CAPITOLO 158

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«In effetti a Lyra servirebbe proprio un testimone.»

Sul volto di Thui apparve il sorriso più genuino che riuscì a fare.

Io, invece, sentii la terra crollarmi sotto i piedi.

Avevo capito perfettamente a che gioco stesse giocando Thui, così come la sua intenzione di far ingelosire Rubyo fino al punto di farlo scoppiare.

E, per questo, gli ero grata.
Ancora una volta Thui stava cercando di farmi scappare da un matrimonio che non volevo, che nessuno dei due voleva.

Eppure non era quello il modo.

«Thui-» Feci per prenderlo e portarlo in disparte, ma Rubyo fu più veloce di me nell'intervenire.

«Sarà un onore.» 

Non feci in tempo neanche a guardarlo in volto, a studiare le sue rughe d'espressione, l'intensità del suo sguardo o il dischiudersi delle sue labbra.

Quella risposta arrivò troppo in fretta.
Così in fretta, che il mio cuore quasi non la resse.

Erano davvero quelle le uniche parole che riusciva a dire?

Come poteva essere così privo di esitazione?
Davvero non aveva neanche un rimpianto, nulla che lo legasse più a me?

E mentre sentivo il petto farsi più pesante fino al punto di opprimermi il respiro, anche il mio braccio parve privarsi di ogni leggerezza, fino a perdere aderenza attorno al polso di Thui e scivolarmi lungo il fianco.

Un tempo, non avrei avuto bisogno di guardarlo in volto per conoscere l'espressione di Rubyo.

Mi sarebbe bastato immaginarla e l'avrei vista come se ne stessi osservando il riflesso su una superficie d'acqua.

Eppure adesso gli occhi della mia mente rimasero ciechi.

Non lo conoscevo più come una volta.
Non lo capivo più come una volta.
Non lo leggevo più come una volta.

Tuttavia, così come mi rifiutavo di credere che mi avesse tradita, mi rifiutavo anche di considerarlo alla pari di un estraneo.

E speravo che guardarlo in volto mi avrebbe, ancora, dato una risposta, eppure non osai incrociare il mio sguardo con il suo.

Avevo paura.

Paura, di leggere nei suoi occhi quello che le sue labbra ancora non avevano osato pronunciare.
Paura, di sentirmi dire l'unica cosa che mi avrebbe distrutta davvero.

La malinconia mi morse la gola quando mi accorsi di aver iniziato a rimpiangere i giorni passati in cui, almeno come fratelli, eravamo sempre stati vicini e sapevamo di poter contare l'uno sull'altra.

Riafferrai il tessuto della manica di Thui, cercando di ignorare il dolore che quelle parole avevano iniziato a cucire sotto la mia pelle.

«Dobbiamo parlare.» Riuscii finalmente a dire.

La voce mi uscì tremante mentre, incamminandomi per chissà dove, lo trascinavo con me.

Forse era proprio in timore della caducità dei suoi sentimenti che Rubyo aveva deciso di nascondere il suo amore per me per tutti quegli anni.

E probabilmente adesso, in lui, nulla era cambiato.

Stava continuando a comportarsi come aveva sempre fatto.

Ero io il problema.

Ero io che, finalmente consapevole di cosa Rubyo provasse nei miei confronti, non riuscivo ad approcciarmi più a lui con la stessa spontaneità passata.

Royal Thief IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora