CAPITOLO 180

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Aprii la porta.

E il cuore pulsava nel petto, gli arti fremevano per l'adrenalina, mentre la mente correva, veloce, in ogni direzione possibile.

Eppure tutto il discorso che avevo costruito, tutte le frasi che avevo messo insieme, le parole che avevo ponderato... nulla di tutto ciò uscì dalla mia bocca.

Non ne ebbi alcun modo.

Rubyo dormiva.
Dormiva profondamente.

Comodo, rilassato, girato su di un fianco.
Il suo viso così disteso, da esser privo di ogni ruga d'espressione.

Era la seconda notte che lo vedevo così, eppure la prima mi ero illusa che fossi io la causa di quella sua serenità, che fosse la vicinanza dei nostri corpi, la compagnia reciproca, a renderlo così tranquillo.

Eppure questa volta, quando si era addormentato, io non ero al suo fianco.

Una lacrima mi rigò la guancia.
La asciugai con la manica.

Quando avevo iniziato a piangere?

A quella realizzazione, il cuore nel mio petto accelerò il suo battito.

Poi un sussulto, e dalla mia gola venne strappato un singhiozzo.

Mi portai entrambe le mani sulle labbra, pressandole in un vano tentativo di attutire quel suono.

Cosa mi stava succedendo?
Perché piangevo?

Era andato tutto così bene, io e Rubyo ci eravamo chiariti, lui mi aveva rivelato i suoi sentimenti...

Ma allora perché soffrivo ancora?

«Lyra?»

Sussultai, quando realizzai come l'ennesimo singhiozzo avesse svegliato Rubyo.
Tutti i miei tentativi di passare inosservata andati in fumo.

«Che succede?» La voce roca, gli occhi annebbiati di sonno.

Mi appiattii contro la porta.
Non risposi, le mani ancora pressate sulle labbra.

Vidi il suo busto sollevarsi dal letto e le mie gambe cedettero.
Mi accasciai al suolo.

«Lyra!»

Fu allora che Rubyo si convinse definitivamente di non star sognando.
Scattò in piedi, raggiungendo il mio fianco sul legno della nave.

«Cosa è successo?» Mi strinse a sé, lisciandomi la schiena in un tentativo di tranquillizzarmi.

«Va tutto bene.» Iniziò ad accarezzarmi la testa.

Perché doveva essere sempre lui a consolarmi?
Perché dovevo essere sempre io ad essere consolata?

Non era questo ciò che mi ero ripromessa.

Eppure il mio pianto esplose.

Le lacrime così abbondanti da pesare negli occhi.
I singhiozzi così asfissianti da impedirmi la parola.

E non potetti far altro che abbandonarmi alla stretta di Rubyo.

Non ricordavo neanche l'ultima volta che avessi pianto così.

«Mi- mi dispiace.» Cercai di dire, tra un singulto e l'altro, ma Rubyo parve non capire.

Eppure mi prese ugualmente in braccio, per poi poggiarmi sul letto, che disfò.

Mi avvolse tra le coperte.

«Lyra, ti prego.» Inginocchiato, ai miei piedi, i suoi occhi tremavano nei miei. «Mi distrugge vederti così...» Cercò invano di asciugarmi il viso dalle lacrime. «Ma se non mi dici cosa è successo non so che fare.»

Royal Thief IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora