3- i miss them too

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"Marcel, non riesco a dormire, papà sta urlando con Josh" disse la piccola Ariel con un orsacchiotto in mano.

Harry guardò verso la porta e vide la ragazzina. Il riccio sospirò, si alzò dal letto sul quale era sdraiato e si avvicinò ad Ariel "Ari, quante volte ti ho detto che quando non ci sta papà mi puoi chiamare Harry?" Le chiese inginocchiandosi di fronte alla bambina.

"Ma se papà ci sentisse?" Chiese la piccola con un tono spaventato.

"Non lo farà, stai tranquilla" le disse Harry, prendendole la mano e facendola avvicinare al proprio petto "Vuoi dormire con me?" Ariel annuì e si sdraiò sul letto di Harry. Quest'ultimo aspettò che la ragazza si addormentasse, seduto al margine del letto, e dopo che Ariel si addormentò, Harry si alzò e decise di andare a vedere cosa stesse accadendo tra Josh e 'papà'.

Era così che dovevano chiamarlo. Harry non sapeva il suo vero nome, nessuno di loro lo sapevano, ma si voleva far chiamare papà da loro. Harry sapeva perfettamente che quello non era suo padre. Il riccio si ricordava come era il suo vero papà. Si chiama Des, e non ha niente a che fare con l'uomo che lo ha preso dodici anni prima e che costringe tutti a chiamarlo papà, ed Harry aveva capito a sue spese cosa sarebbe successo se non lo chiamavano papà.

Harry andò verso la camera di Josh, e quando entrò vide Josh in ginocchio davanti al suo letto. Non aveva la maglietta, e sulla schiena era ricoperto da tagli e segni rossi, mentre papà aveva una frusta in mano.

"Papà" disse Harry entrando nella stanza velocemente.

L'uomo si fermò ed abbassò la frusta quando Harry entrò nella stanza e gli fece un sorriso. "Marcel, amore mio, cosa c'è che non va?" Chiese l'uomo ad Harry.

La sua voce portò dei brividi lungo tutto il corpo di Harry, ma respinse l'istinto di vomitare che gli era solito e si avvicinò a papà "mi manchi papà, che ci fai qui?" Gli chiese toccandogli il braccio.

"Josh mi ha disubidito piccolo, ma appena ho finito con lui, arrivo subito da te, si?"

"Ma papà, a me servi te adesso. Io ti voglio adesso. Lascia stare Josh, lui ha capito la lezione, vero Josh?" Chiese Harry al ragazzo, il quale guardava la scena spaventato.

Josh è un ragazzo di più o meno 18 anni. Harry lo conosce da più o meno 6 anni, da quando papà lo ha portato in quel posto. Il suo vero nome è Niall ed è irlandese, ma papà gli ha cambiato il nome come ha fatto a tutti loro.

Harry non sapeva il motivo per il quale papà cambiava a loro i nomi, l'unica cosa che sapeva era che se chiamavi uno di loro con il loro vero nome, e non con quello che lui stesso aveva dato a loro, papà si arrabbiava.

Niall/Josh guardò il riccio con terrore nei suoi occhi ricoperti di lacrime. Harry vide esitazione nei suoi occhi ed annuì facendogli un piccolo sorriso "va tutto bene, vai" gli mimò con la bocca.

Niall sospirò e con un po' di problemi si alzò da terra. "Scusami" sussurrò all'orecchio di Harry prima di uscire dalla stanza.

Non appena Niall chiese la porta, Harry sapeva cosa sarebbe successo, ma lui era il più grande li, e non riusciva a sopportare vedere uno degli altri ragazzi soffrire. Quindi se deve soffrire lui stesso per mantenere al sicuro gli altri, allora che sia.

Harry si girò verso l'uomo, mentre la paura iniziò ad avere la meglio di sé, ma non si oppose quando papà iniziò a spogliarlo o toccarlo. Non si oppose quando entrò in lui violentemente e brutalmente. Non poteva opporsi. Sapeva cosa sarebbe successo se si fosse opposto. Non poteva permettere che quello che è successo a Daisy succeda di nuovo.

Quando papà ebbe finito, Harry tornò nella sua stanza con le lacrime agli occhi ed il corpo dolente. Entrò nella sua stanza e i singhiozzi si fecero più potenti e rumorosi. Il riccio si sedette a terra con le gambe legate vicino al petto e le braccia attorno ad esse, così da tenerle il più strette a sé possibile.

"Hazza stai piangendo?" Sentì la voce di Ariel chiedere.

Solo a quel punto Harry si ricordò della sua presenza. Si alzò ed asciugò le lacrime con la manica dalla maglietta, avvicinandosi al letto. "No piccola, mi era solo entrata una cosa nell'occhio" le rispose sedendosi vicino a lei.

"Ma hai gli occhi gonfi" Esclamò Ariel indicando i suoi occhi.

"Mi fa solamente molto male, tutto qui. Niente pianto. Dormi adesso, scusa se ti ho svegliato" le disse.

Presto Ariel si riaddormentò, e questa volta Harry si mise una mano sulla bocca così da non farsi sentire e far svegliare e preoccupare la bambina un'altra volta.

Un bussare alla porta lo portò fuori dai suoi pensieri. Harry si alzò ed andò verso la porta asciugandosi le lacrime 'ti prego non ancora, ti prego non ancora, ti prego non ancora' continuava a ripetere a bassa voce.

Il riccio sospirò di sollievo quando vide che alla porta era solo Niall. Gli sorrise e lo fece entrare, facendogli segno di non urlare per poi indicare Ariel. Lui capi ed annuì, iniziando a fare avanti e indietro nella stanza. "Niall?"

"Mi dispiace" disse subito girandosi verso Harry "ti ho lasciato con lui. Te non hai fatto niente di male, io ho fatto il casino, ma ci sei andato di mezzo te comunque, e-"

"Niall" lo interruppe Harry "è tutto ok, stai tranquillo"

"Non è 'tutto ok', Harry" rispose il biondo "sono scappato e vi ho lasciati soli. Ti ha picchiato? Quanto ti ha fatto male?"

Oh, giusto. Nessuno sa dell'abuso sessuale, essendo Harry l'unico a subirlo. Non sapeva il motivo per il quale Harry era l'unico, ma gli stava bene, almeno gli altri erano al sicuro. Non lo ha detto a nessuno perché non voleva spaventare gli altri. Hanno già paura di loro, Harry non voleva aggiungere alle loro paure anche il fatto che potrebbero essere violentati da un momento all'altro, oltre che picchiati, frustati o rinchiusi in una stanza senza cibo per giorni.

Harry scosse quindi la testa, e "mi ha solo dato qualche pugno, Nì, stai tranquillo" mentì. Beh, non proprio in realtà, perché i pugni glieli aveva dati veramente. Diciamo che ha solamente omesso la verità. "Te invece? Come va la schiena?"

"Mi fa male" rispose in un pianto "non- non riesco neanche a piegarmi"

Harry voleva abbracciarlo, ma aveva paura di fargli solamente più male, quindi gli fece poggiare la testa sulla sua spalla nel mentre che Niall piangeva silenziosamente, così da non svegliare Ariel.

"Haz?" Lo chiamò il biondo. Harry abbassò la testa verso a Niall e gli fece segno di continuare "ti ricordi i tuoi genitori?" Gli chiese "intendo i tuoi veri genitori"

Harry sospirò ai ricordi della bellissima e fortissima donna che lo aveva cresciuto fino ai nove anni, e all'uomo che gli stava accanto ogni volta che cadeva, e sorrise tristemente a quei ricordi. "Si" rispose a bassa voce "si me li ricordo"

"Anche io i miei" disse Niall "mi mancano tanto" sussurrò in un pianto.

Harry guardò il suo amico ed annuì malinconico "anche a me mancano i miei" rispose con una lacrima che rigava la sua guancia.

Trapped || LarryWhere stories live. Discover now