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Wooyoung sentì tutti uscire di casa. Tutti tranne un'altra persona. Sapeva che dopo il saluto di Seonghwa non sarebbe più riuscito a dormire, e così era accaduto. In quel momento stava sul suo letto disteso a pancia in sù. Fissava il soffitto, chiedendosi come avrebbe dovuto affrontare la questione fra lui e San. Wooyoung sapeva che era lui stesso il problema. San glielo aveva già detto che non aveva mai voltato pagina. Che era ancora fermo nello stesso identico punto di cinque anni prima. Che era fermo lì ad aspettarlo. Wooyoung invece non voleva ammetterlo. Non voleva ammettere di essere ancora perdutamente innamorato del ragazzo dai capelli biondi. Non voleva permetterselo. Non poteva permetterselo.
Lui era sempre stato sicuro di essere andato avanti e di aver cambiato pagina, e l'attuale presa di coscienza del contrario lo destabilizzava. Lo destabilizzava e paralizzava. Non riusciva a scendere da quel letto. Non riusciva a smettere di pensare a tutta quella merda. In realtà pensava anche ad un'altra cosa. Pensava ad una sigaretta. Ne sentiva il bisogno. Dannazione. Era tutta colpa di San. Era sempre colpa di San. Era per colpa sua se si era tagliato la sera prima. Era per colpa sua se in quel momento desiderava più di ogni altra cosa una sigaretta. San. San. San. Ogni pensiero del moro rimandava a quella figura snella e misteriosa. Era come se lo perseguitasse. Wooyoung si chiese cosa avrebbe dovuto fare, e la sua mente gli rispose con una semplice immagine: lui che baciava San.

Era metà mattina quando San uscì dalla sua stanza. Aveva fame. Scese lentamente al piano di sotto, per poi andare a frugare nel frigorifero. C'erano dei ravioli avanzati dal giorno prima. Aprì la scatola e senza nemmeno riscaldarli se ne mise subito uno in bocca. Gli sembrarono quasi più buoni della sera prima. Si sedette al suo posto del tavolo della cucina e mangiò in silenzio, fissando il vuoto. Non accese nemmeno la TV. Non ne percepiva il bisogno. In quel momento desiderava il silenzio. Ed era riuscito ad ottenerlo per un periodo impreciso ma prolungato.
Ben presto una seconda figura comparve sulla soglia della cucina. Il biondo alzò lo sguardo sul moro, che lo fissava con occhi stanchi.
«Che aspetto di merda che hai.»
Disse San, prendendo il penultimo dei ravioli. Erano dannatamente buoni.
«Pensa per te.»
Gracchiò in risposta il moro. Questo era visibilmente irritato. Era irritato da qualsiasi cosa in quel momento. I pensieri nella sua testa lo stavano mangiando vivo.
Wooyoung prese l'ultimo raviolo dalla scatola davanti a San. Non lo guardò nemmeno negli occhi e cominciò a prepararsi un caffè. Mise subito cinque cucchiaini di zucchero nella tazza. San lo osservava con aria perplessa.
«Ti verrà il diabete.»
Commentò il biondo.
«Tu oggi parli troppo.»
«Hai dormito male stanotte?»
«Sì.»
«Spero non sia stato a causa di ciò che è accaduto ieri.»
«No, la ferita sta bene.»
Wooyoung si guardò la mano bendata.
«Io non parlavo del taglio.»
Il moro alzò lo sguardo sul proprio coetaneo. Non disse nulla, e continuò a prepararsi il caffè. In fondo San non si aspettava altre reazioni se non il rifiuto, da parte di Wooyoung. Sapeva che Wooyoung si pentiva di ciò che aveva fatto il giorno prima, glielo si leggeva in quei suoi occhi grandi e stanchi. Purtroppo per sè stesso, San non si pentiva affatto di ciò che era accaduto il giorno prima.

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𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora