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Wooyoung andò a prendere un pacchetto di sigarette ogni giorno di isolamento di San. Ogni giorno, quando tornava a casa, lasciava la scatolina di cartone bianco e rosso davanti la sua porta, e gli raccontava quello che avevano fatto a scuola. Non si aspettava risposte e non ne riceveva, ma forse era meglio così. L'unica cosa che gli importava era sapere che il biondo era vivo.
Passarono 4 giorni. Il quinto giorno era anche lui giorno di scuola. Le sveglie suonarono e Wooyoung andò al bagno per primo. In quella casa chi raggiungeva il cesso per primo era il vincitore. Mentre il moro si lavava i denti sentì bussare alla porta.
«Yeosang aspetta il tuo turno, oppure vai al piano inferiore!»
Wooyoung vide del dentifricio schizzare sullo specchio, ma fece finta di nulla. Il ragazzo angelo sbuffò dall'altro lato della porta, prendendo poi a correre giù per le scale con ancora gli occhi semi chiusi e pregando di non inciampare.
Wooyoung sentì presto bussare di nuovo alla porta, quella volta più forte.
«Porca troia, Yeosang! Aspetta il tuo turno o-»
Il moro spalancò la porta, preso dall'ira, ma si fermò immediatamente. Quello non era Yeosang.
«C-ciao.»
Sussurrò il moro continuando a guardare negli occhi il ragazzo che per quattro giorni non era stato altro se non un fantasma in quella casa. Sembrava già pronto per uscire.
«Devo solo lavarmi i denti. Posso?»
Il biondo fece subito un passo in avanti. Wooyoung indietreggiò, ma non distolse lo sguardo dagli occhi sottili e affilati del più alto. Il moro annuì, ma non si fece da parte.
«Mi dispiace.»
Riuscì a dire. Il biondo non reagì.
«Mi dispiace tanto, San.»
Il più basso aveva di nuovo gli occhi lucidi. San fece un altro passo in avanti. Il suo viso era stanco e pallido.
«Non chiedermi scusa. Non ce n'è alcun bisogno.»
«Come fai a non averne bisogno dopo quello che ti ho fatto?»
«Ho sbagliato anche io.»
«No, tu non hai sbagliato. Io ti ho abbandonato, ti ho evitato, ti ho rovinato la vita. Come puoi dire di non aver bisogno di scuse da parte mia?»
San sorrise. A labbra chiuse, ma era comunque un sorriso. Delle dolci fossette spuntarono sul suo viso grigio e stanco.
«Perchè avevi ragione. Non riuscirò mai a voltare pagina.»
Wooyoung rimase di stucco. Il suo fiato era mozzato.
«Sono penoso, vero?»
Il biondo sorrise di nuovo subito dopo quella domanda.
«Non mi ricordavo che il tuo sorriso fosse tanto bello.»
Disse Wooyoung. San allungò una mano verso il più basso, accarezzandogli una guancia. Aveva smesso di sorridere.
«Ed io non mi ricordavo di sapere ancora sorridere.»
Wooyoung riuscì a tornare in sè, ritraendosi dal tocco del biondo. Questo non parve ferito, nonostante nel suo profondo lo fosse. Il moro rimise al suo posto il suo spazzolino, mentre San prese il proprio. Wooyoung rimase fermo lì. Non se andò. Calò il silenzio. Il moro guardò attentamente il biondo. Era visibilmente dimagrito. Quando questo finì di lavarsi i denti, Wooyoung parlò.
«Aspettami prima di uscire.»

Seonghwa fece a malapena in tempo a vedere la sua persona uscire di casa. Fece in tempo solo a salutarlo, e San rispose con un leggero sorriso sulle labbra screpolate. Il cuore del maggiore in casa si riempì di gioia pura, soprattutto dopo aver visto Wooyoung correre giù per le scale raggiungendo poi il biondo. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, ai bei vecchi tempi.

Capitolo extra perchè oggi è il mio compleanno e gli Ateez hanno fatto comeback <33

𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Where stories live. Discover now