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Dalla finestra del piccolo ufficio in cui lavorava, e che si affacciava sul parcheggio anteriore degli Studi di registrazione, Ginger scorse il giovane che le aveva riparato la macchinetta fotografica e che l’aveva invitata fuori a mangiare un boccone un paio di settimane prima; lo vide appoggiarsi con la schiena alla fiancata di una macchina e chinarsi leggermente in avanti: dai suoi movimenti, capì che si stava accendendo una sigaretta e scosse subito la testa con un’aria contrariata.

Da quando era riuscita a smettere con quell’orribile vizio, non riusciva ancora di più a sopportare la vista di qualcuno che fumava, e gli uomini in generale avevano la pessima abitudine di fumare in modo assiduo; anche David aveva quell’orribile abitudine quando avevano iniziato a frequentarsi, ma era riuscita a farlo smettere dopo poco tempo.

E con profondo rammarico aveva appreso che da quando era iniziata la sua nuova vita con Virginia, aveva ricominciato anche a fumare.

Mancava poco all’orario di chiusura, erano rimaste poche persone negli Studi di registrazione compresa lei e ciò la spinse ad uscire a sua volta nel parcheggio prima che il giovane salisse in macchina; avvicinandosi trovò conferma al sospetto che stesse fumando e si tenne a qualche passo di distanza per non essere investita dalla puzza di fumo.

“Non mi hai detto il tuo nome”

“Mh?” il giovane non si era accorto della presenza della rossa e si girò a guardarla con un’espressione perplessa “come?”

“Ho detto che non mi hai detto il tuo nome. Sto parlando di quando siamo usciti a cena qualche settimana fa: tu mi hai chiesto come mi chiamo, ma non hai ricambiato dicendo il tuo nome”

“Ohh!” esclamò lui, sistemandosi un ciuffo di capelli “ora che ci penso hai perfettamente ragione… Beh, direi che questo potrebbe essere un ottimo spunto di conversazione per un’altra cena, non credi?”.

La giovane sbatté le palpebre allibita, totalmente incredula da quello che aveva appena sentito, e lui la stava osservando con uno sguardo troppo serio per essere una semplice battuta; quando lo vide riportarsi la sigaretta alle labbra avvertì l’impulso di afferrarla e gettarla a terra e si ricordò di averlo già fatto prima: era accaduto con Roger, ovviamente, quando un giorno di molti anni prima l’aveva chiamata per dirle che doveva parlarle ed aveva finalmente scoperto la verità riguardo a quello che stava accadendo a Syd.

“Sappi che a qualunque gioco stai giocando non mi piace affatto, quindi faresti meglio a smetterla fin da subito. Sono uscita fuori insieme a te perché avevo un debito nei tuoi confronti, non capisco perché adesso vorresti che uscissimo di nuovo fuori insieme”

“Perché sono due settimane che non ti vedo nonostante lavoriamo nello stesso posto”

“Beh, sai com’è, a lavoro si lavora, lo dice anche la parola stessa, non si va per fare amicizia e chiacchierare”

“Sono stato bene quella sera con te e mi piacerebbe ripetere l’esperienza: è così complicato da capire?”

“Avevamo stabilito che l’uscita era per ripagare la macchinetta fotografica”

“Si, ma pensavo l’avessi capito che si trattava solo di una scusa” disse il giovane, scrollando le spalle, per poi aggiungere “non sei mai uscita con un uomo prima d’ora?”.

Ginger spalancò gli occhi scuri: non riusciva a credere a quello che il giovane aveva appena detto, eppure lo aveva detto veramente ed in modo inconsapevole aveva appena oltrepassato il limite; gli strappò la sigaretta accesa dalle mani, la gettò a terra e gli puntò contro il petto l’indice destro.

“Ascoltami molto attentamente: per mia sfortuna sono uscita con fin troppi uomini che non hanno fatto altro che rivelarsi tutti quanti una grandissima delusione, ma almeno mi è servito per imparare a riconoscere quali solo le persone da evitare e tu appartieni proprio a questa categoria, con quell’aria spavalda e quell’eccessiva sicurezza che dimostri sempre di avere. Si, ho capito subito come sei fatto perché in passato ho conosciuto una persona molto simile a te. Pensi di avermi già ai tuoi piedi solo perché sei riuscito a riparare la mia macchinetta fotografica, ehh? Pensi che penda dalle tue labbra solo perché siamo usciti a cena una volta? O perché abbiamo scambiato poche parole?”

Empty Spaces; Pink FloydDove le storie prendono vita. Scoprilo ora