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San uscì dalla scuola con una sigaretta ancora spenta fra le labbra. Faceva ancora più freddo di quando era entrato nella struttura. Alzó il colletto del giubbotto e vi ci si rintanó dentro.
Cercó l'accendino nelle tasche dei jeans e del giubbotto. Niente. Imprecò ad alta voce, ricordandosi di averlo lasciato sul davanzale del bagno.
Respiró profondamente, cercando di farsene una ragione. Decise di fermarsi dal tabacchino vicino casa sua ad acquistare un accendino nuovo ed un altro pacchetto di sigarette. Quello che aveva in tasca lo avrebbe finito entro quel giorno.
Percorse la solita strada, questa volta coperta di neve. Non gli dispiacevano il freddo, la neve, il cielo grigio. Stava bene in fondo. Se quella sensazione si poteva etichettare in quel modo. Cosa significava davvero stare bene?
Una volta uscito dal tabacchino, andó dritto a casa. Infilò le chiavi nella toppa, le giró e fece scattare la serratura. Abbassó la maniglia e aprí la porta, rivelando immediatamente la figura oscura dietro di essa.
Ecco lí uno dei suoi due coinquilini.
Park Seonghwa. La sua "persona" come si definiva lui stesso. Aveva le braccia incrociate sul petto e lo sguardo torvo. San sapeva che sarebbe stato accolto il quel modo, ma se ne era già fatto una ragione.
«Choi San. Perché non rispondi al telefono, eh?»
La voce del maggiore era palesemente alterata. Ma il ragazzo dai capelli biondi ignoró quelle parole e quella presenza. Si tolse le scarpe e si levó il giubbotto, buttando poi lo zaino sul divano. Oltrepassò la figura di Seonghwa e si diresse al cucinotto.
«Guardami quando ti parlo!»
Alzó ancora di più la voce il moro. San aprí il frigorifero, prendendo poi una lattina di Coca Cola.
«Yah!»
Solo allora San degnó il coinquilino di uno sguardo.
«Ho incontrato Jung Wooyoung.»
Il moro odiava quando il piú piccolo cambiava argomento, ma in quel momento mise da parte il fastidio, lasciando spazio allo stupore.
«Quel Jung Wooyoung? Il nostro vecchio amico d'infanzia?»
Il biondo annuí, prendendo un sorso dalla lattina rossa e bianca.
«Dove l'hai incontrato?»
Seonghwa si sedette al tavolo del cucinotto, ormai la rabbia era passata.
«In classe. Pare che ora sia parte di essa.»
«Farsi trasferire in quinta superiore deve essere difficile.»
«E io che cazzo ne so?»
Rispose irritato il biondo, schiacciando la lattina ma lasciandola sul bancone della cucina. In altre circostanze il maggiore lo avrebbe rimproverato, ma quella volta decise di fargliela passare liscia.
«Quanto tempo é che non lo vediamo?»
Seonghwa conosceva già la risposta alla sua stessa domanda, ma voleva mettere alla prova la mente pigra del coinquilino piú giovane.
«Cinque anni e sette mesi.»
San uscí dalla stanza, salendo poi le scale e chiudersi nella sua camera da letto. Aprí la finestra e si accese un'altra sigaretta, che poi spense nel posacenere trasparente stracolmo di mozziconi. Si scordava sempre di buttarli.

𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Where stories live. Discover now