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San entró alla terza ora. Buttó lo zaino sul banco, sotto lo sguardo vigile del nuovo coinquilino dai capelli neri.
«Ci hai messo due ore intere per prendere un pacchetto di sigarette?»
Gli chiese Wooyoung.
«Sono lento a camminare.»
Il biondo si infiló di nuovo una sigaretta dietro l'orecchio, ma non guardó negli occhi il coetaneo.
Arrivó l'intervallo e la classe, come di consueto, si svuotó. I due compagni di banco si guardarono finalmente negli occhi.
«Andiamo.»
Disse di punto in bianco il nicotina dipendente. Passarono per diversi corridoi, salirono scale, e ormai Wooyoung aveva capito che non stavano andando da Yeosang, come inizialmente pensava.
San aprí l'ultima porta di servizio, e finalmente il suo vecchio amico d'infanzia capí. Erano arrivati sul tetto.
In silenzio il biondo si diresse al parapetto, poggiandoci sopra i gomiti. Osservó la città bianca di neve. Sembrava pacifica, ma era ovvio che in realtà in quei palazzi grigi c'erano centinaia di lavoratori che correvano per uffici con plichi di carte infiniti tra le mani o che stavano seduti davanti un computer a digitare sempre gli stessi tasti come zombie.
San prese la sigaretta da dietro l'orecchio e tirò fuori il nuovo accendino dalla tasca dei cargo neri. Accese la stecca bianca e prese una lunga boccata. Wooyoung lo fissava da dietro le spalle.
«Perchè siamo qui?»
Chiese il moro.
«Credevo ti sarebbe piaciuto. La vista da quassù non è poi tanto male.»
Il più basso si avvicinò anche lui al parapetto, godendosi il panorama innevato. Entrambi avevano addosso solo una felpa, eppure non precipitano il freddo invernale che li circondava.
«Già, non è male.»
Un gatto randagio passó per strada, lasciando delle tenere impronte dietro di sé. San prese un'altra lunga boccata dalla sua sigaretta.
«Perché sei tornato?»
Chiese di punto in bianco, prendendo alla sprovvista il moro. Questo esitó, e l'altro ragazzo lo notó.
«Non volevo piú rimanere lí.»
«Ti sei innamorato?»
Wooyoung esitó per l'ennesima volta.
«Tu ti sei innamorato?»
Cercó di distogliere l'attenzione da sé stesso. San aveva compreso le sue intenzioni, ma decise di stare al gioco. Tiró l'ultima boccata di veleno e poi buttó il mozzicone giú nel vuoto bianco di quel paesaggio invernale.
«No.»
Si voltó e fece per andarsene. Il moro gli puntó gli occhi nella schiena.
«Io sí.»
Sussuró Wooyoung, talmente piano che diede per scontato che il biondo non l'avesse nemmeno sentito. In realtà San aveva sentito ció che il suo vecchio amico d'infanzia aveva detto, ma aveva deciso di fare finta di nulla e di andarsene ugualmente. Per lui non era il momento di creare drammi.
Il moro osservó il coetaneo andarsene, mentre il suo cuore batteva forte. Forse non sarebbe mai dovuto tornare.


Mi ero dimenticatx di nuovo di postare. I'm sorry my loves

𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora