove era stato interrotto "Ginger, sei proprio certa di quello che vuoi fare?"

"Sì, perché me lo chiedi ancora?"

"Perché non voglio che ti stressi ulteriormente per nulla. Sono preoccupata per te, per tutto quello che stai passando, e non voglio che..." Jennifer abbassò gli occhi sulle proprie mani "se andiamo lì, di sicuro vedrai sia Richard che David e... Pensi che entrambi non vorranno parlare con te? David, soprattutto"

"Che venga pure a parlarmi, se cerca lo scontro, tanto io non ho nulla di cui vergognarmi o che sto nascondendo" rispose la più grande, stringendo con più forza il volante della macchina; no, in realtà non si sentiva affatto così decisa e sicura di sé, se fosse dipeso solo ed esclusivamente da lei non avrebbe più messo piede ad Abbey Road perché non voleva vedere le facce delle due persone che non si erano fatte alcuno scrupolo a tradirla. Per lo stesso motivo, non si era ancora recata nella sua ormai vecchia casa coniugale per recuperare tutti i suoi vestiti. Preferiva rifarsi l'intero guardaroba da capo. Ma lo stava facendo per Jennifer, affinché potesse finalmente conoscere Roger, e per espiare i propri sensi di colpa "ma se gli è rimasto almeno un briciolo di cervello, cosa che comunque dubito fortemente, si renderà conto da solo che non gli conviene esplodere in una scenata pubblica. Perché se lui inizia ad urlare, lo faccio anche io. E se lo faccio anche io, stai pur certa che è per informare tutte le persone presenti di quanto sia stato un grandissimo figlio di puttana: se lui inizia ad urlare, io lo sputtano pubblicamente, perché non merita altro che questo. Non preoccuparti per me, Jen, sarò in grado di gestire l'intera situazione senza che mi sfugga di mano"

"Ma continuo a pensare che tutto questo non sia giusto perché non meriti di soffrire così tanto. Non è giusto che le cose brutte accadano alle persone buone".

Ginger strinse con ancora più forza il volante della macchina; lo strinse così tanto che le nocche delle mani iniziarono a cambiare colore.

Chissà se Jennifer l'avrebbe pensata allo stesso modo se avesse scoperto quello che le teneva nascosto.

Empty Spaces; Pink FloydDove le storie prendono vita. Scoprilo ora