*12* (PARTE TRE)

44 3 100
                                    

Quando Pamela Rose Anderson aveva deciso di abbandonare la sua vita in Africa per riuscire a costruirsi una famiglia in Inghilterra, lo aveva fatto con la consapevolezza che non sarebbe stato affatto semplice per una giovane donna come lei riuscire ad adottare due bambine, ma niente l'aveva preparata a quello che ora stava per affrontare: la possibilità concreta di perdere uno dei suoi più grandi tesori.

Per lei, era stato già difficile vedere andare a pezzi la vita di Ginger, la malattia di Jennifer altro non era stata che il colpo di grazia: per la prima volta in vita sua, Pam si era sentita sconfitta ed inerme, perché non c'era assolutamente nulla che potesse fare per aiutare le figlie; non poteva in alcun modo ricongiungere la famiglia di Ginger e non poteva in alcun modo risolvere i problemi di salute di Jennifer.

Aveva, metaforicamente parlando, le mani legate e l'unica cosa che poteva fare, era anche la più inutile al mondo: sorridere e rassicurare entrambe che tutto sarebbe andato per il meglio.

Anche se sapeva benissimo che così non sarebbe stato.

"Quando ti sarai ripresa dall'operazione, partiremo per un viaggio. Non importa come, ma riusciremo ad organizzarlo" disse la donna, dopo aver parlato per un po' del più e del meno, prendendo per mano la figlia adottiva più piccola, seduta su un lettino ospedaliero, pronta per andare in sala operatoria "voglio portarvi a conoscere l'Africa. Dovete assolutamente vedere i posti in cui ho vissuto per anni. Le fotografie che ho a casa, per quanto siano belle, non rendono loro giustizia. L'obiettivo di una macchina fotografica non riesce sempre a catturare con esattezza ciò che l'occhio umano vede".

Le parole della madre adottiva portarono Ginger a ripensare nuovamente a Syd, il suo primo amore: quante foto gli aveva scattato di nascosto quando seguiva lui ed il resto del gruppo nelle loro prime esibizioni in giro a pub? Tantissime. Ne aveva scattate così tante, che alla fine le aveva legate insieme con un nastrino colorato e sistemate dentro una scatola, insieme alle lettere che lui le aveva spedito in diverse occasioni, ma in nessuna era riuscita a catturare la sua vera bellezza, la sua vera essenza.

In nessuna di esse era mai riuscita a catturare la luce viva che brillava nei suoi occhi, e che riusciva ad ammaliare tutte le persone che incontrava.

La giovane sbatté le palpebre e scacciò dalla propria mente il ricordo di Syd: era già abbastanza nervosa e preoccupata per la sorella adottiva minore, non aveva bisogno di un ulteriore motivo per lottare contro la voglia di scoppiare in lacrime per alleviare la tensione; Pamela si stava dimostrando forte per trasmettere a Jennifer tutta la tranquillità di cui aveva bisogno, e doveva esserlo anche lei.

Quello poteva essere il loro ultimo momento a tre insieme, nel peggiore dei casi, e non poteva permettersi di rovinarlo con pianti, lacrime e singhiozzi. Se quella doveva essere l'ultima volta che si vedevano, tanto valeva che fosse un ricordo fatto di sorrisi e parole allegre.

"Adoro quegli album fotografici" disse, allora, la rossa, proseguendo il discorso di Pamela "ricordo che da piccola trascorrevo ore intere a sfogliarli, immaginando come dovessero essere quei luoghi. Mi piacerebbe moltissimo vederli coi miei occhi insieme a voi due, in un vero e proprio viaggio di famiglia, e sono certa che ci riusciremo. Durante la tua convalescenza, io e mommi ci occuperemo immediatamente di organizzare tutti i preparativi, in modo da partire non appena sarà possibile"

"Anche a me piacerebbe molto fare un viaggio in Africa. Devi aver visto dei paesaggi da cartolina, mommi" commentò Jennifer; rivolse un veloce sorriso alla madre adottiva, che ancora le stringeva la mano sinistra, e si concentrò su Ginger, seduta alla sua destra, sul bordo del lettino ospedaliero "che cosa è successo alla tua mano?".

La più grande abbassò gli occhi scuri sulla mano destra fasciata, e la strinse con quella sinistra.

"Ohh, niente di preoccupante. Una sciocchezza" si affrettò a minimizzare "mi sono procurata un brutto taglio mentre cercavo di sistemare alcune cose"

Empty Spaces; Pink FloydDove le storie prendono vita. Scoprilo ora