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Wooyoung seguì San. Sapeva dove stava andando.
«Perchè mi segui?»
Chiese il biondo, tenendo le mani nelle tasche del giubbotto di pelle.
«Preferisci che me ne vada?»
San si zittì per qualche secondo.
«È stato Seonghwa a incaricati di pedinarmi?»
«Perchè avrebbe dovuto?»
San si zittì di nuovo. Entrarono nel negozietto dall'insegna luminosa già accesa. San prese due pacchetti di sigarette e ne aprì subito uno ancora prima di uscire. Prese una stecca e l'accese, mentre si infilava il pacchetto ancora sigillato nella tasca esterna dello zaino vuoto.
«Com'è andata la verifica di letteratura?»
Chiese di punto in bianco il fumatore.
«Uno schifo.»
San ridacchiò, stupendo il moro.
«Non ridere, dai.»
Si lamentò Wooyoung.
«Scusa, scusa.»
I due raggiunsero scuola. Nessuno dei due però sembrava intenzionato ad entrarvi. Il biondo aveva finito la prima sigaretta, e se ne accese una seconda, dopo essersi seduto sul solito muretto affianco alla struttura scolastica. Gli gelava il culo, ma ignorò la pessima sensazione. Era già suonata la prima campana. Il moro si appoggiò soltanto al muretto. San si fermò ad osservarlo. Gli diede un colpetto sulla spalla, attirando la sua attenzione. Gli offrì la sigaretta appena accesa. Non sapeva nemmeno lui perché continuasse a farlo. Wooyoung prese la stecca e se la portò alla bocca. Aspirò avidamente, lasciando poi andare il fumo fuori dalle labbra rosse. Il biondo lo fissò attentamente, con forse troppo stupore sul viso pallido.
«Non sembri un novellino.»
Sussurrò il biondo. Il moro ridacchiò battendo la sigaretta a facendo cadere la cenere a terra. Era rimasta poca neve.
«È colpa del ragazzo di cui mi sono innamorato a Chicago. Lui fuma.»
«Siete stati insieme?»
«Per un po'.»
«Come si chiama?»
«Vuoi anche il suo numero di provvidenza sociale?»
I due si guardarono negli occhi.
«Daniel. È il suo nome americano. Yeonjun è quello coreano.»
«È per colpa sua che sei tornato qui, vero? Vi siete lasciati e non sopportavi più il peso di restare nella sua stessa città.»
«Stesso condominio, in realtà.»
«Quanto tempo fa è successo?»
«Due mesi fa.»
Wooyoung passò di nuovo la sigaretta al biondo. Questo la finì.
«Perchè hai sempre rifiutato?»
San si riferì alla stecca bianca.
«Io fumavo solo con lui. Lo facevo perché lo faceva lui.»
«Devo smetterla di offrirti un tiro?»
«Se ti dicessi di sì, smetteresti davvero?»
«No. Hai un aspetto di merda.»
«Anche tu.»
San rise di nuovo. Si sporse sul suo vecchio amore. Non disse nulla. Non fece nulla. Voleva solo avvicinarsi a lui.
«Dovresti ridere più spesso.»
Disse Wooyoung.
«Ci proverò.»
«Davvero?»
San scese dal muretto, tenendosi sempre vicino al moro.
«Solo in tua presenza.»

Tra circa 2 ore mi operano al polso, mi sto cagando in mano dalla paura e sto morendo di fame. Btw spero il capitolo vi sia piaciuto, perchè nei prossimi forse ci saranno ulteriori passi in avanti

𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora