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Wooyoung chiuse il libro davanti a sè. Chiuse anche gli occhi stanchi. Aveva mal di testa. Si alzò dalla sedia e prese con sè il libro. In realtà aveva anche degli appunti, ma non era ancora riuscito a decifrare la sua stessa calligrafia. Il moro uscì dalla sua stanza, dirigendosi a quella in fondo al corridoio. Bussò tre volte di fila. E subito qualcuno aprì.
«Che vuoi?»
Chiese Yeosang. Aveva la voce gracchiante di una persona appena sveglia.
«Non riesco a concentrarmi.»
Il ragazzo angelo sospirò facendosi poi da parte. Wooyoung non chiese permessi, semplicemente si fiondò sul materasso coperto da un piumone e delle lenzuola verdi. Tutti i mobili nella stanza erano in legno, le luci erano calde, c'erano rampicanti finte che ricoprivano i muri color crema, insieme a quadri e disegni stampati o fatti a mano. Sembrava una stanza presa da un qualche catalogo d'arredamento. Ogni cosa era in ordine, niente casino, niente vestiti per terra o scarpe abbandonate a loro stesse per la stanza. Wooyoung quasi si vergognó a paragonare il suo spazio a quello dove ora si trovava.
Il ragazzo angelo chiuse la porta, per poi sdraiarsi accanto al suo ospite. Il moro aveva aperto il suo libro e si era messo seduto a gambe incrociate.
«Avete una verifica?»
«Già.»
«Letteratura?»
Wooyoung annuí.
«Che schifo.»
Al moro scappó una risata, ma poi tornó alle lettere scritte nero su bianco. Non ci capiva nulla. Capiva solo ció che San gli aveva spiegato.
«Come farai con San?»
Il moro si bloccó.
«In che senso?»
«Per la verifica. Cosa dirai al prof?»
«Che é malato.»
«Pensi davvero che ci crederà?»
«Se vorrà ci crederà.»
Caló il silenzio. Yeosang si alzó e mise su un CD. Basso volume, solo un sottofondo piacevole e cullante. Non faceva come San, che stranamente non si era fatto ancora sentire con le sue canzoni.

Passarono diverse ore. Wooyoung si prese una pausa. I suoi occhi chiedevano pietà, ed anche la sua mente.
Yeosang stava sdraiato al suo fianco, a pancia in sù. Wooyoung decise di sdraiarsi anche lui, abbracciando l'amico d'infanzia. Il ragazzo angelo sorrise.
«Mi era mancato.»
«Cosa?»
«Questo. Passare i pomeriggi insieme, studiare insieme... Abbiamo fatto così per tutta la nostra infanzia, anche con San e Seonghwa. Lui ci dava ripetizioni, e noi facevamo finta di ascoltarlo.»
Entrambi risero, ricordandosi di quei momenti. Avevano 14 anni, Seonghwa 15.
«Si è sempre preso cura di noi nonostante abbia solo un anno in più di noi.»
«Però il suo preferito è sempre stato San.»
«Già.»
Calò un leggero silenzio. Si udiva solo la dolce musica di sottofondo.
«Come l'avete presa... Quando me ne sono andato?»
Yeosang esitò a rispondere.
«Seonghwa si sentì perso. Si perse per molti mesi. Io pure. Sia io che lui cercammo di metterci in contatto con te, cercammo di rintracciarti, ma non ci fu nulla da fare. E San... Lui scomparve per cinque giorni. Quando tornò aveva addosso gli stessi vestiti di quando era scomparso. Niente ferite, niente segni. Solo un po' disidratato. Fece lo stesso quando morirono i suoi nell'incidente stradale. Quella volta però, quando tornò, aveva in tasca il suo primo pacchetto di sigarette. Sai, da quando te ne sei andato lui non è più lo stesso. Non l'ho più visto emozionarsi, sorride di rado. Non ricordo nemmeno più come siano le sue fossette. È un'altra persona ormai. Choi San se n'è andato quando te ne sei andato anche tu, Wooyoung.»
Quelle parole accoltellarono al cuore il moro. Provò dolore. Rimorso. Si diede del vigliacco, perchè lo era. Il moro non disse nulla. Non aveva parole. Se avesse parlato sarebbe scoppiato in lacrime, oppure avrebbe solo urlato. Urlato di dolore.

𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ